Falco, Giorgio - La gemella H

qweedy

Well-known member
La storia della famiglia Hinner, che dalla Germania di Hitler arriva all'Italia dei giorni nostri. A parlare è Hilde, testimone della sua stessa esistenza, ribelle inerte nel mondo progettato dal padre, dai padri. La sua voce, ora laconica ora straripante, narra ottant'anni di vicende private intimamente intrecciate al Novecento, "all'alba dei grandi magazzini", al turismo di massa, all'ossessione del corpo.

Non è un romanzo storico, anche se si dipana sullo sfondo di un secolo di storia, dalla Baviera all'Adriatico passando per Merano e Milano. Le due gemelle Hilde e Helga, simili nell’aspetto, ma diverse nel carattere, reagiranno in modo diverso al mondo esterno.

Posso dirlo? Non mi è piaciuto. Troppo prolisso e descrittivo lo stile di questo autore, procede per liste, elenchi di cose e azioni. Soprattutto mancano i sentimenti, la passione, è tutto grigio, piatto, monotono, difficile empatizzare con le gemelle o con il padre.

Non lo consiglio, ma come voto dò 3, perchè può essere che sia io a non averne colto la bellezza.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Anch'io ho terminato La gemella H - assai a fatica - con la sensazione che mi fosse sfuggito qualcosa.
Ne ho apprezzato lo stile sperimentale, originale, e il punto di vista, quello della gemella "sbagliata", di una persona che nasce e cresce in un mondo che non è il suo.
La lentezza della storia per me non è mai stato un problema. E allora? Concordo con qweedy, è un libro che manca di calore. Il dolore di Hilde, il disagio del padre si percepiscono troppo in sordina, tutto scorre, poco o niente rimane impresso e non parlo della trama. Come se il concentrarsi sull'impeccabilità della forma fosse andato a scapito della spontaneità, della verità del testo. In una recensione in rete (non legata a questo libro) ho letto l'espressione "estetismo scritturistico", non so cosa significhi ma per me si addice a questo romanzo :mrgreen:
 

qweedy

Well-known member
Mi consola pensare che non sono la sola ad essere rimasta delusa da questo romanzo!
Sicuramente la prosa è molto studiata ("estetismo scritturistico" mi sembra una definizione perfetta!), ma se togliamo la scrittura così minuziosamente descrittiva e lenta (che peraltro a me non piace affatto!) non mi è rimasto nulla da questa lettura.
 
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