Deledda, Grazia - Colombi e sparvieri

Minerva6

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Ho ormai superato la mia reticenza verso questa scrittrice che stupidamente pensavo fosse difficile da leggere per la non modernità e le troppe descrizioni bucoliche, invece è ancora molto attuale e gli scenari del paesaggio e della natura sono poesia pura.
Ho appena scoperto che la storia narrata è stata ispirata da un fatto realmente accaduto nel 1908 in un paesino in provincia di Nuoro.
Il protagonista Jorgedddu (o Jorgi), che in italiano sarebbe Giorgio, vive una storia d'amore tormentata a causa dell'odio ancestrale tra la sua famiglia e quella dell'amata Columba. Ma c'è di più, il povero ragazzo (in tutti i sensi, visto che in confronto a lei non è ben fornito economicamente) si ammalera' in seguito ad una calunnia. Le vicende vengono esposte in maniera avvincente e si segue con passione il periodo di convalescenza nonostante Jorgi stia quasi sempre a letto. Deledda racconta anche gli antefatti e la parallela storia della ragazza che è combattuta tra l'amore per lui, il suo orgoglio e il suo senso di attaccamento alla famiglia.
Consigliato!
 

Minerva6

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Citazioni e considerazioni personali

Ci vuole la fede, se non si crede in Dio non si riesce in nulla.
Perciò non combino nulla di buono :boh:?

Columba si morsica le nocche delle dita. Pure io, soprattutto quando sono nervosa. Non è la prima volta che trovo questa cosa in un libro, sarà un gesto letterario :wink:.

Gli diamo diversi nomi: dovere, pietà, affetto, compassione, anche abitudine. In fondo è tutto amore.

Si parla di violette di marzo deposte sulla tomba di un morto caro... Io le mettevo sempre in un vasetto sulla cassettiera in camera da letto di mio nonno, davanti la fotografia di mia nonna morta quando avevo solo 8 anni. Le aveva piantate lei. Adoro il loro profumo.

...ogni volta che vedrò un uomo tendere verso la sua vera resurrezione che non è dopo la morte ma in questa vita stessa ed è il bene dopo il male, l'amore dopo l'odio.

Queste sono le saggie parole del dottore:
Come te immaginavo che i mulini a vento fossero castelli. La semenza del Don Chisciotte non si perde mai, ottimo amico. Ma un giorno mi accorsi che avevo dentro di me uno spiritello indemoniato: bisognava combattere e strozzare quello lì, non i nemici che non esistono. Siamo noi i nostri nemici, carissimo Jorgedddu.

Al malato sembrava già di sentire la sonnolenza primaverile; del resto egli provava sempre una lieve vertigine, un sapore che non lo abbandonava se non nei momenti di grande eccitazione: il passato, nel quale riviveva continuamente, gli appariva come un sogno confuso, e tutto, nel presente, era per lui caliginoso.

Bene, ma non tanto...
Da oggi in poi proverò a rispondere anche io così :wink: (sono le parole del servetto di Jorgi quando deve dire come sta il suo padrone)
 
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