Tolstaja, Sof'ja - Amore colpevole

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Anna ama la natura, legge, dipinge e sogna un amore puro e ideale. Ha solo diciotto anni quando il trentacinquenne principe Prozorskij la chiede in sposa. Convinta di aver trovato in lui il vero amore, dovrà invece scontrarsi con un marito capace di concepire il sentimento solo come possesso carnale. Sarà un amico del principe, Bechmetev, un artista, a farle conoscere quella consonanza di anime in cui crede. E anche se Anna deciderà di restare al fianco del marito e dei figli e di combattere per salvare il suo matrimonio, sarà lui, Prozorskij, consumato dal dubbio e dalla gelosia, a trasformare irrimediabilmente quell'amore puro, a cui Anna è disposta a sacrificare tutto, in un «amore colpevole». Il destino di Sof'ja Tolstaja, l'amatissima moglie di Lev Tolstoj, fu quello di vivere all'ombra di un uomo di genio, rinunciando alla sua passione per la scrittura. Ma ora questo romanzo, che vide la luce solo diciassette anni dopo la morte dell'autrice, restituisce al lettore la sua voce, che colpì Tolstoj per la sua «forza di verità e semplicità». "Amore colpevole", la risposta di Sof'ja alla "Sonata a Kreutzer", è la storia parzialmente autobiografica di Sof'ja e Lev, un romanzo sulla gelosia, la sfiducia e il disprezzo che logorano ogni matrimonio.

La prima immagine che Sof'ja Tolstaja ci regala di Anna è quella di una giovane donna bellissima, spensierata, inconsapevolmente sensuale e molto morigerata. L'ultima immagine che abbiamo di lei è molto, molto diversa: in dodici anni Anna è sempre bellissima, ma è una persona molto diversa da quella diciottenne che dipingeva e si poneva importanti domande su Dio e sull'amore. Cosa l'ha cambiata? Potremmo sostenere senza tema di smentita che l'ha cambiata l'amore. Sì, perché l'amore, pur nella sua forza di concetto universale, ha molte declinazioni: c'è stato, per Anna, un amore idealizzato, fatto di comprensione, fiducia, scambio mentale reciproco, quello che l'ha spinta a sposare un principe più anziano di lei e che conosceva da molti anni perché amico di famiglia; un amore, questo, molto diverso da quello che ha trovato tra le braccia del marito, un uomo avvezzo ad ammaliare le donne, uno che non ha mai voluto né forse potuto capirla e che aveva come unica concezione dell'amore quella carnale, il possesso, la passione violenta, selvaggia e quasi animalesca. Poi, per suo sommo gaudio e somma sfortuna, Anna ha sperimentato anche un amore vissuto e ricambiato, una comunione di intenti, di anime, di cuori, quella con l'amico del principe, Bechmetev, che rimarrà sempre idilliaca e non andrà mai oltre il consentito, ma che metterà seriamente in pericolo il suo matrimonio. E più crescono l'amore non assecondato e il sacrificio di Anna che resterà con il marito e i figli, più cresce, per contro, l'animosità, la gelosia velenosa, l'insensata arroganza fatta di sospetti e accuse del principe. Lui, che per anni e anni prima del matrimonio è stato un incallito donnaiolo e che anche ora che è sposato non disdegna di guardare i corpi delle altre donne e non si sottrae alla compagnia femminile quando ne ha l'occasione, lui accusa lei, così pura e pudica, così poco attratta dalla carnalità, ma così sottomessa al marito da prestarsi inerme alle sue sfrenate voglie. Ed è, purtroppo, impossibile non giungere allo scontro.
Impossibile non ritrovare, in queste pagine così intense, la biografia dell'autrice, la contessa Tolstaja, le pene di un amore e di un matrimonio travagliato con il marito Lev Tolstoj, la risposta a La sonata a Creutzer che – come scrive nella breve biografia in appendice – lei non ha mai amato.
Amore colpevole è un libro delizioso, lirico e vibrante in cui una donna che realmente sa cosa significhi veder soffocato il proprio essere in favore di un marito geniale e ingombrante, descrive con semplicità, verità e profonda consapevolezza le vicissitudini di una donna del suo tempo, mettendo in luce tutte le contraddizioni, le rinunce, le ingiustizie che bisogna sopportare in un matrimonio. Rinunce, vessazioni, umiliazioni perpetrate in nome dell'amore, ma viene qui spontaneo chiedersi: quanto conta, qui, realmente, l'amore?
 
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