Almodovar, Pedro - Parla con lei

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Benigno, un infermiere professionale dalla personalità particolarmente fragile e sensibile, accudisce amorevolmente Alicia, giovane paziente in coma da quattro anni.
La loro storia si intreccia con quella di Marco, scrittore argentino, e Lydia, anch'essa in coma in seguito a un incidente durante una corrida.
Marco vive con disagio la tragedia di Lycia e non riesce a seguire il consiglio di Benigno "Parla con le tue parole, ti ascolterà anche se apparentemente non sembra".
Tra i due uomini nasce un'intensa e contrastata amicizia.

Mi fermo qui con la trama per non rovinare a chi non l'ha visto il piacere della visione.
Il regista tratta, con un linguaggio a mio parere sorprendentemente poetico, temi piuttosto forti e azzardati, astenendosi da ogni giudizio morale o moralistico sulle azioni dei personaggi e presentandoceli guardando al loro lato più umano e fragile.
Un film bellissimo, un po' inquietante, da guardare abbandonando ogni tipo di pregiudizio. Dove è il confine tra amore e "deviazione"? Fra tenerezza e violenza? Fra tragedia e lieto fine?
Da non perdere, oltre a Caetano Veloso, il "film muto dentro il film" che Benigno descrive ad Alicia.

Personaggi e interpreti
Javier Càmara: Benigno Martìn
Dario Grandinetti: Marco Zuluaga
Leonor Watling: Alicia
Rosario Flores: Lydia Gonzàlez
Geraldine Chaplin: Katerina Bilova
Mariola Fuentes: Rosa
Roberto Alvarez: Dottore
Adolfo Fernàndez: Bimbo di Valencia
Fele Martinez: Alfredo
Paz Vega: Amparo
Elena Anaya: Angela
Lola Duenas: Matilde
Ana Fernandez: sorella di Lydia
Chus Lampreave: Portiere
Loles Lèon: Presentatrice TV
Caetano Veloso: se stesso
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche io ho visto questo film e ne ho tratto una forte riflessione sul significato dell'amore e del rapporto tra le persone, Benigno è una persona inquietante, ingenuo nelle sue scelte poco ortodosse, è un film certamente complesso che non riesco ancor bene a catalogare
 

skitty

Cat Member
Visto ieri sera. Mi rendo conto che si tratta di un capolavoro... I temi trattati davvero risvegliano molte emozioni e tramite la bellezza e la poesia ogni dettaglio si presta a molte riflessioni dalle mille sfaccettature. Molto intensi i balletti, le scene in cui Benigno si prende cura del corpo di Alycia; e commovente l'amicizia incondizionata tra Benigno e Marco.
Nonostante io riconosca tutte queste qualità e nonostante io abbia apprezzato con intensità estrema moltissime scene del film, l'impressione generale alla fine non è stata positiva. Penso sia questione di reazioni molto personali nello spettatore... Nel mio caso, il cattivo gusto di alcuni particolari ha un po' offuscato la bellezza di altri.
Ripeto, è una reazione assolutamente personale, ma nel momento in cui ho visto il film ho sofferto internamente proprio per la mancanza di giudizi: Benigno ha fatto una cosa orribile, ma non sembra venga giudicata tale, e questo mi ha fatta sentire triste...
Voto: 4.
 

Apart

New member
Anch'io ho visto questo film, ieri sera, per la prima volta. Sabri, trovo interessante quando scrivi "nel momento in cui ho visto il film ho sofferto internamente proprio per la mancanza di giudizi": hai colto un punto importante del film. Ad Almodòvar, qui, come in altri dei suoi film, non interessa emettere giudizi. Liberati da questa necessità (di veder emesso il giudizio), e vedrai che comincerai ad amare i suoi film. Almodòvar mette in scena la vita, e quando metti in scena la vita emergono anche le contraddizioni, le brutture, le assurdità. Almodòvar non vuole creare personaggi ad hoc. Sembra lasciare che i personaggi vivano da soli, liberati dall'artificiosità del regista che vuol dargli una forma. E quando non c'è la mano del regista, gli uomini non sono mai puri. In questo film dunque non ci sono eroi senza macchia. Benigno non lo è, e forse nemmeno è un eroe. Poco importa. Ad Almodòvar non interessa farlo apparire tale. Eppure quell'uomo che violenta una donna, che compie un gesto così deplorevole, è anche capace di parlare con una donna (con Alicia), di prendersi cura, di donarsi e di donarle amore, e alla fine di ridarle la vita. Come infatti non credere che lei sia ritornata a vivere se non grazie a lui, anche grazie a lui? Benigno, il violentatore, ma anche l'unico che ha ridato dignità a quello che a tutti sembrava ormai soltanto un corpo. Per me è stato un bellissimo film. Potrei estrapolare ogni singola scena del film e farne un pezzo unico, di rara bellezza (Marco che si commuove a teatro; lo spettacolo teatrale; il sogno di Benigno, in cui entra nella vagina di Alicia; Lydia che si veste per la corrida; Benigno e Marco che guardano fuori dalla finestra e vedono la sala di danza, in cui balla Alicia; Benigno che si prende cura del corpo di Alicia; ecc.).
 
