259° MG - Il diario di Anna Frank di Anna Frank

ila78

Well-known member
Eccoci: io, estersable88 e Dallolio iniziamo domani la lettura di questo.... Come definirlo? Classico? Capolavoro? Di sicuro solo diario è riduttivo. Io l'ho letto alle medie, quindi nmila anni fa. Sono curiosa di vedere che sensazioni mi susciterà a distanza di tanti anni.
 

estersable88

dreamer member
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Io ricordo di averne letti alcuni brani a scuola, ma mai per intero. è una cosa che ho sempre pensato di fare, ma poi c'era sempre altro da leggere. Probabilmente, in modo inconscio, ne sono intimorita... Mi capita con alcuni libri che conosco per fama e verso cui nutro rispetto.
 

ila78

Well-known member
Ho iniziato ieri sera... E ho un dubbio: ma è possibile che a distanza di anni abbiano inserito brani nuovi? Io ad esempio ricordo che Anna iniziava il diario raccontando la storia della sua famiglia e raccontando brevemente della sua scuola e delle amiche. Non ricordo la descrizione di tutte le compagne de scuola e soprattutto non ricordo il flirt con Helo....
Che edizione avete voi?
Ricordo che una nota alla mia vecchia edizione diceva che il "problema" del diario è che si tende a leggerlo "in prospettiva" della fine tragica dell'autrice, ci si concentra sul finale e si perdono le parti migliori. Perché questa non è la cronaca di una tragedia, sono bellissime pagine di speranza, io sono d'accordo: queste pagine iniziali sono fresche, leggere, spiritose come può esserlo solo una 13enne col mondo davanti da scoprire.
Procederei, se siete d'accordo mettendo la data del diario dove siamo arrivati.
 

Dallolio

New member
Sabato 20 Giugno

Ho letto la prefazione e le prime due pagine; inizio con alcune considerazioni:

1.Nonostante abbia solo 13 anni è una ragazza di cultura, visto l'interesse per la lettura.
2.Quando lo lessi la prima volta restai stupito che le tematiche che Anna si poneva fossero più acerbe rispetto a quelle dei tredicenni di oggi... il tema della migliore amica mancante che può essere sostituita da un diario e il "promesso sposo" da occultare alla mamma le ho ritrovate più di una volta nelle ragazze che avevano appena terminato la scuola elementare, quindi a 11 anni; cosa ne pensate?
3.Arrivo a una cosa che mi sta particolarmente a cuore: in casi come questo, in cui l'autore e l'autrice non scrivono per essere pubblicati (e Anna lo dice esplicitamente), è la scelta giusta quella di pubblicarli? In questo caso ha avuto indubbiamente il ruolo di formare le coscienze su quello che fu l'olocausto, ma parlando più in generale i diari e le lettere è corretto che siano sullo stesso piano di racconti e romanzi?

P.s. La mia edizione è Mondadori De Agostini, collana "capolavori della narrativa contemporanea" e penso che in effetti il problema delle edizioni successive ci sia...
 

ila78

Well-known member
Ho letto la prefazione e le prime due pagine; inizio con alcune considerazioni:

1.Nonostante abbia solo 13 anni è una ragazza di cultura, visto l'interesse per la lettura.
2.Quando lo lessi la prima volta restai stupito che le tematiche che Anna si poneva fossero più acerbe rispetto a quelle dei tredicenni di oggi... il tema della migliore amica mancante che può essere sostituita da un diario e il "promesso sposo" da occultare alla mamma le ho ritrovate più di una volta nelle ragazze che avevano appena terminato la scuola elementare, quindi a 11 anni; cosa ne pensate?
3.Arrivo a una cosa che mi sta particolarmente a cuore: in casi come questo, in cui l'autore e l'autrice non scrivono per essere pubblicati (e Anna lo dice esplicitamente), è la scelta giusta quella di pubblicarli? In questo caso ha avuto indubbiamente il ruolo di formare le coscienze su quello che fu l'olocausto, ma parlando più in generale i diari e le lettere è corretto che siano sullo stesso piano di racconti e romanzi?

P.s. La mia edizione è Mondadori De Agostini, collana "capolavori della narrativa contemporanea" e penso che in effetti il problema delle edizioni successive ci sia...

