250° MG - Fuoco grande di Cesare Pavese e Bianca Garufi

Ondine

Logopedista nei sogni
Domani inizierà questo mini gruppo di lettura dedicato a "Fuoco grande", romanzo scritto a quattro mani da Cesare Pavese e Bianca Garufi.

Al momento a partecipare siamo io, Jessamine e Minerva6.

Chiunque volesse aderire è il benvenuto.

Ho proposto di leggere questo romanzo perché mi sto dedicando alla lettura di Pavese attraverso biografie e romanzi e questo autore mi sta appassionando.
Ho proposto Bianca Garufi come autrice in "Adotta un autore - 5° turno" perché incuriosita proprio dal fatto che scrisse questo romanzo insieme a Pavese, è la prima volta che mi capita di leggere un romanzo scritto da due persone, ed in particolare da un uomo e da una donna, e questo romanzo narra una storia raccontata proprio da due punti di vista diversi, il protagonista maschile e la protagonista femminile, la differenza di prospettiva mi pare già interessante di per sé.
Si dice che questo romanzo sia incompiuto (la Garufi lo terminò dopo la morte di Pavese con il seguito "Il fossile") ma, forse, bisognerebbe capire cosa si intende per "incompiuto" perché secondo me non è tanto importante che il ciclo di una storia si chiuda quanto l'emozione che un tipo di scrittura lascia nel lettore, questo almeno è il mio approccio a questo romanzo, non mi aspetto un finale che faccia capire tutto, anzi un finale che si presta a più interpretazioni o che lascia il lettore in sospeso può avere quell'impatto emotivo che personalmente cerco in una lettura e che mi fa lavorare di fantasia.

Detto questo spero che, al di là se piaccia o non piaccia questo romanzo, lasci comunque un qualcosa.
 

Jessamine

Well-known member
Eccomi!
Io confesso di essere invece un po' preoccupata da questo suo essere incompiuto: non conosco per nulla la Garufi, e pochissimo Pavese, quindi non so cosa aspettarmi da questo romanzo, e soprattutto quanto sia incompiuto. Più che altro perché, non conoscendo bene gli autori, per me non c'è quella voglia di assaporare anche solo le briciole di una storia, di poter mettere gli occhi su tutto quello che hanno scritto.
Però, insomma, ci provo: alla fine sono solo 70 pagine, e in questi giorni di quarantena e impossibilità di lavorare significherebbe al massimo aver "buttato" via un pomeriggio, ecco.
E magari mi verrà la voglia di conoscere meglio Pavese, o la Garufi, il che sarebbe comunque una vittoria :HIPP
 

Jessamine

Well-known member
Confesso di aver saltato l'introduzione, perché dopo poche pagine mi sembrava fosse un commento puntuale al racconto.

Ho appena iniziato, e il romanzo si apre così:

"L'ultima volta che andai al mare con lei, Silvia si rivestì tra i ginepri e la vidi chinata scrollarsi il costume dalle gambe, tutta rossa e brunita. La faccia gliela nascosero i capelli. Io chiamai il suo nome, ma a voce così bassa che tra i capelli non mi sentì. Fu l'ultima volta, e quel giorno non l'avevo neanche toccata".

Lo trovo molto evocativo, mi piace moltissimo.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 1 e 2

