Perrin, Valérie - Il quaderno dell'amore perduto

estersable88

dreamer member
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La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l’una uguale all’altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly – un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia – e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi – quell’amore – dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l'amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d’impugnare la penna per scrivere il proprio destino? Una storia delicata e commovente, un'autrice capace di descrivere con efficacia e tenerezza ogni sfaccettatura dei sentimenti: sono questi gli elementi che hanno conquistato la critica e che rendono Il quaderno dell'amore perduto un romanzo destinato a restare a lungo nel cuore di tutti i lettori che credono nel potere dei ricordi e dell'amore.

Il quaderno dell'amore perduto è un libro delicato, da leggere in autunno o in inverno, avvolti in un plaid con in mano una tazza di cioccolata fumante. È una storia dolceamara che racchiude a sua volta due storie dolci e amare: quella di Justine, ventunenne orfana che vive con i nonni e il fratello che in realtà è suo cugino, e quella di Helène, un'anziana signora residente nella casa di riposo dove Justine lavora. Queste due storie fatte di piccole gioie e sofferenze diverse, si intrecciano in una trama intricata resa avvincente da una scrittura fluida, partecipe ed emotiva. Valérie Perrin conferma la capacità, già dimostrata in Cambiare l'acqua ai fiori, di creare personaggi credibili e profondamente umani, nonché di saper raccontare le storie svelando il quadro a poco a poco, catturando l'attenzione del lettore. Questo libro, per la verità scritto nel 2016 quindi precedente al ben più noto Cambiare l'acqua ai fiori, a me è piaciuto leggermente meno dell'altro, non perché sia meno bello, ma probabilmente perché avevo alte aspettative e in questa storia qualcosa non mi ha del tutto convinta, non mi ha conquistata fino in fondo. Però lo consiglio, perché è una bella storia, intensa e delicata, che potrebbe piacervi.
 

ila78

Well-known member
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Partivo da aspettative altissime, perché ho amato alla follia "Cambiare l'acqua ai fiori", questa altra opera della Perrin per me è un "ni", ho apprezzato la consueta delicatezza e sensibilità di narrazione: le vicende dei "dimenticati della domenica" della casa di riposo sono tristi, malinconiche ma molto dolci, ho trovato stupenda la storia di Helene e Lucien, secondo me da sola bastava a fare una narrazione spettacolare e toccante, avrei evitato le digressioni sul gabbiano, di cui francamente non ho capito la funzione nell'economia del racconto, non mi è piaciuta per niente la vicenda dei nonni che ho trovato forzata e poco credibile (la nuora che va a letto col suocero?!? E chi è Richard Gere?!? E la nonnina che all'improvviso diventa Mac Gyver....dai....). Anche Roman è un personaggio che sembra lasciato a metà.
Nel complesso il racconto mi è piaciuto e ti spinge abbastanza ad andare avanti, ma siamo lontani anni luce dalle emozioni della mia guardiana del cimitero preferita. Voto 3/5
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
CONTIENE SPOILER

Una penna sensibile, delicata, una scrittura apparentemente molto semplice ma evocativa e attenta all'animo dei personaggi (non per niente cita Milena Agus, che in questa caratteristica le somglia un po'), i quali appaiono credibili nelle loro contraddizioni, ciascuno con i suoi (talvolta enormi) scheletri nell'armadio; e, a mio parere, risultano credibili anche nei tratti in cui la trama lo è poco e scivola un po' troppo nello stile soap, perché i sentimenti che li animano e che producono le loro azioni sono ben raccontati. Ho riflettuto nel leggere il precedente post di ila e mi sono chiesta se la presenza di Roman fosse indispensabile; forse non lo è, però per me è una figura simbolica che rappresenta la fuga dalla realtà di Justine, la sua parte immatura, poi superata - con l'aiuto di Comesichiama, figura al contrario reale e concreta da cui lei, appunto, dapprincipio fuggiva - nel momento in cui decide di scoprire la verità. E poi è Roman che "insegna" a Justine a scrivere come Lucien aveva insegnato a Helene a leggere; ed è lui che scompare quando lei, pur senza averne ancora preso coscienza, non ne ha più bisogno. Ci sono, in certi punti, frasi un po' troppo sdolcinate o scontate che mi hanno fatto sorridere, ma il romanzo nell'insieme è intenso, parecchio avvincente - ci sono diversi misteri da risolvere, l'ho divorato in un fine settimana - e costruito sapientemente, con una buona struttura che alterna la storia di Justine a quella di Helene, che prende vita nel quaderno azzurro della ragazza e cresce insieme a lei. Mi è piaciuta molto la descrizione della dislessia di Helene, il suo modo di viverla e il suo rapporto con Lucien, il parallelo tra l'amore di lui e la felicità di lei nell'imparare a leggere il braille.
Forse non mi è piaciuto come Cambiare l'acqua ai fiori, forse manca della sua particolarità, però trovo che nel complesso sia un bel libro, per me alquanto coinvolgente.
 
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