Per quanto riguarda il punto 3: stamattina spulciavo Wikipedia per cercare una risposta al mio problema delle edizioni e sono incappata in una notizia che non sapevo: nel Marzo del 44 in Olanda venne richiesto a coloro che avevano subito in qualche modo soprusi o privazioni da parte dei nazisti di scrivere delle cronache e delle testimonianze, Anna allora scrive un secondo diario, revisionando e sistemando le sue cronache, nella speranza di essere pubblicata alla fine della guerra, aimè non lo terminerà mai. L'edizione che leggiamo noi è un mix del diario originale (che in parte è andato perduto) e di quella revisione che Miep salvò dalle perquisizioni della Gestapo e consegnò a Otto Frank dopo la guerra. Quindi in un certo senso Anna sperava di essere pubblicata, non sapremo mai se effettivamente avrebbe pubblicato qualcosa o no; io immagino che Otto Frank sia stato molto combattuto e alla fine abbia fatto la scelta giusta dando la possibilità ai posteri di conoscere l'arguzia e l'intelligenza della sua bambina, è un modo anche quello per sconfiggere l'atrocita' che li ha travolti. Ciò che non condivido sono i tagli che il padre avrebbe fatto alla versione originale, le critiche alla madre, i pensieri sulla sessualità etc...
 
Ultima modifica:

Dallolio

New member
Sabato 11 Luglio 1942.

Per quanto riguarda il punto 3: stamattina spulciavo Wikipedia per cercare una risposta al mio problema delle edizioni e sono incappata in una notizia che non sapevo: nel Marzo del 44 in Olanda venne richiesto a coloro che avevano subito in qualche modo soprusi o privazioni da parte dei nazisti di scrivere delle cronache e delle testimonianze, Anna allora scrive un secondo diario, revisionando e sistemando le sue cronache, nella speranza di essere pubblicata alla fine della guerra, aimè non lo terminerà mai. L'edizione che leggiamo noi è un mix del diario originale (che in parte è andato perduto) e di quella revisione che Miep salvò dalle perquisizioni della Gestapo e consegnò a Otto Frank dopo la guerra. Quindi in un certo senso Anna sperava di essere pubblicata, non sapremo mai se effettivamente avrebbe pubblicato qualcosa o no; io immagino che Otto Frank sia stato molto combattuto e alla fine abbia fatto la scelta giusta dando la possibilità ai posteri di conoscere l'arguzia e l'intelligenza della sua bambina, è un modo anche quello per sconfiggere l'atrocita' che li ha travolti. Ciò che non condivido sono i tagli che il padre avrebbe fatto alla versione originale, le critiche alla madre, i pensieri sulla sessualità etc...
Molto interessante... mettendomi nella mentalità del tempo penso che anch'io, fossi stato il padre, avrei censurato i pensieri sessuali (che adesso sono pubblicati) per tutelare l'immagine di sua figlia che comunque era ragazzina.
Per quanto concerne la nuova parte che ho letto è l'insieme degli avvenimenti che fa trasferire la famiglia di Anna in una parte nascosta degli uffici... sono rimasto colpito dalla grande tranquillità di queste pagine... Anna riesce a scaricare le sue paure e disorientamento nell'azione e mette a posto le stanze con il padre, con cui sembra condividere il carattere pragmatico. Da notare che non c'è nessuna espressione d'odio per i tedeschi, ma solo un'asciutta sintesi degli eventi.
 

ila78

Well-known member
Molto interessante... mettendomi nella mentalità del tempo penso che anch'io, fossi stato il padre, avrei censurato i pensieri sessuali (che adesso sono pubblicati) per tutelare l'immagine di sua figlia che comunque era ragazzina.
Per quanto concerne la nuova parte che ho letto è l'insieme degli avvenimenti che fa trasferire la famiglia di Anna in una parte nascosta degli uffici... sono rimasto colpito dalla grande tranquillità di queste pagine... Anna riesce a scaricare le sue paure e disorientamento nell'azione e mette a posto le stanze con il padre, con cui sembra condividere il carattere pragmatico. Da notare che non c'è nessuna espressione d'odio per i tedeschi, ma solo un'asciutta sintesi degli eventi.

