Nuccio, Valentina - Terra d'ombra bruciata

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Piera, una vita normale in una cittadina del Nord finché il marito, insegnante, ottiene il tanto desiderato trasferimento nella sua città natale, Taranto. Con il figlio Giacomo e il gatto Mou percorrono tutta l'Italia ma, quando si ritrova davanti alle ciminiere dell'ex Ilva, lei si sente smarrita e spaventata. Quando il figlio ha un piccolo incidente, si ritrova catapultata in una realtà spaventosa in cui tanti bambini sono pazienti 048: ammalati di cancro. Taranto però non è solo morte. È anche mare, cielo azzurro e bellezza storica, e piano piano Piera se ne innamora, decidendo di unirsi alla lotta quotidiana degli abitanti, tra tragedie e solidarietà. Piera cambia, si trasforma in una donna nuova, scoprendosi diversa da quella che pensava di essere. Prefazione di Erri De Luca.


Il viaggio dal Nord fino a Taranto è lungo e, se non si sta raggiungendo la meta per le vacanze, potrebbe non essere proprio felice. Mentre guarda fuori dal finestrino immersa nei suoi pensieri, Piera è spaventata: il marito, Mario, le ha detto che al loro arrivo ritroverà il sole e il mare… ma lei, settentrionale amante della montagna, lo odia il mare… e il sole è troppo caldo. In realtà queste sono scuse: Piera ha paura perché sa che a Taranto c'è un camino che svetta alto e temibile, simbolo di quel mostro che con una mano sfama gli abitanti della città e con l'altra li ammazza. Piera ha paura per se stessa, per il marito, ma ancora di più ne ha per il figlioletto Giacomo. È proprio quando quest'ultimo ha un piccolo incidente giocando, che Piera recandosi in ospedale, entra per la prima volta in contatto con i bambini 048 e con le loro famiglie. Questa esperienza le cambierà la vita, la compassata e controllata Piera sentirà nascere dentro di sé uno sgomento misto a rabbia, a volontà, necessità di fare qualcosa, di sapere, di incontrare. Ed evidentemente questi sentimenti devono trasparire all'esterno, perché da quel momento sono gli altri ad offrirle storie, pezzi di vita, racconti strazianti di vite cambiate o finite per colpa della malattia. Le spiegano cosa sia uno 048, cosa siano i Wind Days, le raccontano di chi non ce l'ha fatta… ma anche di chi lotta, sopravvive, le raccontano degli esempi belli, delle mamme coraggio, della bellezza di una città che non si arrende, di una città di tutti, sani e malati, in cui tutti hanno il diritto di provare a vivere. E così, quando infine il mostro stenderà i suoi tentacoli fino alla sua famiglia, Piera sarà pronta a prendere le cose come verranno, facendo coraggio a se stessa ed alla sua famiglia. C'è tanto dolore in queste pagine, ma anche tanto coraggio, c'è l'energia della speranza e della necessità di andare avanti per forza, di trasformare la rabbia in energia e di riappropriarsi della propria vita, a prescindere da quanta ne resti, quale che sia il conto da pagare. Si può sorvolare su qualche opinabile scelta narrativa? Sì, se si guarda alle storie, al non detto e all'urlato, al messaggio di forza che queste pagine ci lasciano e ci lanciano… perché tutti hanno il diritto di continuare a vivere o almeno di provarci… anche noi.
 
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