7° Diario di Lettura - Piccole donne, i quattro libri, di Louisa May Alcott

Jessamine

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Ciao a tutti!
Stavo meditando da tempo di imbarcarmi in questa impresa, e alla fine ho deciso di buttarmi.
Sull'ondata della carica emotiva suscitata dal film della Gerwig (che, tra parentesi, a me è piaciuto moltissimo) ho sentito quasi il bisogno di tornare a leggere ora, da adulta e lettrice (un minimo) consapevole questi libri che, durante l'infanzia, sono stati per me un vero e proprio pilastro.
In realtà, il libro che ho letto maggiormente è stato proprio "Piccole donne", il primo (o meglio, la prima metà: ho scoperto infatti che la divisione tra "Piccole donne" e "Piccole donne crescono" è una cosa tutta italiana, perché l'opera originale è riunisce entrambi i volumi in uno :paura:). L'ho letto per la prima volta, senza capirci nulla, in una edizione illustrata degli anni sessanta (era della mia mamma), tenuta insieme da enormi strisce di nastro da pacchi marrone: era un'edizione con una traduzione troppo datata per me, o forse ero troppo piccola io, non lo so. L'ho ripreso in mano attorno agli otto anni, quando quei santi dei miei nonni hanno cominciato a collezionare per me le edizioni di una biblioteca di classici della letteratura per ragazzi che usciva in edicola: purtroppo non riesco a ricordare che edizioni fossero, e non ho conservato nessuno di quei libri.
E, non scherzo, credo di aver letto "Piccole donne" almeno dieci volte. Lo leggevo e rileggevo, ne avevo imparato a memoria brani interi. Quel che più mi piaceva, mi ricordo, era proprio il fatto che le quattro sorelle March, pur così diverse, avevano tutte (tutte!) tratti della personalità in cui potessi rivedermi (o in cui avrei voluto rivedermi, per lo meno). Ricordo che le prime letture furono abbastanza difficoltose, perché molte cose non riuscivo comunque a capirle, ma ad ogni rilettura gli eventi si rischiaravano un po' di più, assumendo contorni più netti.
"Piccole donne crescono" è finito tra le mie mani solo quando ero alle scuole medie, e credo di averlo letto una sola volta. Sono abbastanza certa di aver iniziato anche "Piccoli uomini", ma non ne conservo alcun ricordo, mentre sono certa di non aver mai posato lo sguardo su "I ragazzi di Jo".

La mia idea, con questo diario, è di godermi un viaggio lento: non solo voglio prendermi del tempo tra un libro e l'altro (a grandi linee, conto di leggere un libro ogni tre mesi, così da finire il volume a dicembre), ma voglio proprio procedere con calma, lasciando spazio ai ricordi e a riflessioni più o meno nuove.

Inutile dire che, se qualcuno volesse unirsi alla lettura, sarebbe più che benvenuto, così come sono benvenuti commenti e riflessioni: soprattutto i primi due volumi mi sembrano piuttosto conosciuti, quindi spero che qualcuno abbia voglia di tenermi compagnia in questo viaggio.

Naturalmente, per quanto la storia possa essere conosciuta, mi premurerò di fare sempre attenzione a segnalare eventuali spoiler, così da non rovinare la lettura a nessuno!
 

Jessamine

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Piccole donne, capitolo 1

Una cosa che apprezzo di questa edizione (Einaudi, volumone tradotto da Luca Lamberti) sono le note: nel volume che avevo da bambina non c'erano, e soprattutto allora mk sarebbero state molto utili.
Ad esempio, in questo primo capitolo a dieci anni non avevo mai capito il riflerimento al viaggio del pellegrino, e sono curiosa di arrivare più avanti, in un passaggio che, ricordo, dopo tutte le letture per me rimase sempre un mistero (credo sia un altro riferimento a letteratura religiosa e Amy, ma ho dei ricordi molto confusi).

È bellissimo comunque tornare a leggere qualcosa che conosco tanto bene: soprattutto questo primo capitolo ha deple frasi che, davvero, mi pare di ricordare quasi a memoria :mrgreen:

E, al solito, mi colpisce molto Beth: non sono mai stata buona come lei, ma il momento in cui dice di sentirsi felice ma in imbarazzo al limite del terrore ad aprire i propri regali di compleanno davanti a tutti mi è sempre sembrata una grandissima verità.
 

