Bassani, Giorgio - Lida Mantovani

Ondine

Logopedista nei sogni
Non conoscevo la scrittura di Giorgio Bassani, questo è il primo suo libro che leggo e che fa parte della raccolta “Cinque storie ferraresi”. Lida Mantovani è la protagonista di questo racconto breve ma la protagonista principale secondo me è Ferrara che accompagna la storia di questa ragazza “imprigionata” dentro le mura della città, imprigionata perché sembra in balia degli eventi: sogna il grande amore, le sembra di riconoscerlo nella figura di David, ma quando lui l’abbandona e lei è costretta a tornare dalla madre con in braccio suo figlio di pochi mesi ecco che la storia di sua madre rivive in lei e, se per un momento, la speranza di un destino migliore l’aveva svegliata dal torpore domestico e da una vita monotona, dopo non riesce a far altro che continuare a pensare a ciò che sarebbe potuto essere e invece non è stato, in un continuo flashback. Mi ha colpito e commosso la tristezza del personaggio, il suo senso di rassegnazione, persino l’amore è vissuto da Lida con angoscia perché è viva in lei la percezione di imminente abbandono. Ferrara e le sue mura circondano Lida, la soffocano, la fanno sentire in colpa e si vergogna perché si sente giudicata, il conflitto poi con la figura materna è silente ma presente nella minuziosa descrizione della vita quotidiana. La descrizione delle vie della città è malinconica perché la ragazza non riesce a sentirsi parte di quel mondo, si respira per tutto il romanzo un senso di alienazione. Ho trovato la sua scrittura molto poetica e delicata.
 

Grantenca

Well-known member
Non conoscevo la scrittura di Giorgio Bassani, questo è il primo suo libro che leggo e che fa parte della raccolta “Cinque storie ferraresi”. Lida Mantovani è la protagonista di questo racconto breve ma la protagonista principale secondo me è Ferrara che accompagna la storia di questa ragazza “imprigionata” dentro le mura della città, imprigionata perché sembra in balia degli eventi: sogna il grande amore, le sembra di riconoscerlo nella figura di David, ma quando lui l’abbandona e lei è costretta a tornare dalla madre con in braccio suo figlio di pochi mesi ecco che la storia di sua madre rivive in lei e, se per un momento, la speranza di un destino migliore l’aveva svegliata dal torpore domestico e da una vita monotona, dopo non riesce a far altro che continuare a pensare a ciò che sarebbe potuto essere e invece non è stato, in un continuo flashback. Mi ha colpito e commosso la tristezza del personaggio, il suo senso di rassegnazione, persino l’amore è vissuto da Lida con angoscia perché è viva in lei la percezione di imminente abbandono. Ferrara e le sue mura circondano Lida, la soffocano, la fanno sentire in colpa e si vergogna perché si sente giudicata, il conflitto poi con la figura materna è silente ma presente nella minuziosa descrizione della vita quotidiana. La descrizione delle vie della città è malinconica perché la ragazza non riesce a sentirsi parte di quel mondo, si respira per tutto il romanzo un senso di alienazione. Ho trovato la sua scrittura molto poetica e delicata.

Sono un grande estimatore di Bassani. Non ha scritto moltissimo, ma quello che ha scritto è tutto di straordinaria qualità. Un grande del 900
 
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