Io ho letto il primo e il secondo capitolo.
La parte scritta da Pavese mi ha ricordato molto "La luna e i falò", quando Giovanni parla con l'amico Giorgio di come l’uomo non può negare la propria origine e che ognuno porta i segni del paese natale, infatti per Giovanni Silvia è la personificazione di Maratea (durante il viaggio in treno l'umore di Silvia cambia mano a mano che si avvicina al paese), ecco questo accostamento tra paesaggio ed emozioni è una caratteristica della scrittura di Pavese che mi piace molto.
La parte scritta dalla Garufi l'ho trovata più comunicativa nel descrivere Silvia, di lei ci fa sapere che è diventata cittadina d'adozione, che ha un rapporto difficile con la madre (più che difficile direi), forse sono condizionata dal fatto di sapere che la scrittrice è anche una psicoanalista, quindi l'ho letta avendo bene in mente questo elemento, ad esempio osservo i comportamenti di Silvia come fatti dietro cui si nasconde altro o magari ho troppe aspettative nella scrittura di questa autrice nuova anche per me, comunque al momento il suo alter ego, cioè Silvia, mi sembra tutto da scoprire, piuttosto ambiguo nel raccontare alla sua amica Flavia una storia inventata del suo primo amore, vuole apparire una donna di città agli occhi degli altri, come se volesse dimenticare le proprie origini mentre il telegramma la costringe a ritornare alle origini.
Pavese vive l'amore con assoluta dedizione ma allo stesso tempo senza speranza (come quando scrive che Silvia, così come le altre Silvie conosciute in passato, non è destinata a lui) e in Giovanni secondo me c'è molto di suo, inoltre il tema del ritorno alle origini è caratteristico di Pavese, che si interessò alla psicoanalisi e infatti il ritorno alle origini, alla propria infanzia, lo dimostra appieno.
 

qweedy

Well-known member
capitolo 1 e 2

Mi avete incuriosito, ho iniziato a leggere anch'io i primi due capitoli.
Mi è piaciuta molto la definizione di disgrazia: "disgrazia è volere qualcosa che non si può avere".
E anche di sciocco: "Giorgio è sciocco, di quella innocenza testarda che vuole tutti uguali a sè". E' un errore che faccio spesso, pensare che gli altri ragionino come me.

Non ho capito cosa dica il telegramma, forse la morte di qualcuno?
Silvia non mi è molto simpatica. Posso capire che non le piaccia la dedizione di Giorgio, e anche che non si possa innamorare, però lo sta usando.
 
Ultima modifica:

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ce l'ho fatta a leggere i primi due capitoli, però per postare un commento aspetto, ora mi accontento di leggere i vostri :wink:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho letto già sei capitoli così non resto indietro... Sempre se voi non l'avete già finito :mrgreen:.
Conosco il motivo del telegramma però alcune cose non mi sono ancora chiare.
Quando sono sicura che anche voi siete arrivate allo stesso punto vi chiedo spiegazioni.
 

Jessamine

Well-known member
Capitolo 4 - SPOILER

Mi sta piacendo molto questo alternarsi di punti di vista, anche se per ora, lo confesso, mi interessa molto la storia di Silvia, mentre di Giovanni non mi frega quasi nulla :HIPP
Mi incuriosisce soprattutto il modo in cui i contorni della vicenda si svelano pian piano, ma senza mai dare alcuna certezza. Non so, la voce di Silvia mi sembra estremamente parziale e distorta, come se lei stessa si fosse raccontara la propria storia talmente tante volte, aggiungendo così tante modifiche e limature e rimaneggiamenti, che ormai la verità non è più a portata nemmeno del suo pensiero.

Se il suo passato fosse esattamente come lo racconta, sarebbe davvero straziante, con questo figlio da cui è stata allontanata a forza e che la considera solo una sorella fuggita, e che ora sembra in punto di morte.

Sono molto curiosa di vedere come reagirà Giovanni al tutto - e a questo fantomatico matrimonio!

Credo che comunque lo finirò questa sera, anche se spero di riuscire a disseminare qualche commento in corso d'opera :HIPP
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 3 e 4

