Arpaia, Bruno - Il passato davanti a noi

estersable88

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Forse le passioni di un'epoca non possono essere raccontate a un'altra. Eppure la voce che narra questa storia di ragazzi e ragazze che crescono negli anni Settanta in un paesino del Sud ha il timbro forte e consapevole di chi non può più tacere. È una nitida voce corale, quella di Alberto Malinconico, di Angelo Malecore e dei loro amici. Per loro, il punto di svolta è l'11 settembre 1973, quando il telegiornale trasmette le immagini del golpe in Cile. Come si fa a non esserne colpiti? Così, in quella stagione di lotte operaie, di austerità, di battaglie per la legge sul divorzio, tra le prime ragazze e le bravate con gli amici, matura la coscienza politica e la voglia di cambiare. E sono i volantini, i cortei, le interminabili discussioni in sezione, i concerti rock, le manifestazioni a Roma e a Bologna, gli scontri con la polizia, i viaggi in autostop a Londra, il vento del femminismo, la liberazione sessuale. Finché la lotta armata e la repressione dello Stato non chiudono bruscamente il futuro verso il quale quei ragazzi credevano che la Storia li sospingesse.

Era da tanto che cercavo un romanzo che mi raccontasse in modo puntuale, approfondito ed accurato gli Anni di Piombo, che mi desse un punto di vista accorato su quel periodo, un punto di vista di chi quegli anni difficili li ha vissuti. Il passato davanti a noi di Bruno Arpaia è questo, è un romanzo – non obbligato quindi alla verità storica – che racconta con puntiglio e talvolta prolissità, ma di certo con ardimento e schiettezza gli eventi che avvennero in Italia e nel mondo dal 1972 al 1980. Lo fa dal punto di vista di un gruppo di giovani di un paesino del Sud, alle porte di Napoli, ai piedi del Vesuvio; giovani impegnati politicamente, attivi nella lotta e nella vita. A raccontare tutto, guidato dalla voglia di ripercorrere i ricordi, di tirar fuori il dolore e il male, di raccontare l'irraccontabile, è, a distanza di più di vent'anni, uno di loro, Alberto Malinconico. Lo fa con la disperazione di chi ha bisogno di esorcizzare il dolore, i dubbi, gli interrogativi, i tarli che si porta dentro da troppo tempo e che lo corrodono dall'interno. Così ripercorre i giri sulla Diane con gli amici, le ragazze, i concerti dei collettivi, l'attacchinaggio, le mille mila riunioni di cellula, l'impegno, i discorsi, i manifesti, i volantini ciclostilati… poi le cazzate, i viaggi all'avventura, i giorni e le notti senza orari, interminabili come sembrava la vita. E poi l'università, le agitazioni, la lotta armata, i morti e i sensi di colpa… e il futuro incerto, il sindaco e le sue manfrine, i treni sulla vesuviana, il femminismo… tutto insieme, tutto in ordine, tutto, proprio tutto.
Il passato davanti a noi è un libro importante, ma anche parecchio complesso: non è una lettura facile, ci sono tanti eventi che si susseguono rapidamente, c'è un bel carico emozionale e tanto, tantissimo su cui riflettere. Però è una lettura utile, oltre che appassionante, sia per chi quegli anni li ha vissuti, sia per chi li conosce solo de relato. Un libro pregevole che racconta con perizia una pagina oscura, eppure bellissima, della storia italiana, percorsa da quell'"inquietudine incurabile" che ha fatto tanto bene e tanto male al nostro Paese e che, in qualche modo, ne ha cambiato per sempre il futuro.
 
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estersable88

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A chi abbia visto questo tread prima di questo momento, mi scuso per la faccina (prontamente rimossa da Santa Minerva), ma non era voluta! Purtroppo nell'usare il touchpad per pubblicare ogni tanto mi capita di combinare kasini! Sorry!
 
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