272° MG - Nebbia di Miguel de Unamuno

Minerva6

Monkey *MOD*
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Domani io, estersable88 e qweedy inizieremo a leggere questo romanzo di letteratura spagnola che non avevo mai sentito nominare (neppure l'autore in realtà ) ma che è stato consigliato qui sul forum da un nuovo utente. Ha detto che è addirittura migliore de Le notti bianche del mio amato Dosto. Voglio provare per credere :wink:.
Ho l'edizione Fazi con traduttore Stefano Tummolini.
Sono davvero curiosa di scoprire se mi piacerà.
Se c'è qualche altro utente interessato si faccia avanti, proceda senza paura attraverso la nebbia perché noi siamo qui pronti ad accoglierlo :D.
 

qweedy

Well-known member
Ho preso ora l'e-book su Amazon, traduzione di Umberto Arenal, editore KKien Publishing International.
Il titolo Nebbia è seguito da "Nivola", che dovrebbe essere la traduzione di nebbia in galiziano, mentre il titolo originale del 1914 è "Niebla" in spagnolo.

La copertina è adatta al titolo, nebbia fitta in cui si intravedono quattro figure in bilico su un'altura.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Fino al capitolo 3

Ragazze, vi avevo chiesto di andare lentamente ma non è che non l'avete ancora iniziato per aspettare me :mrgreen: ?

Io ho letto solo 3 capitoli ma la prima impressione è più che buona.
Non sto facendo ancora paragoni con il Dosto, sto seguendo la lettura senza pensarci, non voglio essere influenzata.
Temevo che fosse melenso e sdolcinato invece è ironico, si parla d'amore ma è mischiato ad altro, tipo la partita a scacchi, le riflessioni sulla vita in generale e perfino quello che il protagonista vede per strada, tipo i caratteri delle insegne dei negozi. Mi sembra peggio di me che passo da un pensiero all'altro.
E poi neppure a lui piace aprire l'ombrello. A me dà proprio fastidio, però non per un fattore estetico come per Augusto.
Di seguito posterò citazioni miste a qualche considerazione personale :wink:.

Quaggiù, in questa misera vita, non ci preoccupiamo che di servirci di Dio: pretendiamo di aprirlo, come un ombrello, perché ci protegga da
tutte le disgrazie.


Per le strade della vita, più che camminare passeggiava.

La formica, bah! Uno
degli animali più ipocriti! È
buona solo a passeggiare in lungo
e in largo, per farci credere di aver
tanto da fare!

Povera formica, ho sempre creduto che lavorasse tanto invece fingeva soltanto :mrgreen:. Meglio la cicala allora :HIPP!

L'uomo non fa altro che cercare
negli accadimenti, nelle
vicissitudini della sorte, alimento
per la sua innata tristezza o
allegria. Il medesimo evento può
essere triste o allegro a seconda
della nostra disposizione innata.


Faticò un poco Augusto a
separarsi da Margarita la portiera,
perché la sua conversazione
nebulosa e quotidiana cominciava
a piacergli.


La parola "innamoricchiato" mi sa di napoletano, d'altronde la città è stata dominata dagli spagnoli e mi ricorda le opere di Luciano De Crescenzo. A te qweedy, com'è tradotta? Di Ester so già che ha la mia stessa edizione.

Non c'è arte mnemonica
migliore di quella di portare un
taccuino in tasca.

Oggi si direbbe uno smartphone per segnare appunti :wink:

Una mia cugina, avendo un cognome al femminile, quando aveva tre anni e le nacque il fratellino disse la stessa cosa di Augusto (mi riferisco al cognome Dominga di Eugenia)... si sarebbe dovuto chiamare al maschile :mrgreen:.
 

qweedy

Well-known member
Ragazze, vi avevo chiesto di andare lentamente ma non è che non l'avete ancora iniziato per aspettare me :mrgreen: ?

:oops::oops::oops: Ehm, esatto! :oops::oops:


La parola "innamoricchiato" mi sa di napoletano, d'altronde la città è stata dominata dagli spagnoli e mi ricorda le opere di Luciano De Crescenzo. A te qweedy, com'è tradotta? Di Ester so già che ha la mia stessa edizione.

Te lo dico domani. :mrgreen:

Comunque sembra interessante, da quello che scrivi! :mrgreen:
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Fine cap. 4

Possibili spoiler:

Beh, è molto carino e molto scorrevole. Mi piace lo stile di Unamuno, ironico, guizzante, irrequieto, tipicamente latino. Augusto, il protagonista, ci appare come un contemplativo, uno troppo impegnato a guardare il cielo da preoccuparsi della terra dove mette i piedi. Ha idee confuse e mutevoli su tutto, è un sognatore perso nella nebbia del suo mondo, tanto che perde aderenza con la realtà. Ed Eugenia? Mmm... strano personaggio: sembra che tutti la conoscano ed abbiano un'opinione non proprio alta di lei, ma nessuno che si sbottoni.

