257° MG - Eugenie Grandet di Honoré de Balzac

ila78

Well-known member
Io, Minerva e Francesca iniziamo questo libro, di un autore che ho avuto in sorte con l'adozione e di cui credo di aver letto qualcosa ai tempi della scuola ma ho completamente rimosso.

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Ho questa edizione Feltrinelli versione Kindle.

Buona lettura ragazze.
 
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Minerva6

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In giornata ti faccio sapere se riesco a partecipare. Non ho ancora recuperato il libro quindi devo prima capire se per me è scorrevole da leggere. Lo spero tanto perché ho già due libri fermi :W. Direi che per iniziare aspettiamo comunque Francesca :wink:.
 

francesca

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io ci sono e sono pronta...:D ho finito La crociera e sono pronta per ripartire.

Ho qualche reminiscenza, secondo me l'ho anche già letto, ma non ci giurerei, quindi parto volentieri quando ci siete.

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Trovato gratis su liber liber, non so l'edizione ma la traduzione è di Grazia Deledda, dovrebbe essere una garanzia :MUCCA.
Fra, tu quale leggerai?
Appena riuscite postate i vostri incipit, lo farò anche io al più presto :wink:.
Sicuramente in parte l'avrò letto in lingua originale al liceo, ho fatto il francese come lingua straniera, ma non ricordo nulla.
 

ila78

Well-known member
Metà capitolo 1

Mi piace la descrizione del piccolo paese della provincia francese, spero però che non sia spesso così descrittivo, perché mi annoio molto facilmente. Abbiamo conosciuto Monsieur Grandet che mi ricorda molto lo Scrooge Dickensiano.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ragazze, vi chiedo perdono ma mi sono accorta di averlo già letto :mrgreen:.
Mi è venuto in mente dalla traduzione che usa la Deledda per il nome della vecchia serva, Nannina (in originale mi pare sia Nonon, ma mi direte meglio voi)... Questo nome mi diceva qualcosa allora per scrupolo sono andata a controllare su Anobii ed è venuto fuori che questo romanzo l'ho letto appena 5 anni fa :paura:. Dai, però già è molto che me lo sia ricordato rileggendolo, ero arrivata verso pagina 20 delle mie 164 (però ognuna è ripetuta almeno 4 o 5 volte).
Vi seguirò ma solo da esterna.
Buona lettura :).

P. s. anche a me le troppe descrizioni di paesaggi, ambienti e oggetti annoiano :W. In realtà anche quelle sull'aspetto delle persone le trovo pesanti, preferisco quelle sul carattere :wink:.
 

ila78

Well-known member
Ragazze, vi chiedo perdono ma mi sono accorta di averlo già letto :mrgreen:.
Mi è venuto in mente dalla traduzione che usa la Deledda per il nome della vecchia serva, Nannina (in originale mi pare sia Nonon, ma mi direte meglio voi)... Questo nome mi diceva qualcosa allora per scrupolo sono andata a controllare su Anobii ed è venuto fuori che questo romanzo l'ho letto appena 5 anni fa :paura:. Dai, però già è molto che me lo sia ricordato rileggendolo, ero arrivata verso pagina 20 delle mie 164 (però ognuna è ripetuta almeno 4 o 5 volte).
Vi seguirò ma solo da esterna.
Buona lettura :).

P. s. anche a me le troppe descrizioni di paesaggi, ambienti e oggetti annoiano :W. In realtà anche quelle sull'aspetto delle persone le trovo pesanti, preferisco quelle sul carattere :wink:.

Ci molli allora?!? Peccato....:boh:
 

francesca

Well-known member
Io proseguo: all'inizio mi sono arenata un po', perché effettivamente è molto descrittivo, poi però ho preso il via.
Sono al punto in cui arriva l'azzimato cugino parigino ad interrompere la tombola.
Anche a me Monsieur Grandet ha ricordato lo Scrooge Dickensiano.
Balzac è magistrale nel far calare il lettore nell'atmosfera gretta e cupa di questa casa provinciale, dominata dall'avarizia e dall'ignoranza.
Non c'è un solo personaggio positivo fino ad ora, perché anche le donne di casa Grandet che non fanno calcoli, che, come dice l'autore, non tengono ai soldi semplicemente perché non ne hanno mai avuto bisogno, sono come sono solo perché vivono in una grande ignoranza e inconsapevolezza.
Temo che anche il cugino non porterà niente di buono.

