Ferrándiz,Juan Francisco - La terra maledetta

Shoshin

Goccia di blu
Juan Francisco Ferrándiz mette in piedi la straordinaria ricostruzione di un’epoca. È il IX secolo: Barcellona ancora non esiste, non è altro che un lembo di terra ai confini del Sacro Romano Impero devastato dalle invasioni saracene e malgovernato dai franchi. Re Carlo il Calvo chiede al fidato vescovo Frodoino di riportare ordine e civiltà in quelle terre dimenticate, partendo verso Occidente insieme a un gruppo di coloni. A Barcellona, Frodoino affronta intrighi e conflitti, guardandosi con timore dalla minaccia saracena e incappando persino nell’amore. La dama che fa breccia nel suo cuore porta il nome di Gota, è una nobile dal misterioso fascino, fortemente legate alle tradizioni della propria terra. Con l’aiuto di Gota, il vescovo darà inizio a una lotta stoica per la libertà, riscattando il destino già segnato di una città sommersa.
“La terra maledetta” è un viaggio senza eguali alla scoperta delle origini di una delle più belle città della Spagna e del mondo.

Un libro che ho amato,che mi ha riportato ai miei adorati libri di Storia delle scuole
superiori.Per questo più che una recensione,chiedo il permesso di poter tornare a scrivere pian piano le cose migliori che queste intense pagine mi hanno offerto.
Adesso aggiungo soltanto che “La terra maledetta” edito in patria nel 2018, rappresenta il più grande successo di Ferrándiz in corso di traduzione in 12 Paesi.Animato da una moltitudine di personaggi perfettamente caratterizzati, racconta con piglio epico la Barcellona del IX secolo,un avamposto sperduto tra terre incolte,l'ultima città del Sacro Romano Impero,che dopo la morte di Carlo Magno era rimasta alla mercé di uomini avidi di potere e ricchezza,che si combattevano vicendevolmente, trascinando la città in una miseria cupa e senza speranza.Il limite estremo della Marca Hispanica..."tra le ombre della desolazione e il luminoso mediterraneo...",che resisteva con forza e coraggio al triste destino che la storia pareva averle assegnato.Fu con la Pace di Coblenza dell'860 che un leggero vento di cambiamento iniziò a girare la pagina prima di una storia che sarà lunga e dolorosa,ma porterà al riscatto di una delle città più belle al mondo.Durante l'incontro a Coblenza i re carolingi discendenti di Carlo Magno si erano spartiti il Sacro Romano Impero, lasciando ancora nelle mani dei razziatori saraceni la città di Barcellona. I nobili della città, disperati ma decisi a non desistere ,chiesero a Carlo il Calvo di nominare un vescovo che andasse a occupare la sede vacante a Barcellona. A quel tempo,il compito dei vescovi era di governare la propria diocesi, controbilanciando il potere dei conti e incassando una parte dei tributi. Inoltre i vescovi avevano un proprio sigillo reale, era questa per Barcellona l’ultima speranza.


"...Ed è qui che la nostra storia ha inizio: Carlo il Calvo incarica Frodoino, rampollo del nobile casato dei Rairan di Reims, di riportare civiltà e ordine nella città, terminare la costruzione della cattedrale, nominandolo vescovo di Barcellona. Una missione sacra, giacché laggiù nella Marca Hispanica c’era bisogno di servi del Signore motivati e coraggiosi come Frodoino. Una sacra missione, certo, ma anche pericolosa, perché “quella terra è maledetta..."
 

Shoshin

Goccia di blu


La parte del mondo raccontata in un romanzo
in cui Storia e fantasia creano un superbo intreccio.
 

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Goccia di blu
Dhouda di Settimania



In questo libro bellissimo,che non è finito con la fine delle sue pagine,ho incontrato la figura di una donna che in tutta la mia vita non avevo mai sentito nominare.
Si tratta di Dhouda,una nobildonna nata nell'803 dopo Cristo.
Fu moglie del marchese Bernardo di Settimania,e autrice di un'opera destinata all'educazione del figlio Guglielmo di Settimania cresciuto lontano da lei.
Il Liber Manualis rappresenta la voce di una donna in pieno medioevo.
È stato commovente conoscerla,così, leggendo un meraviglioso romanzo.
Penso alla straordinarietà di questa donna.

https://www.vanillamagazine.it/le-u...una-donna-medievale-scrive-al-figlio-lontano/
 
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