Siamo allo stesso punto. Porca miseria io ho 41 anni e mi sento soffocare solo all'idea di rimanere chiusa in uno spazio minuscolo con dei teli neri a coprire le finestre, lei ne ha 13 e aiuta suo padre a sistemare le cose come se niente fosse. Ok, probabilmente io non ho idea, per fortuna, di cosa si provi in una situazione disperata come la loro. O così o muori.
 

estersable88

dreamer member
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Fine "Sabato, 20 giugno 1942"

Eccomi, scusate, sono finalmente riuscita a cominciare. La mia edizione è la Arnoldo Mondadori del 59 con prefazione di Natalia Ginzburg.
Ho letto poco, per ora, tuttavia già mi colpisce l'estrema naturalezza di Anna nell'analizzare la condizione del suo popolo: riesce a fare una se pur breve disamina cronologica degli eventi che riguardarono gli ebrei tra gli anni '20 e i '40, con relativi trasferimenti e limitazioni imposte dalle leggi razziali. A questo "sfoggio" di maturità, poi, la giovane Anna alterna considerazioni frivole, ma assolutamente normali come le confidenze con le amiche, i paragoni, il modo maturo e quasi perentorio di evitare le avances moleste... una ragazzina perspicace, sicuramente, nonché molto intelligente e consapevole: basti pensare all'assunto "Io non ho un'amica", che ascriveremmo tranquillamente ad una ragazza più grande.
 

Dallolio

New member
Sabato 7 Novembre 1942

Eccomi, scusate, sono finalmente riuscita a cominciare. La mia edizione è la Arnoldo Mondadori del 59 con prefazione di Natalia Ginzburg.
Ho letto poco, per ora, tuttavia già mi colpisce l'estrema naturalezza di Anna nell'analizzare la condizione del suo popolo: riesce a fare una se pur breve disamina cronologica degli eventi che riguardarono gli ebrei tra gli anni '20 e i '40, con relativi trasferimenti e limitazioni imposte dalle leggi razziali. A questo "sfoggio" di maturità, poi, la giovane Anna alterna considerazioni frivole, ma assolutamente normali come le confidenze con le amiche, i paragoni, il modo maturo e quasi perentorio di evitare le avances moleste... una ragazzina perspicace, sicuramente, nonché molto intelligente e consapevole: basti pensare all'assunto "Io non ho un'amica", che ascriveremmo tranquillamente ad una ragazza più grande.

Questa sua capacità di autoanalisi emerge soprattutto nel brano che ho appena finito di leggere dove analizza il suo rapporto con i genitori: nei confronti del padre prova un'ammirazione sconfinata ma vorrebbe da lui un amore maggiore e un riconoscimento più netto (ma sembra sapere che non potrà avere mai questo riconoscimento)... nei confronti di Margot prova un misto di ammirazione e tristezza per non essere come lei mentre il rapporto con la madre è molto conflittuale: anche se non viene specificata in modo chiaro la motivazione Anna si sente ai suoi antipodi e vuole crescere, diventando "saggia e buona" agendo in modo opposto a lei.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Inizio "Martedì 10 novembre 1942"

Credo di averlo trovato, quel brano. In effetti nei rapporti con la famiglia e con gli altri coinquilini Anna fa e dice cose abbastanza normali per la sua età... anche questa sua immodestia, la conflittualità aspra con la madre, l'ammirazione per il padre e l'invidia per la sorella sono facilmente rinvenibili in molte adolescenti. Ciò che continua a colpirmi è la maturità di questa ragazza normalissima nei confronti di ciò che le sta accadendo intorno. Dimostra, peraltro, di non essere persa in se stessa, il suo sguardo non è tutto rivolto all'interno della sua cerchia, ma anzi è ben consapevole di ciò che accade nel mondo (campi di concentramento, gas, leggi contro gli ebrei, inimicizia insanabile tra ebrei e tedeschi).
 

Dallolio

New member
Venerdì 5 Febbraio 1943.

Credo di averlo trovato, quel brano. In effetti nei rapporti con la famiglia e con gli altri coinquilini Anna fa e dice cose abbastanza normali per la sua età... anche questa sua immodestia, la conflittualità aspra con la madre, l'ammirazione per il padre e l'invidia per la sorella sono facilmente rinvenibili in molte adolescenti. Ciò che continua a colpirmi è la maturità di questa ragazza normalissima nei confronti di ciò che le sta accadendo intorno. Dimostra, peraltro, di non essere persa in se stessa, il suo sguardo non è tutto rivolto all'interno della sua cerchia, ma anzi è ben consapevole di ciò che accade nel mondo (campi di concentramento, gas, leggi contro gli ebrei, inimicizia insanabile tra ebrei e tedeschi).