Mi ha colpito quando Giovanni grida di fronte allo specchio il nome dell'amata allargando le braccia.
Il suo amore è intenso ma non riesce ad esprimerlo così come non riesce a fare alcuna domanda a Silvia sul perché del loro viaggio, la osserva solamente come se avesse paura che una sua domanda di troppo risultasse invadente ed inopportuna, Giovanni è pieno di timori riguardo le reazioni di Silvia, che lo confondono perché sono ambivalenti.
Giovanni intuisce che Silvia e la sua famiglia nascondono un segreto (e forse lui lo ha capito ma non ha il coraggio prima di tutto di ammetterlo a se stesso e poi di domandarlo a Silvia?) ma ho l'impressione che non voglia approfondire questo segreto perché significherebbe guardare la realtà di Silvia in maniera diversa da come lui se l'era immaginata.
Nel quarto capitolo il segreto viene svelato al lettore in modo indiretto da Silvia attraverso i ricordi della sua infanzia, non lo commento per non spoilerare.
Sapendo ora questo comprendo l'incostanza di Silvia ma non giustifico il suo comportamento nei confronti di Giovanni, la reputo egoista.
 
Ultima modifica:

Jessamine

Well-known member
L'ho terminato ieri sera: prossimamente cercherò di fare dei commenti un po' più sensati, ma intanto, a caldo, devo dire che mi è piaciuto molto, nonostante si avverta che il finale è abbastanza zoppo.
La cosa che più mi ha colpito è l'assoluta solitudine in cui i due personaggi sono immersi: mi sono sembrate due persone che non si sono affatto amate, che si sono a stento sfiorate, che non hanno mai saputo comunicare, e hanno inconsapevolmente "usato" l'altro per scavare dentro di sé e per cercare di restare a galla nei propri problemi.

Resto comunque dell'idea che, per tutta la lettura, Giovanni mi sia sembrato solo un "puntello" alla storia, poco interessante e poco approfondito, mentre di Silvia mi è rimasta la voglia di avere molto di più.
 

qweedy

Well-known member
Finito! Attenzione spoiler

L'ho terminato anch'io, ero troppo curiosa.

Mi ha colpito la sensazione di estraneità di ognuno, pare che ognuno si muova in un proprio film personale, ognuno vede la stessa realtà in modo diverso. Sono abbastanza convinta che questo avvenga davvero, come spiega perfettamente Pirandello: "“Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!”

Sento pietà per Silvia, e rammarico che Giovanni non si sia dimostrato all'altezza della situazione. Silvia l'ha usato, si è aggrappata a lui perché non era in grado di fare altrimenti. Giovanni non è stato in grado di "salvarla", ma non è una colpa, non si può chiedere a una persona più di quello che è in grado di dare. Giovanni era innamorato della sua immagine di Silvia, e scoprendo la vera Silvia, se ne è velocemente disamorato.

Credo che per uno scrittore scrivere un romanzo a quattro mani sia un'esperienza giocosa. Qui mi pare che i modi di scrivere dei due autori si siano uniformati, fusi in un nuovo stile di scrittura, come scritti da una nuova mano nata dall'unione.

Avrei preferito come titolo quello originale scelto da Pavese, "Viaggio nel sangue", mi sembra più adatto, ma esso fu mutato in "Fuoco Grande" dall'editore Einaudi.

Così scrive nell'introduzione Bianca Garufi "All'undicesimo capitolo, il romanzo si interrompe. Nella nostra prima intenzione, questo doveva essere solo l'inizio di una narrazione più vasta. Infatti sia il dattiloscritto appartenente a Pavese che quello da me conservato, erano corredati (oltre che da schizzi a matita della pianta di Maratea e della pianta dei due piani della casa materna di Silvia) da nostri appunti su quello che sarebbe dovuto essere il seguito della vicenda, cioè la vita di Silvia e dell'avvocato fuggiti in città, un amore tra Giovanni e Flavia, il suicidio di Silvia. Ma l'interruzione del racconto al culmine del viaggio di Silvia e della sua famiglia quando il segreto di Silvia e della sua famiglia è svelato, fa sì che la carica emotiva e la tensione narrativa raggiunta dalla vicenda in quel punto può considerare il romanzo non come una parte, ma come un'opera in sé compiuta".
Questo romanzo incompiuto troverà successivamente un’ipotetica conclusione ad opera della Garufi, in Il fossile.

