Veronesi, Sandro - Il colibrì

qweedy

Well-known member
"Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno a lui, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta. Un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo.
Un romanzo potentissimo, che incanta e commuove, sulla forza struggente della vita."

E' il romanzo di una vita, della vita di Marco Carrera. Un romanzo che parla di amore, di dolore, di morte, ma soprattutto di forza, di resilienza.
E' scritto in modo colto, elegante e scorrevole, con tante citazioni, e per rendere le pagine dolorose più accettabili, i capitoli si alternano in modo disordinato, non in ordine temporale, e i capitoli sono uniti uno all'altro dai documenti, lettere, e-mail, che funzionano come congiunzione per il voluto disordine cronologico. Grande maestria e grande tecnica di Veronesi: " Mi sono ispirato a uno dei più grandi romanzi che siano stati scritti nel Novecento: Bambini nel tempo. Ian McEwan, nella sua opera, ci fa capire come, disgregando la cronologia del tempo, sia possibile superare anche il dolore più indicibile. Ho deciso di scrivere i capitoli a caso, senza seguire un ordine."
Nonostante il dolore descritto in varie declinazioni il libro trasmette un messaggio positivo di speranza, con l'uomo del futuro, che in realtà è una bambina Miraijin.

Consigliato! Voto 5

“Tu sei un colibrì perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo. Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere dove già sei. Sei formidabile, in questo. Riesci a fermarti nel mondo e nel tempo, riesci fermare il mondo e il tempo intorno a te, certe volte riesci addirittura anche a risalirlo, il tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro.”

“I lupi non uccidono i cervi sfortunati. Uccidono quelli deboli”.

"Ma è vero che se una storia d’amore non finisce, o come in questo caso nemmeno comincia, essa continuerà a perseguitare la vita dei protagonisti con il suo nulla di cose non dette, azioni non compiute, baci non dati..."

“Io ora ho una missione da compiere, che dà senso a tutto quello che ho avuto e non ho avuto, compresa te: allevare l’uomo nuovo, e l’uomo nuovo è la bambina di otto anni che dorme sotto questo tetto”.

“Ubi nihil vales, ibi nihil velis”. Dove nulla puoi, niente devi volere.

“Preghiamo per lui e per tutte le navi in mare”
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Anche a me è piaciuta moltissimo la struttura apparentemente disordinata ma che, in realtà, accompagna in maniera pulita il lettore verso la conoscenza delle varie verità al momento giusto. L'autore, attraverso il personaggio di Marco, ci parla con voce riconoscibile e ben definita, in maniera colta ma allo stesso tempo semplice, introspettiva, a tratti lieve, a tratti invece dolorosa - nonostante il disordine che, è vero, allevia l'impatto - per via dell'efficace descrizione di emozioni e sensazioni che, tuttavia, è quasi sempre condita da un'ironia amara e tagliente.
Marco è un colibrì non solo per il suo soprannome infantile legato alla statura, ma perché, come il colibrì, riesce ad andare avanti stando fermo. Ed è per questo che difficilmente gli altri esseri umani, per lo più votati al cambiamento, lo capiscono. E la sua difficoltà a comunicare, malgrado una straordinaria intelligenza, condiziona tutta la sua vita e traspare continuamente dalle pagine.
Il libro parte con un dialogo incalzante e vivace, per questo l'ho acquistato e devo dire che ha confermato le mie aspettative.
Molto bello, l'unica cosa che non mi è piaciuta sono state le prime lettere che Marco e Luisa, la donna amata, si scrivono da giovani, mi è sembrato un tentativo non particolarmente riuscito di riprodurre un sentimento adolescenziale. Ma è un "pelo nell'uovo", niente che infici la qualità del libro.
 

malafi

Well-known member
Un buon libro, senza raggiungere livelli di eccellenza a causa di alcune pecche, secondo il mio giudizio.

Perchè è un buon libro
La tecnica narrativa è indovinata. Un susseguirsi di capitoli relativi ad anni diversi della sua esistenza, ma non in ordine cronologico. Il risultato è che arriviamo a conoscere i fatti salienti e gli innumerevoli e profondissimi lutti che l'hanno contraddistinta un po' per volta e quasi per caso, senza dunque quel pathos (in senso negativo) che altrimenti ci indurrebbero.
E' dunque una scoperta fatta un po' per volta, come pescando in modo casuale dal mazzo di carte della sua vita.
A suo modo, tiene molto viva l'attenzione del lettore, che non sa mai cosa aspettarsi.

