Vosseler,Nicole-Il botanico inglese

Shoshin

Goccia di blu
Ambientato a metà dell’Ottocento,Il botanico inglese è un libro che colpisce immediatamente per una raffinata estetica che lambisce ogni aspetto di questo prezioso prodotto letterario.

Per una volta parliamo della copertina prima di tutto. Se, come diceva Paul Valéry, “Quello che c’è di più profondo nell’essere umano è la pelle”, diciamo che questo ottimo libro parte con alcune lunghezze di vantaggio su molte altre pubblicazioni. Una splendida immagine di camelie e uccellini in una stampa antica inaugurano il viaggio di questa lettura, anticipandone alcuni temi.

Robert Fortune è un floriculture, oggi lo definiremmo così, proveniente dalla Scozia e di casa a Londra, dove da poco vive in compagnia della moglie e di due figli. Una vita, quella di Fortune, immaginata senza grandi sbalzi, senza grandi emozioni, un’esistenza disegnata sulla serenità e la contemplazione. L’immagine di una campagna scozzese immersa nella nebbia ci permette di visualizzare ciò che il “botanico inglese” e sua moglie Jane desideravano dalla propria vita comune.

Un incarico inaspettato e bizzarro però arriva a sconvolgere la vita dei due sposini chiusi nel loro guscio amoroso. A Robert Fortune viene affidato un incarico straordinario, partire per la Cina alla ricerca di piante sconosciute da importare nell’Inghilterra di metà Ottocento, una terra che vantava un amore per la botanica senza precedenti. Il Regal Botanic Garden of London attraeva più visitatori di qualunque altro museo cittadino in epoca vittoriana.

In questo clima da “impresa” Fortune, che mai avrebbe immaginato di dover affrontare una simile esperienza, parte per la lontana Cina con un pugno di soldi, tanta paura e qualche dubbio.

Arrivato in Cina non saranno solo la scoperta di nuove specie vegetali a sorprenderlo, ma anche alcuni incontri che gli faranno riconsiderare il proprio approccio alla vita.

L’incontro con una jianghu,in particolare, penetrerà nella coscienza di Fortune facendogli riconsiderare certezze quali la sicurezza economica ed esistenziale. Nel libro si spiega bene cosa sia un* jianghu, ovvero una via di mezzo fra un’artista di strada, un anarchico e un esperto nell’arte della guerra, figura di cui la lettura classica cinese si è nutrita copiosamente.

Ma non sono solo gli incontri con le persone a sconvolgere Fortune, la scoperta delle infinite varietà di specie vegetali e ancora di più l’osservazione dell’antica arte della lavorazione della “giada liquida”, ovvero il tè, apriranno al ricercatore inglese nuovi scenari inimmaginabili. Aiuterà il lettore, all’asciutto di nozioni botaniche, sapere che metà delle piante, anche molto comuni per noi oggi, sono arrivate in Europa, spesso prima in Inghilterra, solo all’inizio del secolo scorso.

È bravissima la Vosseler a ricostruire con dovizia di particolari il clima di intensa ricerca, la febbrile sensazione di perdizione, aggiungendo alla narrazione splendide note di cultura botanica che arricchiscono il percorso con eleganza.

Il botanico inglese ci illumina anche su un altro fenomeno piuttosto importante, ovvero la cinesizzazione di ogni occidentale che abbia varcato le porte dell’impero su cui non tramonta mai il sole tra il 1800 e il 1900. Ne siamo bene al corrente noi italiani che, grazie a Padre Albini, un prete bergamasco partito per convertire i cinesi e trasformatosi in cinese, abbiamo una vera e propria documentazione fotografica sull’ammaliante Cina di inizio Novecento.

Un libro affascinante e ben scritto che permetterà di attraversare terre lontane in epoche misteriose e magiche.


Ho scelto questa libera recensione trovata sul web per descrivere il libro di Nicole Vosseler che termina con una postfazione altrettanto interessante.
Cercavo pagine che risvegliassero in me il desiderio di lettura, e l'interesse per gli argomenti che fanno parte del mio mondo personale.
E questo libro è riuscito a restituirmi un poco di serenità e meraviglia dentro al cuore.



...Dove si trova il confine tra fatti reali e finzione?
All'incirca qui:è esistito davvero un botanico di nome Robert Fortune,nato e cresciuto in Scozia,attivo in Inghilterra,che nel XIX secolo viaggiò in Cina,dove recuperò tesori di glicine,peonie e gigli,riportò con sé kumquat e kiwi e contrabbandò piantine di tè,mentre sua moglie Jane lo aspettava a casa in Inghilterra,con i bambini.Ho preso in prestito per questo romanzo i loro nomi,le date degli eventi e alcuni fatti della loro vita.
E qui:Lian è l'essenza di tutte le ragazze e le donne che nei secoli scorsi combatterono come jianghu per loro stesse e per gli altri.Tramandate più sotto forma di leggenda che come verità storica,se mai lo furono,trovarono la loro strada nei libri di storia solo con la rivolta dei Taiping.
Granelli di fatti che ho seminato nel campo della mia immaginazione per far crescere il giardino di questo romanzo...


Robert Fortune
 
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