Unamuno, Miguel de - La zia Tula

Ondine

Logopedista nei sogni
In questo romanzo i personaggi si dibattono tra quattro dimensioni: ciò che si è, ciò che si crede di essere, ciò che crede l'altro e ciò che si vuole essere. Rosa e Ramiro non hanno volontà, si lasciano trasportare dagli eventi, si accontentano di ciò che sono e di ciò che hanno (se non si vuole, se non si desidera, non si soffrirà mai) mentre Tula è un personaggio della volontà, non sa chi sia realmente ma sa cosa vuole essere e vive tutta la sua vita con l'obiettivo di essere una madre vergine, una madre di spirito. Tula è un personaggio complesso per il suo conflitto interiore tra fede e ragione, vuole essere madre rifiutando l'unione fisica con un uomo, aspira ad essere immortale attraverso il suo diventare madre di spirito e per raggiungere questo obiettivo spinge la sorella Rosa a sposare Ramiro e a fare un figlio dopo l'altro così da poterli poi crescere lei solamente come se fossero figli suoi. Rosa e Ramiro, e successivamente Manuela, sono solamente un mezzo attraverso cui diventare madre non biologica ma dell'anima, vuole vivere eternamente nello spirito di Ramirino, Rosita, Elvira, Enrique e Manolita (che diventerà la sua succeditrice).
Tula disprezza la sessualità e si identifica con la Vergine Maria, rifiuta di provare amore verso un uomo, anche se questo le comporta sofferenza. Nel prologo (che consiglio di leggere) di questo romanzo dalla struttura teatrale Gertrudis (Tula per i familiari) viene descritta come erede di don Chisciotte e di Santa Teresa D'Avila, di Antigone e di Abisag. Proprio come questi personaggi Tula sceglie di sacrificare la propria vita per donarsi completamente al prossimo ma qui Miguel de Unamuno si pone un interrogativo interessante: il sacrificio di Tula alla solitudine per dedicarsi ai nipoti rimasti orfani è amore cristiano oppure orgoglio e paura?
Attraverso il personaggio di questa zia, che diventa il punto intorno cui ruota tutta la famiglia, Miguel de Unamuno dimostra di condurre uno studio psicologico profondo analizzando il confine sottile tra egoismo ed altruismo.
 
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Minerva6

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In attesa di scrivere un commento posto queste citazioni, sennò rischio di perderle:

Solo nel teatro e nei romanzi si sente dire io ti amo; nella vita vera, quella di carne, sangue e ossa il caloroso ti voglio bene, e quello ancora più intimo che è quello di non dirlo.

Era come il pane di ogni giorno, come il pane casareccio e quotidiano, e non come un piatto strano dai sapori sorprendenti.

Da lontano lei ti offuscava, ma da vicino eri tu a offuscarla.

Niente rallegra più di un raggio di sole, soprattutto se sopra la verdura di un fogliame di un albero, e il raggio di sole non è né felice né triste, e chi lo sa... forse il suo stesso fuoco lo consuma...
 
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