Perchè non eccelle
Un po' di luoghi comuni sparsi qua e là e soprattutto questa nipote 'simbolo' della rinascita dell'uomo, perfetta in tutte - dico tutte - le sue manifestazioni, che non ho capito bene che cosa stia a significare. Forse una nuova spinta propulsiva, contrapposta allo stare fermo ed essere resiliente del protagonista?
Ed anche il finale... insomma, un po' stucchevole. Non mi è piaciuto.

Ma rispetto agli ultimi premi Strega, siamo comunque ad un livello assai superiore. E' già qualcosa.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Finalmente è arrivato anche il mio turno: dopo averne sentito parlare per più di un anno, nei toni più diversi, da tutti (il che, per quanto mi riguarda, è già positivo), mi sono decisa anch'io a superare qualche remora istintiva ed a leggere Il colibrì. Parto subito col dire che sono contenta di averlo letto: ho trovato un romanzo controverso, anomalo, origina[SUB]
Codice:
[/SUB]le, che può piacere o non piacere, ma che fa discutere, fa parlare di sé, non è un "organismo" assoluto, definito, immutabile, bensì un qualcosa di mutevole, in divenire, adattabile a chi lo legge, un po' come l'acqua. Anche il protagonista, Marco Carrera, è uno che in fondo si adatta: si adatta al dolore, alla perdita, al tradimento, agli errori… si alza, si rimette la maschera e va… verso la prossima (dis)avventura. È un colibrì, riesce a rimanere a mezz'aria, a non precipitare, non crollare, non schiantarsi al suolo… e fidatevi, per quante gliene sono successe, ne avrebbe ben d'onde. Sandro Veronesi è riuscito nell'impresa non facile di rendere interessante e accattivante una storia che poteva prendere più strade diverse: poteva risultare – come minimo – frammentata, oppure tristissima, o persino incredibile (proprio in senso letterale, di non credibile). Lui invece è stato bravo ad incuriosirci, con questi continui salti spazio-temporali, con i tanti personaggi, su e giù per la vita dei Carrera, delle loro disgrazie, dei sogni e dei fallimenti. È stato bravo e si vede che dietro questo romanzo c'è uno studio, un approfondimento, c'è applicazione e lavoro di architettura narrativa: ad una lettura superficiale sembra tutto un po' casuale, ma in realtà, se ci si sofferma a leggere con attenzione andando appena un po' al di là della trama, si nota subito che niente lo è, a cominciare dalle citazioni e omaggi disseminati in modo fintamente distratto qua e là fra le pagine (come dimostra la preziosissima bibliografia finale). E a ben vedere, credo che sia proprio l'attenzione e l'originalità nella scrittura ciò che più ho apprezzato in questo romanzo. Non so dire, in definitiva, quanto mi sia piaciuto, non lo definirei un capolavoro, ma di certo è un romanzo degno di molta attenzione dal punto di vista narrativo e prettamente stilistico. Lo consiglio? Decisamente sì, soprattutto a chi voglia lasciarsi stupire da una prosa.
 

velvet

Well-known member
Una narrazione originale, non scontata che tiene vivo l'interesse del lettore. Una storia quella di Marco Carrera, fatta di reazioni più che di azioni, Marco reagisce o meglio resiste agli avvenimenti che capitano a lui o a quelli che lo circondano.
Va avanti, continua a vivere la sua vita e affronta le difficoltà che gli capitano, non scappa è forse il suo senso di responsabilità che lo tiene in piedi. Si sente responsabile per gli altri: la sorella, la moglie, la figlia, i genitori anziani, infine la nipote ed è questo a mandarlo avanti nei momenti difficili fino alla fine. Fatti divertenti, un po' surreali si alternano a tragedie.
A me è piaciuto, lmi ha a suo modo emozionato. Il protagonista non risulta molto simpatico ma alla fine in ognuno di noi c'è un po' di Marco Carrera; ci piacerebbe essere protagonisti delle nostre vite ma a conti fatti quanto abbiamo scelto e quanto ci è capitato?
 
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