Singer, Isaac Bashevis - Il ciarlatano

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Il ciarlatano è apparso in origine a puntate sul “Forverts”, il quotidiano yiddish di New York, tra il 23 dicembre 1967 e il 31 maggio 1968, con cadenza bisettimanale.
Scritto in yiddish, è la storia del ricchissimo Morris Kalisher e dello sfaccendato Hertz Minsker e delle loro mogli e racconta di un’America vista con gli occhi di Varsavia. Sfuggiti dall'Europa nazista negli anni del secondo conflitto mondiale, prima del coinvolgimento degli USA nella guerra, partecipano al grande sogno americano. Sono immigrati polacchi, vivono lontani dalla legge della Torah, qualcuno si è arricchito, altri vivono di espedienti. E' Hertz Minsker ad essere definito con un certo cinismo da un suo amico come un ciarlatano (“Perché gli dai del ciarlatano? E come dovrei chiamarlo? E’uno che corre dietro a donne di ogni tipo, facendosi pure dare del denaro. E’ così che ha sempre vissuto”). Minsker tuttavia è altresì un grande erudito, figlio di rabbino, profondo conoscitore del Talmud, oltre che incallito donnaiolo con moglie ed una serie di amanti in continua espansione.
Le vicende private di questi ebrei immigrati a un certo punto si allargano fino a inglobare le tradizioni del mondo ebraico per arrivare alle domande esistenziali e filosofiche sull’esistenza di Dio e sui suoi disegni misteriosi e incomprensibili e infine sul senso della vita.


"Appena arrivati dicevano tutti la stessa cosa: l’America non fa per me. Ma poi, a poco a poco, si sistemavano, e non peggio che a Varsavia".

“Se ti allontani da Dio sei un nazista”, dice Morris a Hertz. E lui, poi ragiona tra sé e sé: “Morris ha ragione. Siamo tutti nazisti. Nazisti circoncisi”.

"Quando parlava di sé, amava dire: “Sono un ciarlatano!”.
 
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