Infatti ho notato che stride molto questa sua maturità con la vita che conduce (anche se naturalmente abbiamo solo la sua campana e non quella dei genitori): viene continuamente rimproverata e addirittura il suo insopportabile (ma narrativamente epico) compagno di stanza Dussel si permette di rimproverarla facendo poi la spia alla madre... mi sembra di conoscerla Anna: più volte ho visto ragazze di quell'età che, reprimendo una natura già adulta, tendono poi a comportarsi in modo sfrontato, per poi dispiacersene e sentendosi incomprese.
P.s. Certo che Dussel che fa gli esercizi ginnici alla domenica presto facendo tremare tutta la stanza deve essere un ben triste risveglio!
 

ila78

Well-known member
5 novembre 1942

La mia è un'edizione davvero singolare, ho capito solo ora che contiene anche le "aggiunte" che Anna fece in seguito, prima non capivo i continui salti temporali. Comunque mi sta piacendo perché mi pare di capire che le edizioni più vecchie fossero molto "edulcorate", ad esempio non ricordo riferimenti ai mutandoni degli ospiti o a libri un po' "osé" (per l'epoca) né tantomeno al fatto di essere entusiasta per l'avvento delle mestruazioni e di essere, comprensibilmente, agitata per la gestione delle stesse, salvo poi, nell'aggiunta del 44 imbarazzarsi tantissimo per averlo scritto.
Ammiro il suo self control: la Van Dann è veramente insopportabile, chiusi tra 4 mura con una strega del genere dev'essere terribile.
All'inizio dicevo che avrei fatto il possibile per non leggerlo "in prospettiva" ma in certi punti è veramente difficile: Quando Anna scrive: questo libro lo voglio leggere ai miei figli, oppure quando dice che Margot vuole fare l'insegnante ti si stringe in cuore.
Riflettevo anche sul fatto che, col senno di poi, era veramente dura che non li beccassero: stanno dalla parte opposta di un muro dietro il quale passano impiegati, idraulici, postini uomini della manutenzione... Era inevitabile che per quanto facessero silenzio qualcuno si insospettisse.
 

Shoshin

Goccia di blu
Miep Gies è morta nel 2010 a 101 anni...
Quando rubò, come lei stessa dice,il Diario di Anna
non sapeva che avrebbe contribuito a conservare
una struggente testimonianza di vita,una lunga riflessione
vivida del mondo e della crudele deriva cui gli occhi puri
di una giovane ragazza dovettero assistere da un piccolo avamposto
dove la vita trascorreva lenta e silenziosa ,prima di giungere al tragico epilogo...

Vi lascio questo contributo trovato sul web.


https://youtu.be/xxdrWFb8MUE





Dobbiamo a questa coraggiosa signora molta riconoscenza .
 

ila78

Well-known member
Miep Gies è morta nel 2010 a 101 anni...
Quando rubò, come lei stessa dice,il Diario di Anna
non sapeva che avrebbe contribuito a conservare
una struggente testimonianza di vita,una lunga riflessione
vivida del mondo e della crudele deriva cui gli occhi puri
di una giovane ragazza dovettero assistere da un piccolo avamposto
dove la vita trascorreva lenta e silenziosa ,prima di giungere al tragico epilogo...

Vi lascio questo contributo trovato sul web.


https://youtu.be/xxdrWFb8MUE





Dobbiamo a questa coraggiosa signora molta riconoscenza .

Bellissimo e toccante. Grazie. Incredibile il coraggio, rischiava la pelle tutti i giorni non meno dei componenti dell'alloggio segreto. Se conosciamo Anna Frank lo dobbiamo agli attributi di questa piccola donna che in un certo l'ha salvata dall'oblio in cui i nazisti gettavano le loro vittime.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Inizio "19 settembre 1943"

La vita nell'alloggio continua fra litigi e rimbrotti sempre più frequenti - ormai praticamente una costante -e il morale di tutti è parecchio fiaccato. L'ottavo inquilino, il dottor Dussell, poi non ha portato certo serenità al gruppo ed in particolare alla piccola Anna. Intanto, mentre all'interno la situazione diventa sempre più precaria fra gli inconvenienti dei benefattori, i ladri e i primi sospetti, fuori si spara sempre più di frequente. Mi ha colpito l'attenzione che Anna e i suoi dedicano alle decisioni delle potenze estere: prima l'entrata in guerra della Turchia, poi le vicende italiane provocano in loro un'euforia dettata probabilmente dall'impotenza, dall'immobilità, dalla reclusione e dall'impossibilità di fare alcun che nella propria città.
 

Dallolio

New member
Sabato, 1 Maggio 1943.

