De Luca, Erri - Il giorno prima della felicità

El_tipo

Surrealistic member
Ultimo eccezionale romanzo pubblicato dallo scrittore napoletano, il giorno prima della felicità si svolge su due binari paralleli. La storia del giovane protagonosta viaggia accanto ai racconti del suo tutore, il portinaio Don Gaetano, il quale ha vissuto il dramma della prima guerra mondiale in prima persona. Emozionantissime sono le immagini di una Napoli vivissima, fatta di personaggi umili e popolari, ma intensamente poetici, e di una Napoli che resiste, che costruisce baluardi difensivi per fermare i carrarmati tedeschi. Una Napoli ormai quasi dimenticata, soppiantata dai fatti di cronaca nera e dagli scontri camorristici. Una napoli che fa emozionare, sognare, divertire, innamorare.
 

pokypoky

New member
de luca

Questo libro si legge velocemente ma con intensità, come tutti i lsuoi libri d'altronde. La storia è intensa e a parer mio il suo modo di scrivere è sempre elegante ma mai affettato.
 

Lollina

New member
Una scrittura delicata, piana e scorrevole ma che parla al cuore. La storia, l'orgoglio di una città, quello di un ragazzo che diventa uomo, il desiderio di riscatto che può passare solo attraverso l'ostinata e irragionevole lealtà ad un sogno (di solidarietà o d'amore...), le regole del gioco, il sangue che ribolle e quello versato, la partenza e il ritorno... in breve "la materia di cui è fatta la vita" vista dalla guardiola del portinaio, in un vecchio palazzo, nel cuore della Napoli dei quartieri.
 

WilLupo

New member
Erri scrive davvero come un padreterno (mi dicono che arrampica altrettanto bene :wink: ) e questo libro si legge molto piacevolmente.
Qualche episodio mi è sembrato un pò "costruito" ma la Napoli che fa da sfondo appare viva e verissima... ed è molto bello e quasi inesorabile il finale.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Questo breve gioiello assomiglia un po' a una lunga poesia o a un quadro a tinte tenui, poichè la scrittura di Erri De Luca, lieve e al tempo stesso intensa come poche, infonde serenità e speranza nonostante la forza e la drammaticità dei temi trattati. Se dovessi dare un colore a questo libro, lo colorerei di un azzurro simile a quello di un cielo primaverile nel quale si intravede qualche nuvola che va via per fare posto alla felicità.
Nessuna parola di questo romanzo potrebbe essere sostituita senza sminuire le sensazioni che trasmette.
Don Gaetano - il quale, non so perchè, mi ricorda il mio vecchio capo ufficio ormai passato a miglior vita (almeno così spero per lui) - racconta al giovane protagonista storie di guerra e di rivoluzione, storie di uomini, che si fonderanno con la storia personale del ragazzo, contribuendo non poco alla sua crescita interiore. Il tutto sullo sfondo di una Napoli che conquista anche chi, come me, purtroppo ancora non la conosce.
Attraverso il racconto conosciamo il pensiero dell'autore, espresso delicatamente e senza retorica, e riflettiamo su concetti universali come il senso di appartenenza, la felicità, l'idea di famiglia, l'amore in tante sue sfumature.
L'ironia è sempre presente e non mancano episodi esilaranti, forse alcuni personaggi (come il mitico La Capa :mrgreen:) a momenti risultano un po' eccessivi ma si adattano bene al contesto generale.
Consigliatissimo!

"Sono cose che capitano il giorno prima"
"Il giorno prima di che?"
"Il giorno prima della felicità"
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Credevo di aver già scritto qualcosa su questo libro...rimedio subito:
mi è piaciuto molto il personaggio di Don Gaetano,il suo saper leggere il pensiero altrui,senza volerlo e mi è rimasta impressa la frase che ripete spesso " prima t'aggia 'mpara' e poi t'aggia perdere",cioè prima devo insegnarti tutto e poi devo perderti,perchè l'avevo sentita spesso da mia madre e altri parenti.Pur non parlando proprio il napoletano,nel mio paese che è in provincia di Caserta,molte parole in dialetto sono comunque uguali.
Ha ragione Ale,è davvero esilarante La Capa e il suo modo di parlare,che fa ridere di gusto.
E' il secondo libro di De Luca che leggo,dopo Montedidio, e ho ritrovato anche qui il suo stile semplice e spontaneo che fa piacere leggere pagina dopo pagina.
 

valek77

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Per me il libro più bello di De Luca. Veramente uno spettacolo, nient'altro che una poesia in prosa.
Unico neo: la parte dell'incontro con l'amata . Qui De Luca ha calcato un po' troppo la mano e il dialogo sembra irreale.

Nonostante questo : 5/5 e da rileggere nel tempo

Ciao Ciao
 

Biblio50

New member
Sono alla seconda lettura di De Luca (dopo Il peso della farfalla) ed anche in questa ho ritrovato sentimenti e poesia. Ancora un bel rapporto a due. Stavolta tra un giovane e un anziano che ha vissuto la guerra e che gli fa da padre preparandolo alla vita. Due orfani che vivono l'esperienza di padre e figlio. Molto simbolico anche il coltello da usare un'unica volta. Anche i libri sono presenza viva per il cammino di formazione del ragazzo. Godibile e poetico.
 

lettoredistratto

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bellissimo questo libro, si legge praticamente da solo per nulla impegnativo anzi a parer mio non vedi l'ora di finirlo per capire dove vuole arrivare l'autore che mantiene una linea molto semplice di scrittura. che dire consiglio consiglio consiglio :)
 

isola74

Lonely member
Davvero bello questo libricino...poetico direi...
La storia appassiona, commuove e fa riflettere. Consigliato!
 

mircontenti

New member
Lo sto leggendo ora, non l'ho ancora finito.
Quindi mi limito ad un parere parziale.
Ma sinceramente l'ho trovato molto meno "denso" di significati profondi rispetto ad altri suoi libri.
Vedi "Il peso della farfalla", "tu, mio" "Tentativi di scoraggiamento (a darsi alla scrittura)"
Comunque un bel libro, d'altronde De Luca è veramente un grand'uomo, non credo possa fare qualcosa di non apprezzabile.
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
lo sto leggendo in questi giorni e sono rimasto colpito da questo passaggio

"E' bella la città di notte. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si conosce, tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte da l'assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perchè così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, Gli zoppi, che di giorno vengono respinti. E' una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile."
 
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