Gualtieri, Mariangela - Quando non morivo

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Siamo. Prima persona plurale del verbo essere: «siamo» è la voce verbale che attraversa tutta la nuova raccolta di Mariangela Gualtieri. Una voce, per l'appunto, prima ancora che una forma. Una voce che parla da non si sa dove e pronuncia l'essere e l'esserci come evidenza e nello stesso tempo come mistero. Né punto di partenza né punto di arrivo, ma consapevole e accidentato percorso. Gli approcci piú che definitori sono tentativi di collocazione: «siamo | nel calmo della nuvola turchina», «Siamo qui. Siamo | dentro un mattino assolato». Ma soprattutto sono indicazioni di stati d'animo: «Siamo confusi», «siamo stupidi un poco». Di sicuro non siamo soli. Un'altra presenza costante del libro (e non solo nella seconda sezione, ad essi dedicata) è quella degli animali. Fratelli, ma anche qualcosa di piú: sorta di angelici anelli di congiunzione con quanto si cela dietro la parola «siamo» e il verbo essere. E anche i cuccioli umani, ai quali è dedicata un'altra sezione, sono creature speciali, piú immediatamente partecipi di quei cicli naturali intorno ai quali ruota, come una preghiera, la scrittura della poetessa romagnola. Ma senza essere troppo francescana, senza dimenticare che il male esiste e che quella umana è una «specie con orchi». D'altra parte, anche nelle poesie piú introspettive le pulsioni sono del tutto contrastanti, in un'alternanza di estasi e smarrimento. Il filo rosso del libro resta comunque quello del sentimento panico (ancora una volta «siamo», tutto, insieme) che attraversa le varie sezioni e tocca forse il suo vertice nel Requiem finale.

Quella di Mariangela Gualtieri, racchiusa in questa nuova raccolta, è una poesia che esalta l'umiltà, una poesia parificatrice e sincera, spirituale ed al contempo sensuale. Una poesia che esalta il noi, la pluralità di esseri e di anime, la natura, gli animali, l'amore e la morte. Tutto, nelle parole di Mariangela Gualtieri, viene focalizzato, modellato, mostrato nella sua essenza più vera, spogliato dagli orpelli, riportato all'origine. Come dita invisibili e operose, la voce intima e sanguigna di questi versi modella la natura e chi la abita rivelandone l'autenticità.
 
Alto