Interessante comunque, finora direi molto diverso da Le notti bianche, sebbene i temi dell'amore e del sogno siano in comune.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Cap. 4

Oh, l'aquila! Che mai avrà detto
l'aquila di Patmos, quella che
guarda il sole dritto in faccia ed è
cieca nel nero della notte, quando
fuggendo insieme a san Giovanni
incontrò la civetta di Minerva,
quella che vede nel buio della
notte, ma che non può guardare il
sole, e che era fuggita
dall'Olimpo?!


Non potevo non postare questa parte :wink:

La donna ama il suo uomo purché
non la pensi come lei, vale a dire
purché pensi...
Sarà mica un pensiero maschilista? Siccome la storia mi sta piacendo faccio finta di no :BLABLA.

Simpatica questa cosa che tutti conoscono Eugenia tranne lui :mrgreen:.
 

qweedy

Well-known member
Fine capitolo 5°

La parola "innamoricchiato" mi sa di napoletano, d'altronde la città è stata dominata dagli spagnoli e mi ricorda le opere di Luciano De Crescenzo. A te qweedy, com'è tradotta? Di Ester so già che ha la mia stessa edizione.

Ho controllato, io la parola "innamoricchiato" non l'ho trovata. Magari se mi specifichi il capitolo e la frase, ti copio com'è nella mia traduzione.

Trovo molto appropriato il titolo Nebbia, parola che viene anche ripetuta più volte nei primi capitoli. Direi che nebbia è proprio quello che ha in testa il protagonista Augusto, che vive di più nella sua testa che nella realtà, e continua a rimuginare in solitudine i suoi pensieri e le sue riflessioni.
Non so voi, ma io trovo questi primi capitoli strapieni di ironia e paradossi. Come ad esempio il fatto che sembra che tutti conoscano Eugenia, tranne lui, oppure quando i due "forse innamorati" si incrociano, ma lui non la vede e non se ne accorge neppure, troppo perso a pensarla. Anche gli scambi di parole di Augusto con la cuoca e il maggiordomo in casa, fanno sorridere, sono umoristici, sembrano tutti quanti personaggi di un fumetto. Devo dire che Augusto non mi piace molto, mi sembra troppo "macchietta", troppo paradossale. Eugenia finora mi sembra abbastanza normale, logica, infatti come risposta alla lettera fa dire dalla portinaia che lei è fidanzata. Risposta molto razionale.

Ci sono anche molte riflessioni interessanti, tutto il rimuginare di Augusto ha abbastanza senso. Mi è piaciuta molto questa frase, anch'io la penso così: "Noi uomini non soccombiamo alle grandi pene o alle grandi allegrie perchè queste pene e queste allegrie sono avvolte in un'immensa nebbia di piccoli incidenti. E la vita è questo, nebbia." E' lo stillicidio quotidiano che ci fa sclerare, non i grandi problemi.

Una mia cugina, avendo un cognome al femminile, quando aveva tre anni e le nacque il fratellino disse la stessa cosa di Augusto (mi riferisco al cognome Dominga di Eugenia)... si sarebbe dovuto chiamare al maschile :mrgreen:.
Mi ha fatto ridere questa riflessione, che trovo molto logica. Come molte altre elucubrazioni di Augusto, che sono sensate e intelligenti.

Dimenticavo di dire che nel capitolo V viene raccontato il legame con la madre. Tra le scene surreali, lui diplomato che siede in braccio alla madre.
Tenero invece quando perde al gioco, perchè troppo innamorato - nella sua testa - di Eugenia.
 
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qweedy

Well-known member
Oh, l'aquila! Che mai avrà detto
l'aquila di Patmos, quella che
guarda il sole dritto in faccia ed è
cieca nel nero della notte, quando
fuggendo insieme a san Giovanni
incontrò la civetta di Minerva,
quella che vede nel buio della
notte, ma che non può guardare il
sole, e che era fuggita
dall'Olimpo?!


Non potevo non postare questa parte :wink:

La mia traduzione di questa frase è così:

No, no; nebbia! nebbia! Essere aquila per poter penetrare nelle nubi! E vedere il sole attraverso esse, come luce nebulosa! Oh, l'aquila! L'aquila di Patmos, che fissa il sole faccia a faccia e non vede nel buio della notte, quante cose avrà detto quando, fuggendo da San Giovanni, s'incontrò con la civetta di Minerva che vede nell'oscurità della notte, ma non può guardare il sole!
In quel momento si imbattè con Eugenia, ma non la vide".


