Jess, l'importante è lavorare...almeno finchè si è all'inizio :boh:. Tieni duro!
A partire da pagina 30(io ho la versione e-book, non so se le pagine coincidano) la vicenda xomincia a delinearsi un poco e la lettura si fa più scorrevole. Adesso penso di proseguire un po' più velocemente.
Volevo condividere un pensiero che mi colpisce da qualche tempo. Io ho sempre letto prevalentemente autori uomini, forse perché leggevo classici e in passato la donne in letteratura non avevano grande spazio. Da che sono approdata alla letteratura contemporanea non faccio certo distinzioni tra autori e autrici, leggo quel che attrae la mia attenzione e punto. Di recente però sono infastidita daglia autori maschi che scrivono dal punto di vista di una donna. Ecco, il fatto è che secondo me non lo sanno fare. Quando raccontano, da narratori esterni, le azioni o le emozioni di una donna, allora va bene, di solito se la cavano. Ma se, come in questo caso, vogliono dare voce a pensieri, emozioni, paure e desideri di una donna parlando attraverso la sua voce e i suoi pensieri, allora no, non mi ritrovo, sono infastidita e finisco per pensare "una donna non penserebbe, non proverebbe mai questa cosa". Sono pazza? In fondo mica tutte le donne pensano allo stesso modo, tantomeno posso pensare di saper interpretare il modo di ragionare di ogni donna, singolarmente. Eppure questo pensiero mi punzecchia sempre... Capita solo a me?