Ultima modifica:

skitty

Cat Member
Anch'io ho visto questo film, ieri sera, per la prima volta. Sabri, trovo interessante quando scrivi "nel momento in cui ho visto il film ho sofferto internamente proprio per la mancanza di giudizi": hai colto un punto importante del film. Ad Almodòvar, qui, come in altri dei suoi film, non interessa emettere giudizi. Liberati da questa necessità (di veder emesso il giudizio), e vedrai che comincerai ad amare i suoi film. Almodòvar mette in scena la vita, e quando metti in scena la vita emergono anche le contraddizioni, le brutture, le assurdità. Almodòvar non vuole creare personaggi ad hoc. Sembra lasciare che i personaggi vivano da soli, liberati dall'artificiosità del regista che vuol dargli una forma. E quando non c'è la mano del regista, gli uomini non son mai puri. In questo film non ci sono eroi senza macchia. Benigno non lo è, e forse nemmeno è un eroe. Poco importa. Ad Almodòvar non interessa farlo apparire tale. Eppure un uomo che violenta una donna, che compie un gesto così sconcertante, parlando con lei (con Alicia), donandole l'amore, è stato in grado di ridarle la vita. Come non credere che lei sia ritornata a vivere se non grazie a lui, anche grazie a lui? Benigno, il violentatore, ma anche l'unico che ha ridato dignità a quello che a tutti sembrava ormai soltanto un corpo. Per me è stato un bellissimo film. Potrei estrapolare ogni singola scena del film e farne un pezzo unico, di rara bellezza.

Anche secondo me è un film bellissimo... Non riuscivo solo a liberarmi di quella sensazione fastidiosa di ingiustizia. Grazie per la tua interpretazione, mi sta facendo riflettere su alcuni punti della storia in maniera differente. Per lo meno sul ritorno alla vita di Alicia.
Come sempre, il bello di scambiarsi i commenti! :)
 

Apart

New member
Anche secondo me è un film bellissimo... Non riuscivo solo a liberarmi di quella sensazione fastidiosa di ingiustizia. Grazie per la tua interpretazione, mi sta facendo riflettere su alcuni punti della storia in maniera differente. Per lo meno sul ritorno alla vita di Alicia.
Come sempre, il bello di scambiarsi i commenti! :)

Non ci crederai, ma tempo fa non mi piacevano i suoi film, anche per quel motivo che hai indicato tu nel commento sopra.
 

ayla

+Dreamer+ Member
E' un film che può piacere o meno ma sicuramente non lascia indifferenti.
E' una storia che ci parla di uomini, Marco e Benigno, e d'amore, un amore fatto di gesti, carezze, tenerezza e cure costanti, un amore che ti riempe e ti travolge diventando ostinazione, ossessione e follia che acceca, che fa perdere il contatto con la realtà e i confini tra il giusto e l'ingiusto, tra il lecito e l'illecito.
La cosa interessante del film, secondo me, oltre la regia e l'idea geniale del film muto :ad:, è come Almodovar sia riuscito a creare un personaggio ambiguo come Benigno, che sotto una forza positiva come l'amore incondizionato, arriva a compiere un atto totalmente negativo e, nonostante questo, ci sembra comunque essere ai nostri occhi innocente, anche se colpevole.
Il finale mi è piaciuto molto, questo voler lasciare in sospeso, il non voler dire se i due rimasti, Marco e Alicia, riusciranno a superare il loro passato, se riusciranno ad innamorarsi e a superare la solitudine che li avvolge. Il film si chiude con uno scambio di sguardi che però non ci assicura niente, non ci fa sperare nel lieto fine e forse non poteva esserci finale migliore.
 
M

maredentro78

Guest
Secondo me "Parla con lei",è uno dei film meno digeribili di Almodovar,specie per quello che fa il protagonista,pur essendo un atto d'amore,è una specie di violenza inaudita,l'ho trovato un pò contorto.Tra quelli che ho visto di Pedro(che sono tanti...) penso sia quello che ho faticato di più ad accettare.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Spoiler

La figura di Benigno turba e sconvolge poiché incarna contemporaneamente due opposti: la purezza assoluta e incontaminata e la bestialità dello stupratore. Dal suo punto di vista, Benigno non commette violenza, non commette nessun atto efferato. E' convinto che la sua storia con Alicia sia una vera storia d'amore, più ricca e felice di altre storie ovviamente più convenzionali. E' poesia il suo modo di curare la ragazza, di parlarle amorevolmente come fosse cosciente. Benigno è un'anima candida, che non conosce la vita se non come spettatore, che si stupisce e si indigna quando il mondo lo accusa per ciò che ha commesso (sia chiaro che sto osservando dall'esterno la sua figura, con pietà e tenerezza, considerando che sono spettatrice di un film, lungi da me voler sminuire la gravità dell'atto). L'unica persona che lo sostiene fino all'ultimo e che soffre per lui, pur con estrema lucidità, è Marco, il quale incarna la vera amicizia, quella ideale e incondizionata.
Rispetto alla prima visione, a distanza di anni mi ha emozionato una delle scene finali, quella in cui Alicia vede Marco e a suo modo lo "riconosce". Scena che sembra confermare, a suo modo, parte del sentire di Benigno e che suscita innumerevoli domande: una persona in coma è una persona a suo modo viva? Cosa avviene nella sua anima, considerando che ogni caso è naturalmente diverso dall'altro?
Solo un artista davvero geniale può creare una figura contraddittoria come quella del protagonista di questo film, ribaltare completamente la prospettiva alla quale siamo abituati, addentrarsi nei meandri di argomenti e punti di vista decisamente scomodi provocando lo spettatore, turbandolo, persino infastidendolo ma toccandolo sul vivo con una sorta di cruda delicatezza. Bellissimo film, confermo che per me è il migliore di Almodovar, tra quelli che ho visto.
 
Alto