I musicforum - La buona novella (De Andrè)

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zaratia

Sideshow
Finalmente il primo musicforum!!! Apriamo la discussione su "La buona novella", album di de Andrè del 1970. I brani discutere insieme sono:

1 - Laudate Dominum
2 - L'infanzia di Maria
3 - Il ritorno di Giuseppe
4 - Il sogno di Maria
5 - Ave Maria
6 - Maria nella bottega di un falegname
7 - Via della Croce
8 - Tre madri
9 - Il testamento di Tito
10 - Laudate hominem

:YY

Cominciamo la discussione, io mi aggiungo appena posso!
 

isola74

Lonely member
comincio io???

Che cosa si può dire di questo album (e di tutti quelli di Fabrizio) che non sia banale?
ok, non importa, sarò banale e scontata: è stupendo! io lo adoro e lo conosco praticamente a memoria...
Il Vangelo letto attraverso gli aspetti umani dei "protagonisti", senza più distinzioni tra umano e divino (anche i due ladroni hanno un nome!!).
E' un album che è come un libro: va ascoltato dalla prima all'ultima canzone perchè c'è un filo conduttore concreto, è un vero racconto che inizia e finisce.
Le mia preferite??

Maria nella bottega del falegname
( ..Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offrì in battaglia,
ma tre croci, due per chi
disertò per rubare,
la più grande per chi guerra
insegnò a disertare"
).

Via della croce
(...La semineranno per mare e per terra
tra boschi e città la tua buona novella,
ma questo domani, con fede migliore,
stasera è più forte il terrore
.)

Tre madri
(Piango di lui ciò che mi è tolto,
le braccia magre, la fronte, il volto,
ogni sua vita che vive ancora,
che vedo spegnersi ora per ora
.....
Non fossi stato figlio di Dio
t'avrei ancora per figlio mio
").

Per ora mi fermo qui per dare spazio agli altri... ma tornerò!! :mrgreen:
 

El_tipo

Surrealistic member
io vorrei farvi una domanda. Tralasciando i commenti sulla canzone che tutti conoscerete a memoria, come avete interpretato questa strofa?

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
 

El_tipo

Surrealistic member
secondo me Tito ci sta dicendo che con un coltello piantato nel fianco, invocò Dio affinchè lo aiutasse, ma dato che Dio era stanco e troppo occupato, questa sua richiesta d'aiuto fu inutile, e quindi lo nominò invano, ovvero inutilmente.

Secondo alcuni amici "deandrè dipendenti", invece, Tito con un coltello piantato nel fianco invocò Dio affinchè lo aiutasse, ma dato che Dio non lo aiutò, egli lo nominò invano, quindi imprecò.
In effetti quest'ultima interpretazione è più in linea con il resto della canzone, dove in ogni strofa effettivamente Tito infrange di fatto il comandamento, per eviscerarne l'insensatezza. Però non so perchè, sento più mia l'altra interpretazione. Mi sono spiegato? che ne pensate?
 

kikko

free member
premetto che pur conoscendo de andrè, non avevo mai sentito questo album trasmesso poco dalle radio nazionali :? sono rimasto abbastanza sorpreso da queste canzoni che raccontano avvenimenti religiosi in chiave secondo me più umana e meno mistica.La canzone che più mi è piaciuta è "Maria nella bottega del falegname". È un dialogo tra Maria, il falegname e la gente.
il lavoro del falegname diventa una lente attraverso la quale si vedono le ingiustizie e gli orrori delle guerre ("Falegname costruisci le stampelle / per chi in guerra andò? / Alla fine il legno sembra quasi prendere vita e comincia a parlare per raccontare le storie e tragedie che si consumano su di esso. Si raggiunge l'apice quando il falegname svela a Maria che una delle tre croci che sta preparando sarà usata per crocifiggere suo figlio. splendida canzone in un grande album :D
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
secondo me Tito ci sta dicendo che con un coltello piantato nel fianco, invocò Dio affinchè lo aiutasse, ma dato che Dio era stanco e troppo occupato, questa sua richiesta d'aiuto fu inutile, e quindi lo nominò invano, ovvero inutilmente.

