Nori, Paolo - I russi sono matti

Minerva6

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Sottotitolo: Corso sintetico di letteratura russa 1820-1991

Nori è un traduttore di lingua russa, quest'opera però non ha nulla di accademico, è pensata per chi ama gli autori russi e servirà sicuramente per scoprire qualcosa in più su di loro come è successo a me, ma farà conoscere anche diverse cose sull'autore. Il suo modo di scrivere mi piace proprio perché parla spesso di lui come faccio anche io con i miei commenti e le mie recensioni.
L'ho conosciuto prima come traduttore dell'Oblomov di Goncarov e poi ho apprezzato lo stile ironico anche come autore nel suo romanzo Bassotuba non c'è.
Non potevo farmi scappare quest'opera e sono rimasta molto soddisfatta. La consiglio a chi interessa il genere. Ho anche segnato qualche titolo e autore che non avevo mai sentito e che a breve vorrei leggere.
Ho poi scoperto notizie interessanti sulla stesura di Anime morte di Gogol e sulla sua traduzione.
L'unico difetto potrebbe essere che a volte ripete gli stessi concetti e se me ne sono accorta io che ho la memoria ballerina allora tutti lo noteranno.
 
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Ecco alcuni brani

Sul mio amato Dosto:
Belinskij aveva letto il manoscritto di Povera gente, aveva chiesto di incontrarne l'autore e gli aveva detto: «Ma lei si rende
conto di quello che ha scritto? Lei
ha un dono straordinario, ne abbia
cura, gli sia fedele, e sarà un grande
scrittore».
Dicono che Belinskij, in quell'incontro, abbia salutato Dostoevskij come il nuovo Gogol.

il 19 dicembre del 1849, sempre a San Pietroburgo, in quella che allora si chiamava piazza Semënovskaja e che oggi si chiama piazza Pionerskaja, che è il posto dove a Dostoevskij è stata letta la condanna a morte, e dove è stato schierato il plotone d'esecuzione
che quella condanna doveva eseguire.
Il delitto di cui Dostoevskij era accusato era di aver letto in pubblico una lettera proibita, la lettera che Belinskij aveva scritto a Gogoľ dopo che Gogoľ aveva pubblicato il suo ultimo libro, Brani scelti dalla corrispondenza con gli amici.
La condanna a morte di Dostoevskij viene convertita, come si sa, in dieci anni di lavori forzati.

Su di lui e Tolstoj:
Io mi sono ricordato di una volta, una quindicina di anni fa, che ero al telefono con mia mamma e mi sono accorto, chissà perché, che la trattavo male; e ho realizzato che non era solo quella telefonata, ma ho visto mamma come se mi vedessi da fuori, che mia mamma, tra tutte le persone con cui avevo a che fare, era la persona che trattavo peggio e mi sono detto “Ma sei deficiente? Ma che colpa ha questa donna? Cosa ti ha fatto, oltre a metterti al mondo e a
volerti bene e ad aiutarti per tutta la
vita?
È stata una cosa che io non me la
dimentico più fin che campo.
E da quel momento, le relazioni tra me e mia mamma sono cambiate, ed è cambiato il mondo, per me. Perché noi, come dice Tolstoj, disegniamo le nostre orbite intorno alle persone che ci stanno accanto.
E cambiare la propria orbita
significa cambiare il proprio mondo.

Mi piace il fatto che in Russia si dica che un ottimista è un pessimista male informato. :mrgreen:
 
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