Andrews, Jessica - Acqua salata

estersable88

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"Quando il presente comincia a sgretolarsi, c’è spazio per scrivere il futuro”
La vita di Lucy è cambiata molte volte: con le sfuriate e le assenze del padre alcolizzato, con l’ansia e la pena per il fratello sordo, con la bellezza
dei viaggi in Irlanda a casa del nonno. E sembra cambiare definitivamente quando si trasferisce a Londra, per studiare e per vivere lontana dalla provincia,
libera da ogni legame. Ma appena laureata, Lucy volta le spalle a tutto: va in Irlanda, nel Donegal, nella vecchia casa che il nonno le ha lasciato. Si
affida al cielo, al vento, al mare per ritrovare se stessa, e intanto la sua memoria si snoda in racconti brevi e impetuosi come corsi d’acqua. Rivive
l’infanzia, il rapporto profondo che la unisce alla madre, gli amori sbadati, le grandi, fameliche ambizioni della giovinezza. Nella sua corsa verso l’età
adulta Lucy ha scoperto ciò che non vuole essere. E sceglie di ricostruirsi altrove, su fondamenta fatte di ricordi. Brillante, ispirato, poetico, Acqua
salata esplora la complessità dei desideri, la voglia di affermarsi e l’impossibilità di farlo rinunciando alle proprie radici; è il diario intimo e sincero
di una giovane donna che si è persa inseguendo i sogni degli altri e che decide di fermarsi a recuperare i propri, cercando in se stessa la forza di ricominciare,
senza rimpianti.
Questo libro è per chi si disegna le mappe stradali sulla mano prima di uscire, per chi avrebbe fatto carte false per un concerto di Pete Doherty, per
chi beve succo d’arancia in un calice da champagne, e per chi ha scelto di perdere l’equilibrio scoprendo un mondo nuovo nell’ebbrezza della caduta, senza
più rinnegare i propri desideri.

Essere donna è difficile, ma diventarlo lo è ancora di più: è arduo, si rischia di perdersi, di non trovare la strada, di trasformarsi in altro da sé, in qualcuno che non conosciamo, in qualcosa di diverso da tutto ciò che sognavamo. E diventando donna, crescendo, ci si lascia dietro pezzi di vita, pezzi di sé, pezzi importanti, fondamentali, di ciò che siamo state. E si cambia tanto, in questa metamorfosi, si ha il tempo di perdere la bussola e di imboccare un altro sentiero, ripido, ma sempre con gli occhi e il cuore al passato, perché se c'è qualcosa da cui nessuna di noi riesce a staccarsi davvero è, volente o nolente, quel ventre caldo che ci ha dato sicurezza quando ancora non dovevamo difenderci dal mondo. Di tutto questo parla, in modo intimo, sincero, spiazzante, sublime, Jessica Andrews: dando voce alle parole di un'ipotetica Lucy che potrebbe anche chiamarsi Maria, Anna, Francesca, Rossella, parla di ciò che alberga - o ha albergato almeno per un po' – in tutte noi. Lo fa creando con parole cristalline immagini evocative che sembrano sgorgare da dentro, da un punto profondo che ci collega con la terra; con forza e poesia descrive la quotidianità della vita di ogni donna – sia essa madre o figlia – con le sue insicurezze, i colpi di testa, il profondo, innato senso di responsabilità che ci induce a farci carico degli altri ed anche con quella forza che, giunte al limite, ci induce a dire No, basta, ed a preservare quell'ultimo scampolo di forza vitale. In tante abbiamo sperimentato la necessità di fuggire da noi stesse per ritrovarci, e fa quasi piacere, quasi rincuora vedere una comunanza di metodi, rifugi, antidoti all'autodistruzione cui vorrebbe condurci il mondo: e così ritroviamo anche in queste pagine il silenzio, il vento, il sole, la terra, l'acqua, la luna… la necessità fisica di cambiare tutto, di spostare il proprio baricentro, di sottrarsi alla frenesia per rifugiarsi nelle piccole cose, di vivere alla giornata, sebbene per un tempo limitato. Acqua salata, in sintesi, è un libro profondo, poetico e dolorosamente vero; un libro per le donne e delle donne, in cui ognuna può trovare qualcosa di sé, fosse anche una frase, di quelle lapidarie e vere, che la Andrews ci lascia lì come sassi per aiutarci a ritrovarci. Lo consiglio? Certo che sì, e lo ripeto, lo consiglio soprattutto alle donne.
 
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