Aggiungo che la mia traduzione è fatta male, ci sono anche molti errori, e buona parte degli accenti manca. Inoltre vedo che il libro inizia con il capitolo 1, mentre forse dovrebbe iniziare con il Prologo.
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Fino al capitolo 6

@ qweedy: dopo controllo, però ricordo che la parola la pronuncia l'amico di Augusto, Victor.

Non tiro le bombe per strada. Il mio
anarchismo è puramente ideale.

Condivido questo pensiero con il padre di Eugenia, pure io sono un'anarchica teorica.

Augusto discorre con il suo cane trovatello:
Camminiamo, caro il mio Orfeo,
per una selva aggrovigliata e
impervia, senza sentieri. Il
sentiero ce lo facciamo da soli,
camminando a nostro rischio e
pericolo.


Molte volte m'è capitato di
pensare, Orfeo, che io non sono, e
camminavo per la strada
immaginando che gli altri non mi
vedessero. E altre volte ho
fantasticato che gli altri non mi
vedessero come mi vedevo io.


E qui non poteva non farmi pensare ai miei amati Pessoa e Pirandello :ad:

Quando l'uomo rimane da solo e chiude gli occhi di fronte all'avvenire, e al sogno, gli si rivela l'abisso spaventoso dell'eternità. L'eternità non è avvenire. Quando muoriamo la morte ci fa compiere metà d'un giro sulla nostra orbita e riprendiamo il cammino all'indietro, verso il passato, verso ciò che è stato.

Il racconto è denso di citazioni interessanti, tra il filosofico e l'ironia. A tratti mi ha ricordato anche un romanzo di Mario Vargas Llosa, scrittore peruviano.
Sto trovando parecchi punti in comune con altri autori, tranne che con il Dosto :mrgreen:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Aggiungo che la mia traduzione è fatta male, ci sono anche molti errori, e buona parte degli accenti manca. Inoltre vedo che il libro inizia con il capitolo 1, mentre forse dovrebbe iniziare con il Prologo.

Noi abbiamo il prologo dal titolo Un sogno di carne, per dirti bene di cosa parla però dovrei rileggerlo :??. Magari Rossella se lo ricorda meglio :wink:.
 

qweedy

Well-known member
Fine capitolo X

Noi abbiamo il prologo dal titolo Un sogno di carne, per dirti bene di cosa parla però dovrei rileggerlo :??. Magari Rossella se lo ricorda meglio :wink:.

Come non detto, grazie. L'ho recuperato leggendo su Amazon le prime pagine, l'avevo sorvolato perchè mi sembrava che raccontasse troppo della trama. Ormai la mia memoria è andata...:W
Dicono che Augusto ricorda molto, oltre a Pirandello, anche il personaggio di Zeno di Italo Svevo.

Augusto è un uomo che pensa tanto e troppo, spesso anche “inutilmente”, Eugenia rappresenta per lui l’emozione che lo fa sentire vivo, un’emozione totalmente cerebrale e per ora a senso unico che dà un senso alla sua vita, squarciando la nebbia esistenziale in cui vive. Anche il cagnolino Orfeo umanizza il protagonista, serve a tenere Augusto un po' più con i piedi per terra, e meno con la testa tra le nuvole. Certo che Nebbia è un titolo che più azzeccato non si può! :mrgreen:
 
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estersable88

dreamer member
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cap. 5

Considerazioni sparse... sì, oltre al titolo, ci sono parecchie cose azzeccate in questo romanzo. Il personaggio di Augusto, per esempio, è costruito in modo magistrale: volutamente l'autore gli ha affibbiato un'indole pavida, introversa, sognatrice, filosofeggiante e decisamente poco pratica e adatta a vivere nel mondo. Augusto è un teorico, uno che vive in teoria, prova sentimenti teorici, teorizza ciò che dovrebbe pensare e quando farlo (come quando all'alba prima di trovare Orfeo si impone di pensare a "Eugenia mia", ma i pensieri si sfaldano).
Volutamente Unamuno gli scaglia contro un'ironia puntuale, lo sbeffeggia quasi, però garbatamente, con indulgenza, quasi fosse un povero illuso e sventurato con la testa per aria... quasi che l'autore lo usasse come monito a ciò che succede se si diventa come Augusto...

Un sogno di carne più che un prologo è una prefazione scritta da un'altra persona (proprio non mi ricordo chi fosse) ed anche lì viene tirata in mezzo La coscienza di Zeno (che non ho letto).