Secondo alcuni amici "deandrè dipendenti", invece, Tito con un coltello piantato nel fianco invocò Dio affinchè lo aiutasse, ma dato che Dio non lo aiutò, egli lo nominò invano, quindi imprecò.
In effetti quest'ultima interpretazione è più in linea con il resto della canzone, dove in ogni strofa effettivamente Tito infrange di fatto il comandamento, per eviscerarne l'insensatezza. Però non so perchè, sento più mia l'altra interpretazione. Mi sono spiegato? che ne pensate?

l'ambiguità dell'interpretazione sta proprio nel significato dell'avverbio "invano" che può essere interpretato in tutti e due i modi, secondo me De Andrè l'ha messo appositamente per lasciare aperte ambedue le versioni.
 

isola74

Lonely member
L'avverbio "invano" non l'ha messo De Andrè..... o quantomeno non l'ha scelto proprio lui
.... è il secondo comandamento della Bibbia che dice "Non nominare il nome di Dio invano", e in senso lato vuol dire non bestemmiare.. Nella canzone secondo me assume l'altro significato, l'ho chiamato "invano", senza che Lui mi rispondesse, proprio quando ne avevo bisogno.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
L'avverbio "invano" non l'ha messo De Andrè..... o quantomeno non l'ha scelto proprio lui
.... è il secondo comandamento della Bibbia che dice "Non nominare il nome di Dio invano", e in senso lato vuol dire non bestemmiare.. Nella canzone secondo me assume l'altro significato, l'ho chiamato "invano", senza che Lui mi rispondesse, proprio quando ne avevo bisogno.

:oops: certo che sono ferrata in cultura religiosa :mrgreen:
 

El_tipo

Surrealistic member
L'avverbio "invano" non l'ha messo De Andrè..... o quantomeno non l'ha scelto proprio lui
.... è il secondo comandamento della Bibbia che dice "Non nominare il nome di Dio invano", e in senso lato vuol dire non bestemmiare.. Nella canzone secondo me assume l'altro significato, l'ho chiamato "invano", senza che Lui mi rispondesse, proprio quando ne avevo bisogno.

evvivaaaaaa :wink: qualcuno la pensa come me :)
 

shvets olga

Member
io vorrei farvi una domanda. Tralasciando i commenti sulla canzone che tutti conoscerete a memoria, come avete interpretato questa strofa?

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.

Ho interpretato questa strofa cosi:

Dio ci insegna d'essere responsabili della nostra vita. De Andre' non ha scritto "con un dolore nel fianco"(dolore di malatia) e allora "la mia pena"=la mia sofferenza, ma ha scritto "con un coltello piantato nel fianco"(e' stata un'avventura,un peccato "e (Dio) non ascolto' il mio dolore" ) e allora "la mia pena"= castigo, punizione.Mi sembra cosi:? Dio non e' lontano e non occupato(perche' Dio e' nostra coscienza e sta sempre dentro di noi), ma da' a noi la possibilita capire il nostri peccati e pentirsi, e nostri gridi non sono invani.
 
Ultima modifica:

El_tipo

Surrealistic member
ok, se proprio insistete......:D:D:D:D:D:D:D

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Cosa voleva dire De Andrè con questo verso? Cioè, cosa c'è che non va nel santificare le feste?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
In questo album la voce di De Andrè è particolarmente profonda e calda, ad esempio ne L'infanzia di Maria è di una tenerezza incredibile. Anche le parole sono molto tenere, poi la canzone è inframezzata da cori femminili e maschili, che sottolineano i diversi momenti della storia. Una ballata molto dolce.
 

Dory

Reef Member
Ma solo in 4 l'abbiamo sentito questo bellissimo album???? :boh: :boh:

Lo sto ascoltando anch'io, ma non ho scritto ancora nulla perché ho bisogno di ascoltarlo tante volte per capirlo bene. A me piace molto De André ma ne so poco perché è da poco che ho iniziato ad ascoltarlo. Prima che venisse aperto questo musicforum conoscevo solo "Nè al denaro, né all'amore, né al cielo" e "Anime salve" e mi erano piaciuti così tanto che ho accolto con entusiasmo questo musicforum che mi dava l'opportunità di ascoltare un suo album che non conoscevo.
Per il momento posso solo dire che la mia preferita è "Il sogno di Maria".
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Arrangiatore dell'album è Gianpiero Reverberi, poi fondatore del gruppo Rondò veneziano e si sente l'influenza di una solida impostazione musicale di tipo classico. Infatti la musica è particolarmente curata, evitandoun po' la tendenza di De Andrè ad una maggiore monotonia musicale, in questo album ci sono diversi temi e l'introduzione molto efficace dei cori, quasi da gruppo musicale più che da cantautore.
Molto piacevole l'ascolto in cuffia per apprezzare maggiormente la musica.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ho ascoltato parecchie volte questo meraviglioso album, ma anch'io lo conoscevo poco e voglio ascoltarlo ancora... Per ora non riesco a scrivere niente, ci ho provato ma non riesco a mettere in ordine le mie sensazioni e qualsiasi cosa scrivessi le sminuirei.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
elisa non bestemmiamo eh!

ti dirò di più, e mi toglierai il saluto, lo trovo un po' monocorde, sicuramente la "religiosità" delle musiche è necessaria ma pur avendolo ascoltato migliaia di volte e adorandolo, lo trovo musicalmente troppo in linea con un genere di musica religiosa classica, può essere anche un limite perchè ne smorza il messaggio laico
 
Stato
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