La mia edizione in Pdf è una trilogia, Libro postumo - Fuoco grande - Il fossile. Sono troppo curiosa, leggerò anche gli altri due racconti, il primo e l'ultimo.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 5 e 6

Anche io avrei tenuto il titolo originario.
Io sto commentando due capitoli alla volta così lo memorizzo meglio e fisso meglio ciò che mi ha colpito.
La cena in cui si ritrova suo malgrado Giovanni dice tutto, c'è un linguaggio espressivo e corporeo piuttosto eloquente.
Niente parole (quando mancano le parole in famiglia si impara a cogliere i significati nascosti, non so come possa essere definita questa capacità che si acquisisce col tempo e che di sicuro ti indurisce dentro), il disagio di Giovanni è comprensibile e qui lui ha modo di osservare come Silvia e la madre abbiano tratti caratteriali comuni.
Silvia per la prima volta osserva Giustino per trovare una somiglianza fisica, mi ha commosso e ho provato una profonda pietà per lei, per quella tenerezza che sicuramente c'è dentro di lei ma che nasconde dietro la sua durezza (si convince che non può accettare l'amore di Giovanni come non ha potuto accettare l'amore dei precedenti uomini che ha conosciuto).
Ad un certo punto Giovanni d'impulso fa un gesto istintivo nel modo e nel momento sbagliato, forse guidato dal rancore nei confronti di Silvia.
L'incomunicabilità tra i due si riflette proprio in un momento intimo, sono quanto mai due estranei.
Forse dopo leggerò anch'io gli altri due racconti.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Capitolo 7 e 8

Giovanni ora mi sembra quasi rassegnato, si è reso conto che anche se Silvia lo ha portato dai suoi in realtà tra loro due nulla è cambiato, si sente solo e prova a pensare al suo futuro senza di lei, è una difesa per non soffrire ulteriormente che spero lo porti ad un’evoluzione, chissà, ora sono curiosa di vedere il suo comportamento.
Silvia, per quanto io capisca l’origine del suo comportamento, mi urta, è troppo sicura che Giovanni la rincorrerà sempre, lo usa a suo piacimento e, anche nei rari momenti in cui si sforza di essere tenera con lui, si mostra fredda e spegne ogni entusiasmo in Giovanni che reagisce con desolazione o al contrario con impeto irrazionale.
E’ ricorrente in Pavese il disprezzo che l’uomo prova verso la donna che lo rifiuta, disprezzo che serve a non provare dolore e pensando a questo non mi ha stupito il fatto che Giovanni, profondamente deluso da Silvia, si ricordi di Flavia, definendola dolce mentre Silvia rifiuta la sua dolcezza come quando lui in camera vuole abbracciarla e lei rimane scostante, deridendolo per questo suo bisogno che lei definisce infantile, da qui poi Giovanni dà sfogo alla rabbia repressa.
Leggendo il capitolo di Silvia, quando lei si confida con Giovanni davanti la rupe, mi sono illusa che Silvia diventasse autentica e togliesse la sua maschera, l’incantensimo e il senso di empatia tra i due dura un attimo poi Silvia scappa di nuovo da se stessa e addirittura fa intendere a Giovanni che l’idea del matrimonio è vera (lei lo ha presentato come suo fidanzato e futuro sposo) ma si sente benissimo che è una bugia per eludere le domande di Giovanni e infatti poi lei sposta il discorso sul viaggio di ritorno, che peccato per tutti e due questa mancata occasione di conoscersi davvero, mi ha lasciato un senso di amarezza.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Povera illusa, pensavo di aver guadagnato tempo ieri invece oggi non sono riuscita a proseguire, è stata una pessima giornata dal punto di vista emotivo :cry:.
Ora leggo solo i commenti senza spoiler, sperando che domani starò bene per proseguire.
 

qweedy

Well-known member
Silvia, per quanto io capisca l’origine del suo comportamento, mi urta, è troppo sicura che Giovanni la rincorrerà sempre, lo usa a suo piacimento e, anche nei rari momenti in cui si sforza di essere tenera con lui, si mostra fredda e spegne ogni entusiasmo in Giovanni che reagisce con desolazione o al contrario con impeto irrazionale.