La mia edizione è la economica Newton, anche per questo credevo di averlo già letto, perché negli anni Novanta compravo questi libri della Newton solo quando ero intenzionata a leggerli. Ma penso di essermi sbagliata, perché non mi sovviene niente durante la lettura. E non ricordo come questo libro sia arrivato in casa mia:?
Traduzione di Grazia Deledda.

Francesca
 
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ila78

Well-known member
Capitolo 2 16%

Dopo un inizio un po' lento la storia prende un po' più di brio con l'entrata in scena dei vicini, che puntano entrambi si soldi (più che alla mano) di Eugénie e all'arrivo del cugino, meraviglioso "dandy" parigino che con sti sozzoni di provinciali non c'entra nulla. Amo la Grand Nanon (e il fatto che il mio traduttore abbia avuto l'intelligenza di lasciare il nome originale) e, sarà che anche nella vita odio profondamente i taccagni, detesto M. Grandet e la moglie e la figlia mi fanno una tristezza infinita.
 

ila78

Well-known member
Capitolo 3 22%

Bellissima la descrizione iniziale dei primi amori e il paragone col primo sorriso.
Il cugino Charles non mi dispiace, mi chiedo come reagirà quando scoprirà che la sua non è una vacanza passeggera ma un'adozione permanente.
Adesso Grandet più che Scrooge mi ricorda Montgomery Burns dei Simpson.:mrgreen:
 

ila78

Well-known member
Capitolo 5 55%

Francy, ma tu hai capito la faccenda del viaggio di M. Grandet per vendere l'oro? E mi sono un attimo persa, è stato lui ad architettare la partenza di Charles per separarlo dalla figlia? Insomma non ci ho capito granché. Però mi piace. Finora personaggio top La Nanon!
 

francesca

Well-known member
Ila ma tu hai il libro diviso in capitoli?
Perché io non ho capitoli nel mio libro.
Comunque sono a 2/3 buoni del libro, Charles è partito, Eugenie e la madre tremano all'idea di dover rivelare a Grandet che Eugenie ha dato tutto il suo oro al cugino.
Allora, come te Ila, non sto capendo assolutamente niente di tutti i traffici di Grandet sul fallimento del fratello. Intuisco che sta facendo qualcosa di abbastanza losco, che come al solito si tradurrà in un guadagno per lui a spese dei creditori del fratello e forse anche del nipote.
Ma non riesco a seguire tutti i conti, né le conversioni delle monete, da lire, scudi, franchi. Non capisco nemmeno perché Balzac si dilunghi così tanto in tutti questi calcoli, forse per rendere l'idea dell'ossessione generale degli avari, quella di contare e ricontare le proprie ricchezze. Pensando che questo romanzo fa parte della Commedia Umana, con cui Balzac si proponeva di dare un descrizione di tutte le varie sfaccettature umane, si capisce che questo è il romanzo sull'avarizia, e devo riconoscere che lo scrittore riesce magistralmente a dare l'idea della grettezza, della meschinità dell'animo chiuso in questo sentimento. Lo fa anche con il contrappunto delle figure femminili e di quella del cugino (che si è rivelato migliore di quanto pensassi), che comunque non sono figure idealizzate, sono vere, con le loro luci e ombre, ma non dominate dall’avarizia.
Nel complesso comunque la lettura non mi sta risultando molto scorrevole, devo dire che mi dà davvero un senso di angoscia e di claustrofobia. Balzac riesce a rendere profonda l’impressione di come l’avarizia deformi e plasmi tutto ciò che la circonda, sia grazie alla sua capacità di descrivere le relazioni fra le varie figure del romanzo, sia anche nelle descrizioni degli ambienti. A me sembra proprio di averla vista questa casa Grandet, grigia, fredda come il cuore del padrone, scomoda e trasandata.
Anche a me piace Nanon, ma devo dire che anche Charles mi ispira tanta tenerezza, più anche che di Eugenie.