E la madre? Vogliamo parlare di quella madre chioccia? Ah, quanti ne ho conosciuti di figli con madri come quella... e quanti danni fanno!

Comunque bello, continua a piacermi molto.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Fino al cap. 8

Sono proprio la sua forza di carattere, la sua indipendenza, che mi entusiasmano: perché a me, invece, mancano del tutto!
Per la serie gli opposti si attraggono... Il problema poi però è che a furia di stare insieme la parte peggiore della coppia prende il sopravvento :W. Invece di modificarsi in meglio quella debole, è la forte che collassa :(. Lo sapete che devo inserisci sempre il mio, abbiate pazienza :ad:.
A me questo Augusto piace, sarà che pure io ho una fitta nebbia nel cervello... i miei pensieri, le mie emozioni, i miei sentimenti sono talmente offuscati che leggendo di lui mi sento come a casa :wink:.

@ Rossella: io La coscienza di Zeno l'ho letta ai tempi del liceo, allora si usava farlo, come per Verga e Pirandello. Te lo consiglio, ovviamente.
 

estersable88

dreamer member
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Fine cap. 16

Oggi ho letto un po' di più... Beh, ormai i caratteri dei due giovani sono delineati ed anche i personaggi secondari. Del povero, confuso Augusto abbiamo parlato ed effettivamente occorre registrare che, se possibile, lo sconvolgimento portato nella sua vita da Eugenia non ha fatto altro che aggravare la confusione nella sua testa. è come se, non avendo mai deciso nulla né cambiato nulla nella sua vita, abbia subito un cortocircuito che gli fa prendere decisioni avventate (Rosario) o simil-eroiche (la storia dell'ipoteca). A cosa gli varrà tutto ciò? Si ritrova tirato per la giacca da chi gli dice "sposati" e chi lo esorta a pensarci bene.
Eugenia, dal canto suo, è sicuramente più razionale, è molto determinata e di sani principi, ma non mi piace questo suo ostentare moralità senza però prendere decisioni ferme e irrevocabili: rifiuta Augusto, frequenta Mauricio ma concretamente resta con un piede in due scarpe. La trovo snob, antipatica e superba.
 

qweedy

Well-known member
Fine capitolo 16

Penso che Augusto più che di Eugenia è innamorato del suo sogno d'amore. Diciamo che Eugenia l'ha svegliato e gli ha aperto un mondo, quello femminile, che prima non vedeva.
A me Eugenia piace, mi pare la più normale tra tutti. Prima pensavo che anche Victor fosse abbastanza normale, ma ora vedo che è bizzarro anche lui con i suoi problemi matrimoniali. Se penso che il romanzo è stato pubblicato nel 1914, direi che le femministe c'erano già anche allora: Eugenia fa un lavoro che non le piace per mantenersi e non dipendere economicamente dagli zii, è innamorata di un mascalzone, e difende la sua scelta pur vedendo la debolezza dell'uomo. Non è almeno per ora interessata a un matrimonio di convenienza con Augusto, che le permetterebbe di non dover più lavorare per vivere e le consentirebbe di abbandonare la musica che odia.
A proposito, è la prima volta che leggo di una musicista che odia la musica. Comunque Eugenia è una donna forte, che non vuole vendersi per denaro. E' più virile lei che Augusto e Maurizio insieme! Finora è l'unico personaggio coraggioso di Unamuno, spero che nel proseguo non me la faccia crollare! :mrgreen:
Anche se può sembrare che tenga il piede in due scarpe, è abbastanza risoluta nel difendere le sue scelte: tratta Augusto con ferma gentilezza perchè le fa pena e in più lei non vuole scontentare o scontrarsi troppo con gli zii, che la accolgono in casa. E' stata molto determinata - finora - nel ribadire il suo amore per il mascalzoncello Maurizio e nel ribadire che non è interessata agli agi che Augusto potrebbe darle.
E' l'unico personaggio forte del romanzo, almeno per ora, spero che tale rimanga tale fino alla fine! Ma temo che l'ultima infelice proposta di Maurizio la porti su un'altra strada....
 
