Coppola, Francis Ford - Apocalypse Now (redux)

fabiog

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La storia narra il viaggio del capitano Willard(Martin Sheen)e del suo equipaggio,al quale è stata affidata una pericolosa missione:raggiungere la Cambogia risalendo in nave il fiume per porre fine al comando del colonnello Kurtz(Marlon Brando)un disertore folle ed enigmatico a capo d un gruppo di vietnamiti fuori di senno.
Il film pur ambientato durante la guerra del Vietnam ho trovato che si allontana dal classico genere stile Il Cacciatore,Platoon o Full Metal Jacket,non vi soni scene di battaglie nude e crude,il dramma del soldato o del reduce e un film soprattutto visionario e più interiore.Il percorso della barca sembra non lungo un fiume ma sullo Stige,ogni fermata assomiglia ad un girone dantesco fino all'ultima in cui Willard si trova davanti al Diavolo,ma anche li arriva la domanda chi è il Diavolo Kurtz o lui stesso?O meglio chi ha mandato Willard?Vi sono poi alcune scene memorabili:l'arrivo degli elicotteri con la Cavalcata delle Walchirie come sfondo sonoro,il soldato che fa surf durante il bombardamento,il finale.
Nel commento ho messo la versione redux è quella con scene tagliate alla prima uscita,ma contiene alcune parti importanti sopattutto quando i protagonisti arrivano alla colonia francese interessante dibattito sulla storia de Vietnam
 
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Masetto

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Willard è l’eroe americano che scopre il nemico dentro di sé. Il viaggio lungo il fiume è metafora del viaggio nell’anima della violenta cultura occidentale; la fotografia di Storaro perde progressivamente di luminosità man mano che ci addentriamo in questo territorio inesplorato e rimosso che è il nostro lato oscuro, che è l’inferno della nostra civiltà tecnologica fondata sulla volontà di potenza di Nietzsche. A differenza del classico war-movie, Apocalypse Now si pone come obiettivo quello di portare la macchina da presa oltre le azioni compiute sui campi di battaglia, a filmare l’orrore che sta dentro l’anima di una civiltà fondata sulla guerra.

Interessante l’analisi di Stefano Selleri:
<< Una delle sequenze di maggiore impatto, visivo e sonoro, di Apocalypse Now è quella dell’attacco aereo, che sfocia nella delirante, irresistibile scena del surf. Il colonnello Kilgore vuole che il fuoco dal cielo sia accompagnato da una musica in grado di terrorizzare “Charlie”: l’incipit del terzo atto della “Valchiria”, la proverbiale Cavalcata. Ma perché Wagner?
Non crediamo che Coppola abbia optato per questa musica in nome delle consuete, anacronistiche non-ragioni (delirio di potenza, furore superomistico, nazismo). Questi potrebbero essere i motivi per cui il colonnello sceglie un simile brano: ma il regista? Occorre considerare quello che dicono, da un punto di vista drammatico, le note. Nell’opera, la Cavalcata risuona nel momento in cui entrano in scena le Valchirie, le figlie di Wotan che attraverso l’aria, in sella ai loro destrieri, conducono al Walhalla, soggiorno degli Dei, i valorosi morti in battaglia. La musica crea un contrappunto amaramente beffardo alle immagini, del tutto prive di eroica trascendenza. I guerrieri che vengono dall’alto non portano beatitudine, ma morte: un deus ex machina non particolarmente benigno. La Cavalcata, inoltre, apre l’ultimo atto della “Valchiria”, quello in cui Brünnhilde affronta il castigo decretato dal padre degli Dei. Brünnhilde accetta di addormentarsi nel cerchio di fuoco, spinta dalla stessa febbre d’autodistruzione di cui sono prede, più o meno consapevoli, Wotan (persecutore dei suoi stessi figli) e Kurtz, che si “suicida” attraverso Willard.
Apocalypse Now contiene suggestioni edipiche (l’uccisione del Padre) e rimandi alla leggenda del Gral, ma si propone anche come tentativo di rilettura del mito dei Nibelunghi, di cui viene sottolineato l’aspetto “oscuro”. In una terra primordiale, la ricerca delle origini dell’uomo approda al Nulla, al fuoco che purifica distruggendo, sulle rive di un fiume maledetto. È il crepuscolo degli Dei, e, più ancora, degli idoli. È la ricerca dell’inizio che si risolve, implacabile, nella fine. This is the end... >>

A me non tutto è parso riuscito: scene di grande spettacolarità si alternano agli stereotipi (il soldato che mentre si lanciano bombe s’intenerisce sulla sorte d’un cagnolino, il cuoco che vuol lasciare il Vietnam per tornare alle sue salse…), e nel dialogo risolutivo con Willard “Brando gioca a rimpiattino fra luce e ombra senza una nota di verità.” Tullio Kezich

Inutile il “redux”, che aggiunge solo scene vuote e snervanti (il lungo incontro di Willard coi francesi) o pacchiane (le conigliette che si concedono per un po’ di carburante…).
 

El_tipo

Surrealistic member
Il film pur ambientato durante la guerra del Vietnam ho trovato che si allontana dal classico genere stile Il Cacciatore,Platoon o Full Metal Jacket,non vi soni scene di battaglie nude e crude,il dramma del soldato o del reduce e un film soprattutto visionario e più interiore.

credo proprio che tu abbia fatto centro!!! il messaggio del film dovrebbe essere proprio quello, la guerra vista dal di dentro di chi la vive e gli effetti psicologici che essa stessa produce.
Bellissima recensione, complimenti
 

elena

aunt member
credo proprio che tu abbia fatto centro!!! il messaggio del film dovrebbe essere proprio quello, la guerra vista dal di dentro di chi la vive e gli effetti psicologici che essa stessa produce.
Bellissima recensione, complimenti

Quoto!!!
Stupendo il fim e bellissima recensione :D
 
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