Jessamine

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Piccole donne, capitolo 4

Rcordo che, crescendo, mi ero allontanata un po' dalle sorelle March, perché trovavo il libro un po' troppo moraleggiante (o forse era solo la preadolescenza che mi spingeva a rifiutare tutto ciò che avevo amato durante l'infanzia :mrgreen:).
Ora che invece sono molto più grande delle ragazze, mi trovo a pensare a loro con uno sguardo molto più benevolo: certo, questo sforzo a essere buone e brave, umili e non vanitose mi è un po' estraneo, ma ora che si parla dei loro fardelli, li trovo così umani e teneramente ingenui, a volte, che non riesco proprio a non provare molta empatia per quelle che sono soltanto delle ragazzine :wink:

E adoro Beth, con i suoi mille amici immaginari, le sue bambole rotte e scartate, il suo mondo interiore pieno di fantasia: da bimba su questo le somigliavo molto.
 

Jessamine

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Piccole donne, Capitolo 7 - piccoli spoiler

Ecco, avendo appena visto la nuova versione cinematografica, ero molto influenzata da quella: Timothée Chalamet mi piace molto come attore, ma in effetti, ripensandoci, al suo Laurie (che pure mi era piaciuto!) manca tutta l'iniziale timidezza e ritrosia, il suo senso di solitudine... nel film, appariva solo come un ragazzo annoiato, mentre il Laurie del libro ha una fragilità che lì non emerge. E, è inutile dire che Laurie è stata forse la mia prima grande cotta letteraria, vero? :mrgreen:

Mi è piaciuto molto il capitolo in cui Amy lascia da scuola: sono molto curiosa di sapere che cosa fossero esattamente gli oggetti della discordia. Qui vengono tradotti come lecca-lecca, ma dalla descrizione che ne viene fatta non mi sembrano quello che noi oggi chiamiamo lecca-lecca. Nel film, se non sbaglio vengono chiamati "lime", mentre nell'edizione che avevo da bambina erano una cosa come "succhiotti", se non ricordo male.
Comunque, mi ha molto colpita la presa di posizione della signora March, che si schiera apertamente contro le punizioni corporali e tutte quelle punizioni capaci solo di umiliare il bambino, senza davvero aiutarlo a capire quale sia stato l'errore, rendendo nullo il loro potere educativo. Insomma, mi sembra un aspetto molto moderno, segno di quanto questa famiglia fosse illuminata e lungimirante.
 

Jessamine

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Piccole donne, capitolo 14 - SPOILER

Avrei voluto essere più costante nel commentare, ma alla fine mi sono fatta prendere la mano e ho letto d'un fiato gli ultimi capitoli.
Devo dire che, trattandosi di un libro che avevo tanto amato, avevo un po' paura di non riuscire ad apprezzarlo come un tempo, e invece è una lettura che per me è "invecchiata" molto bene. Certo molti tratti sono un po' figli del loro tempo, ma tutto sommato sto provando un vivo interesse che va comunque oltre il solo piacere di ritrovare personaggi e piaceri della mia infanzia.

Il momento in cui i racconti di Jo vengono accettati dall'editore e pubblicati sul giornale ha sempre il potere di commuovermi moltissimo: è bello vedere i primi passi di un giovane verso il proprio futuro, i primi passi verso l'indipendenza e verso un obiettivo tanto sognato (non consola invece granché pensare che anche all'epoca i giovani fossero pagati solo in visibilità, ma insomma... :YY).

Mi ha colpito molto la scena in cui le ragazze vanno in gita con gli amici inglesi di Laurie: c'è un momento molto bello in cui si elogia l'importanza per una donna di lavorare ed essere indipenente, e, ecco, sono molto, molto felice di aver avuto la possibilità di crescere con affermazioni del genere.

SPOILER DA PICCOLE DONNE CRESCONO:
Ci sono poi molte scene che fanno quasi male: sono diversi i passaggi in cui si parla della morte e del Paradiso, e sempre Beth vi viene associata, in un'anticipazione di quel che accadrà che stringe davvero il cuore. A un lettore inconsapevole tutto questo porebbe passare inosservato, ma con il senno di poi mi ha colpito moltissimo che il presagio della sua scomparsa premarura fosse già presente nei primissimi capitoli.
 

Jessamine

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So che avevo detto che avrei voluto spalmare i quattro libri su tutto l'anno, ma siccome sono la regina della coerenza, sto iniziando ora "Piccole donne crescono" :HIPP
 

Jessamine

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Piccole donne crescono, capitolo 2

Il matrimonio di Meg è sempre stato un momento che mi commuove molto, ma non ricordavo il passaggio in cui la signora March si vanta di non aver mai offerto e di non avere mai intenzione di offrire bevande alcoliche ai suoi ospiti :HIPP
 
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