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estersable88

dreamer member
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Penso che Augusto più che di Eugenia è innamorato del suo sogno d'amore. Diciamo che Eugenia l'ha svegliato e gli ha aperto un mondo, quello femminile, che prima non vedeva.
A me Eugenia piace, mi pare la più normale tra tutti. Prima pensavo che anche Victor fosse abbastanza normale, ma ora vedo che è bizzarro anche lui con i suoi problemi matrimoniali. Se penso che il romanzo è stato pubblicato nel 1914, direi che le femministe c'erano già anche allora: Eugenia fa un lavoro che non le piace per mantenersi e non dipendere economicamente dagli zii, è innamorata di un mascalzone, e difende la sua scelta pur vedendo la debolezza dell'uomo. Non è almeno per ora interessata a un matrimonio di convenienza con Augusto, che le permetterebbe di non dover più lavorare per vivere e le consentirebbe di abbandonare la musica che odia.
A proposito, è la prima volta che leggo di una musicista che odia la musica. Comunque Eugenia è una donna forte, che non vuole vendersi per denaro. E' più virile lei che Augusto e Maurizio insieme! Finora è l'unico personaggio coraggioso di Unamuno, spero che nel proseguo non me la faccia crollare! :mrgreen:
Anche se può sembrare che tenga il piede in due scarpe, è abbastanza risoluta nel difendere le sue scelte: tratta Augusto con ferma gentilezza perchè le fa pena e in più lei non vuole scontentare o scontrarsi troppo con gli zii, che la accolgono in casa. E' stata molto determinata - finora - nel ribadire il suo amore per il mascalzoncello Maurizio e nel ribadire che non è interessata agli agi che Augusto potrebbe darle.
E' l'unico personaggio forte del romanzo, almeno per ora, spero che tale rimanga tale fino alla fine! Ma temo che l'ultima infelice proposta di Maurizio la porti su un'altra strada....

Sai, Qweedy, credo tu abbia ragione su Eugenia, ma probabilmente mi sono fatta influenzare dalla prefazione nella quale si anticipano delle cose che... me la fanno guardare con diffidenza. Ecco il problema delle prefazioni, che a volte spoilerano e influenzano la prospettiva in cui si legge.
 

qweedy

Well-known member
Sai, Qweedy, credo tu abbia ragione su Eugenia, ma probabilmente mi sono fatta influenzare dalla prefazione nella quale si anticipano delle cose che... me la fanno guardare con diffidenza. Ecco il problema delle prefazioni, che a volte spoilerano e influenzano la prospettiva in cui si legge.

Il mio giudizio su Eugenia vale solo fino ad adesso, fino a ciò che sappiamo finora. Il mio timore è che poi Eugenia crolli completamente, e magari accetti di sposare Augusto per interesse!

Sul mio ebook la prefazione non c'è, inizia con il primo capitolo quando Augusto mette fuori la mano per vedere se piove prima di uscire per una passeggiata, mentre su Amazon (dove l'ho comprato) c'è la prefazione, e ho visto che come spesso accade anticipa tutta la trama, perciò l'ho sorvolata.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Allora io sono fortunata :mrgreen:.
La mia mancanza di memoria mi ha già fatto dimenticare la prefazione :lol:.
Rido per non piangere, ovviamente.

Vi ho raggiunte. Ho segnato questo simpatico dialogo tra gli zii di Eugenia nel capitolo 12:
la mia anarchia consiste in questo, proprio in questo: che ognuno deve sacrificarsi per gli altri, ognuno dev'essere felice facendo
felici gli altri.
Infatti diventi proprio un agnellino, Fermin, se succede che la zuppa e pronta anche solo dieci minuti dopo mezzogiorno!".
eh, lo sai benissimo, Ermelinda, che la mia anarchia è solo teorica... Mi sforzo di
raggiungere la perfezione, però..
.

Posso fare tutti questi copia e incolla perché fotografo la pagina sul lettore e poi converto l'immagine in testo attraverso un'app... davvero utile :wink:.

Che cos'è il mondo reale se non il sogno che tutti sognamo, il sogno comune?

È sempre meglio sposarsi per farsi conquistare il cuore, piuttosto che per conquistare il cuore di qualcuno.


Avete notato lo spiacevole riferimento alla nostra attualità nel racconto sull'epidemia quando la gente era in preda al panico e non usciva di casa per paura del contagio? Quel barbaro di Martin dice: "meno male" al povero vedovo quando scopre che la moglie era morta di parto :mrgreen:.

Anche io temo che Eugenia si faccia convincere a sposare Augusto dopo il comportamento da stronzo di Mauricio. Comunque lei sarà pure femminista e va bene, ma non vi è sembrata un po' troppo razzista verso gli uomini quando li cataloga solo come bruti oppure finocchi :paura:? Vabbè che non è lei a parlare ma Unamuno stesso e per la par condicio aveva già detto una cosa maschilista perciò ora ci voleva pure questa :BLABLA.
Cerco di leggere ancora un po' stasera così sto al passo con voi :wink:.
 
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