Con la consueta ironia e disincanto, Anna riesce a edulcorarci la tragedia che sta vivendo dando importanza alle sole tre camicie che Margot e sua madre sono costrette a passarsi o al suo maglione che gli arriva all'ombelico; sullo sfondo comunque l'incessante orrore della guerra, che raramente però Anna descrive se non nelle sue manifestazioni di geopolitica come la presa del Nord Africa da parte degli Anglo Americani.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Questo brano mi ha colpito:
"La sera, a letto, mi sembra di esser sola in un carcere, senza padre né madre. A volte vado errando per strada, oppure il nostro ricovero segreto è in fiamme, o vengono di notte per portarci via. Vedo tutte queste cose, come se le vivessi realmente col mio corpo, e ho l'impressione che mi debbano presto accadere.
Miep dice sovente di invidiarci perché qui siamo tranquilli. Sarà verissimo, ma non pensa certamente alla nostra paura. Non so nemmeno immaginare che il mondo un giorno torni normale per noi. Ho un bel parlare del "dopoguerra", ma è come se parlassi di castelli in aria che non diverranno mai realtà. Penso alla nostra casa di prima, alle amiche, alle feste scolastiche, come penserei a cose di cui un altro ha fatto esperienza, non io.
L'alloggio segreto col nostro gruppo di otto rifugiati mi sembra uno squarcio di cielo azzurro attorniato da nubi nere, cariche di pioggia. L'area rotonda e circoscritta su cui stiamo è ancora sicura, ma le nubi si avvicinano sempre di più a noi e sempre più stretto diventa il cerchio che ci separa dal pericolo incombente. Siamo immersi nelle tenebre e nel pericolo e urtiamo gli uni contro gli altri cercando disperatamente una via di salvezza. Guardiamo tutti in basso dove gli uomini combattono, guardiamo in alto dove regnano la quiete e la bellezza, e intanto siamo tagliati fuori da quella tetra massa che non ci lascia salire in alto ma sta dinanzi a noi come un muro impenetrabile, che ci vuol schiacciare ma non può ancora. Non posso far altro che gridare e implorare: "O cerchio, o cerchio, allargati, apriti, lasciaci uscire!".
La tua Anna".
 

Shoshin

Goccia di blu
Qualche anno fa gli scritti di questa bambina,troppo in fretta cresciuta,hanno fatto tremare gli Hezbollah, che ne vietarono la lettura in una scuola inglese a Beirut.Si servirono del "loro"canale televisivo Al-Manar per criticare aspramente le verità contenute nel testo del Diario,definendolo pericoloso, troppo drammatico e teatrale,promotore di idee sioniste in terra araba.
Il Consiglio scolastico dell'istituto inglese fu costretto a ritirare dal programma di studio la lettura del Diario...
 

Dallolio

New member
Giovedì 29 Luglio 1943.

Ancora un epico litigio con Dussel! Sarebbe interessante leggere anche la controparte, per cercare di capire come doveva essere Anna come compagna di stanza... dal libro emerge una forte sensibilità ma anche una personalità notevole per una ragazza di soli 13 anni e quindi forse anche al buon dentista sarà servita una buona dose di pazienza; nonostante la leggerezza che Anna riesce a far emergere si palesa l'orrore della loro condizione, sottoposti a due furti, a continui bombardamenti e alla consapevolezza che al di fuori della casa la situazione sarebbe ancora peggiore. Interessante vedere sullo sfondo i grandi eventi storici, in questo caso che ci riguardano da vicino: lo sbarco in Sicilia e la caduta del Fascismo con la ripresa del potere da parte di Vittorio Emanuele III.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Finito

Ho terminato la lettura.
Nell'ultima parte emerge il legame con Peter, che - come ammette lei stessa - è proprio Anna a fomentare, perché fondamentalmente le manca qualcuno da amare, un amico, un'anima affine con cui dividere un fardello, più semplicemente qualcuno in cui trovare appoggio e conforto. Le manca l'altro Peter, quello che ha lasciato fuori dall'alloggio, la cui visione si manifesta come uno scoppio di passione in un sogno. Solo dopo quel sogno, infatti, Anna si avvicinerà progressivamente sempre più al Peter timido eppure a suo modo consapevole che vive con lei. Nel frattempo la situazione si fa più incalzante, tra l'avanzata degli alleati - che mette addosso a tutti un'euforia quasi incontenibile - e l'aumentare dei rischi per gli abitanti dell'alloggio.

Vado a lasciare il commento finale in PB.
 
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