Secondo me Silvia ha immagazzinato troppo dolore per essere in grado di corrispondere con amore a chiunque, lei stessa lo dice fin dall'inizio.
Certo, non è giusto che Silvia usi Giovanni come una stampella, approfittando del suo essere innamorato.
Ma di chi è innamorato in realtà Giovanni? Di una Silvia idealizzata, che non corrisponde alla realtà. Infatti anche quando Giovanni comincia a intuire e capire qualcosa del passato problematico di Silvia, evita di fare domande, evita proprio l'argomento, cerca di eclissarsi. Secondo me si comporta da pusillanime.
Un uomo innamorato avrebbe dovuto cercare di aiutare Silvia a raccontarsi, a sfogarsi, avrebbe dovuto farle da spalla, proteggerla e confortarla. Lui invece evita ogni confronto e velocemente se ne disinnamora. La Silvia reale è troppo complicata e troppo diversa dall'ideale immaginato.
Credo anche che Silvia non riesca ad aprirsi con Giovanni proprio perché ne intuisce la debolezza. Giovanni non reggerebbe al confronto con la realtà. Silvia avrebbe avuto bisogno di un uomo forte al suo fianco, per avere la speranza di superare il suo passato.
 

qweedy

Well-known member
Si dice che questo romanzo sia incompiuto (la Garufi lo terminò dopo la morte di Pavese con il seguito "Il fossile") ma, forse, bisognerebbe capire cosa si intende per "incompiuto" perché secondo me non è tanto importante che il ciclo di una storia si chiuda quanto l'emozione che un tipo di scrittura lascia nel lettore, questo almeno è il mio approccio a questo romanzo, non mi aspetto un finale che faccia capire tutto, anzi un finale che si presta a più interpretazioni o che lascia il lettore in sospeso può avere quell'impatto emotivo che personalmente cerco in una lettura e che mi fa lavorare di fantasia.

Condivido totalmente! L'emozione che questo breve racconto trasmette è fortissima e non è per nulla importante che la storia si chiuda.
Non so se capita anche a voi, ma io di un romanzo ricordo l'inizio, l'ambientazione, quanto mi abbia trascinato all'interno della vicenda.
I finali spesso li dimentico.
Lo scenario di apertura è molto più ampio e molto più importante di un finale magari affrettato e raffazzonato, scritto sbrigativamente giusto per chiudere in qualche modo la storia.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ce l'ho fatta a leggere anche altri due capitoli, quindi fino all'ottavo. I dubbi che avevo ieri me li avete risolti. Vorrei commentare ma non riesco ancora a riordinare i pensieri.
 

Jessamine

Well-known member
Attenzione, spoiler

Pensiero random: comunque, Silvia mi è sembrato un personaggio a cui, per colpa di tutti i patimenti che ha dovuto sopportare, è molto difficile stare vicino, ma ho detestato la leggerezza e la totale indifferenza con cui Giovanni reagisce al racconto di Silvia dei suoi desideri suicidi. Nell'unico momento in cui lei ha cercato di aprirsi e di mostrare almeno la scorza esterna della sua fragilità e del suo dolore, lui ha reagito in maniera talmente insensibile che avrebbe allontanto credo chiunque.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Però io non ho visto Giovanni insensibile in quel momento, tant'è che Silvia dice che lo sentiva vicino.
Forse aspettava che Silvia si aprisse spontaneamente, aveva paura di rovinare con domande la predisposizione di Silvia a parlare di sé e comunque l'argomento era delicato e avrebbe avuto bisogno di una maggiore confidenza tra loro credo, non ho ancora ben capito che tipo di relazione sia la loro.
 
Ultima modifica:
Alto