Francesca
 

francesca

Well-known member
Finito

Che delusione Charles!!! Infingardo, alla fine tira fuori la natura superficiale che aveva fatto intravedere all'inizio :X
Certo che in questo libro non si salva quasi nessun personaggio, non sono nemmeno sicura della buonafede di Eugenie nella parte finale, però mi sa perché la giudico con la mentalità dei nostri giorni.
Fatto sta che di sicuro Balzac ci ha dimostrato che tutto viene mosso nel bene e nel male dall'avidità, che sia avidità di denaro o, di posizione sociale, sempre di avidità si tratta, che corrompe tutto, getta una luce bieca su ogni sentimento, anche i più puri vengono soffocati e disgregati.
Riflettendo sull'avarizia, durante la lettura, mi è venuto da pensare che Grandet è così avaro che non si gode niente di quello che ha, e mi sono chiesta in più punti che senso può mai avere essere così ricchi per vivere in una casa gelida e semi diroccata, mangiando quasi niente o solo quando il cibo viene regalato.
Ma alla fine, quando Grandet ormai malato passa le sue ultime ore di vita seduto davanti al suo studio per controllare che nessuno gli rubi niente, ho capito che non è vero che lui non si è goduto niente. Lui si è goduto i suoi soldi nel solo modo con cui se li può godere un avaro. Contandoli, tenendoli al sicuro, passando sopra qualsiasi sentimento più vero pur di aumentarne il numero.
Nel complesso il libro mi è piaciuto, anche se forse sia il contesto che il linguaggio mi hanno lasciato l'idea di qualcosa di vecchio. Però la capacità di Balzac di descrivere l'animo umano, senza ricorrere a dissertazioni psicologiche ma raccontando gli animi dei suoi personaggi e le loro azioni e relazioni è potentissima e moderna.

Francesca
 

ila78

Well-known member
Che delusione Charles!!! Infingardo, alla fine tira fuori la natura superficiale che aveva fatto intravedere all'inizio :X
Certo che in questo libro non si salva quasi nessun personaggio, non sono nemmeno sicura della buonafede di Eugenie nella parte finale, però mi sa perché la giudico con la mentalità dei nostri giorni.
Fatto sta che di sicuro Balzac ci ha dimostrato che tutto viene mosso nel bene e nel male dall'avidità, che sia avidità di denaro o, di posizione sociale, sempre di avidità si tratta, che corrompe tutto, getta una luce bieca su ogni sentimento, anche i più puri vengono soffocati e disgregati.
Riflettendo sull'avarizia, durante la lettura, mi è venuto da pensare che Grandet è così avaro che non si gode niente di quello che ha, e mi sono chiesta in più punti che senso può mai avere essere così ricchi per vivere in una casa gelida e semi diroccata, mangiando quasi niente o solo quando il cibo viene regalato.
Ma alla fine, quando Grandet ormai malato passa le sue ultime ore di vita seduto davanti al suo studio per controllare che nessuno gli rubi niente, ho capito che non è vero che lui non si è goduto niente. Lui si è goduto i suoi soldi nel solo modo con cui se li può godere un avaro. Contandoli, tenendoli al sicuro, passando sopra qualsiasi sentimento più vero pur di aumentarne il numero.
Nel complesso il libro mi è piaciuto, anche se forse sia il contesto che il linguaggio mi hanno lasciato l'idea di qualcosa di vecchio. Però la capacità di Balzac di descrivere l'animo umano, senza ricorrere a dissertazioni psicologiche ma raccontando gli animi dei suoi personaggi e le loro azioni e relazioni è potentissima e moderna.

Francesca

Sono al 70% vado piano perché sebbene il libro mi piaccia sono infastidita dai personaggi, tutti tranne Nanon. Aspetto a leggere il tuo commento finale ma mi pare di capire che tra poche pagine detestero' anche Charles, ottimo.:W
 

ila78

Well-known member
Ho finito anche io.
Lascia un sapore amaro, non c'è possibilità di redenzione o di lieto fine, per nessuno. Nonostante l'oro, i soldi i titoli, gli onori sono tutti profondamente tristi e soli. Anche Eugénie alla fine diventa gretta e calcolatrice come suo padre, stendo un velo pietoso su Charles il personaggio che mi fa più schifo di tutti, anche più di pere Grandet che nella sua abiezione quanto meno è coerente con i suoi principi fino alla fine.

È un bel libro, a suo modo avvincente, anche se forse si dilunga troppo in "tecnicismi" economici e finanziari dell'epoca, che per noi moderni sono difficili da comprendere. Un bell'affresco su cosa faccia l'avidità all'animo umano.
 
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