Amar, Philippe - Ho soffiato il mio desiderio fino al cielo

estersable88

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C'è un desiderio che accomuna tutti i bambini del mondo: avere una mamma e un papà. È così anche per Victor, che vorrebbe capire se quella sensazione è diversa dall'affetto che gli ha regalato l'anziana Tatie, da cui è stato allevato come un figlio. Adesso che non può più occuparsi di lui, l'intraprendente dodicenne decide che a trovare una mamma ci penserà da solo. Ha già un'idea in testa. È convinto che Lily, la pasticcera che incrocia per strada ogni mattina, abbia tutte le qualità per essere quella giusta: uno sguardo dolce e generoso, un sorriso aperto che promette calore e fiducia e la passione per la cucina con cui assecondare la sua insaziabile golosità. Victor è al settimo cielo, non avrebbe potuto trovare candidata migliore. Il problema è che non ha messo in conto un possibile rifiuto da parte di Lily. Pur restando affascinata dall'entusiasmo di Victor, la giovane pasticcera non ha nessuna intenzione di fargli da madre. Almeno finché non avrà fatto ordine nella sua vita cui manca il solido fondamento dato da poche e semplici certezze. L'amore, la maternità, la stabilità lavorativa restano per lei un orizzonte a cui tendere, a patto che trovi il coraggio di dare retta alla voce del passato da cui continua a essere tormentata. Nel frattempo, Victor non ci pensa nemmeno ad arrendersi e stare a guardare. Giorno dopo giorno, si impegna a escogitare stratagemmi e rocambolesche imboscate per intrappolare e conquistare Lily. Perché nessuno meglio di lui sa che è il cuore a scegliere la persona capace di regalarci la felicità.
Dalla sua apparizione sugli scaffali delle librerie, Ho soffiato il mio desiderio fino al cielo si è imposto come esordio dell'anno. Critici e lettori sono rimasti ammaliati dalla storia del piccolo Victor, dando il via a un passaparola che ha convinto la regista Michèle Laroque a trarne un film già in produzione. Philippe Amar ci consegna un romanzo delicato e toccante sull'importanza di non dare mai nulla per scontato, perché quando perdiamo di vista le cose importanti, rischiamo di smarrire anche noi stessi.

Ho scovato questo romanzo per puro caso, curiosando sul web. Mi ha colpito il titolo, l'ho preso a scatola chiusa, senza neppure conoscere la trama (lo faccio di rado), ho cominciato a leggerlo e… non ho più smesso fino a notte fonda, finché non l'ho finito. Nel frattempo, mi sono emozionata, ho empatizzato con Victor, con i suoi amici, con Tatie e anche con Lily, ho pianto… che dire? Una storia che non lascia indifferenti, che mi ha conquistata e che ovviamente vi consiglio.
Ciò che più ho amato, in queste pagine, è la delicatezza, la sensibilità e l'onestà con cui la storia di Victor -e di tanti bambini come lui – viene tratteggiata dall'autore: Victor è un bambino orfano, un violinista enfant prodige, un bambino adottato, ma è raccontato qui come un bambino normale… normale, con le corse a rotta di collo fino a scuola, per le piccole bugie dette a Tatie, per le reazioni a volte inconsulte ma perfettamente plausibili per la sua età e il suo vissuto… Un bambino che vive la sua condizione in maniera consapevole, che non ne viene schiacciato o fagocitato, ma che anzi, riesce a trovare la propria identità e a difendere le proprie scelte con una forza insospettabile e invidiabile. Invidiabili sono anche la tenacia e l'intraprendenza di Victor nel perseguire i suoi (folli, ma tenerissimi) obiettivi; invidiabili sono anche gli amici di questo ragazzino così fuori dagli schemi: amici veri che gli rimangono accanto, lo supportano e gli si stringono attorno in ogni situazione, anche in quelle più difficili.
Philippe Amar riesce a trovare l'equilibrio perfetto fra dolcezza e amarezza, fiction e realtà in una storia preziosa da leggere e consigliare. Unica, piccola nota stonata: il finale… l'ho trovato non perfettamente all'altezza del resto della storia. Ma può accadere che, sebbene plausibili, le storie non finiscano proprio come avevamo pensato, anche se, ve lo anticipo, questa finisce bene.
 
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