Che dire? un film affascinante, che tratta di mafia, di potere economico e dell'amministrazione della giustizia, in una Siclia bruciata dal sole che sembra l'Arizona con i suoi western. I mafiosi vanno a cavallo come i cowboy, così come il pretore, mentre tutti gli altri a dorso di mulo o di asino a seconda del ruolo sociale. Poi c'è il popolo che si muove a piedi, creando scene d'insieme molto suggestive. Il pretore, interpretato da Massimo Girotti è un eroe solitario, che non demorde e che arriva alla fine ad avere il rispetto del capomafia, uomo giusto che sta dalla parte sbagliata. Ed è proprio l'ambiguità del ruolo dei mafiosi, che rende questo film molto discutibile dal punto di vista storico e politico. E' un neorealismo politico, di denuncia, anche se ambiguo, che fa scuola ai film sulla mafia che verranno dopo. Girotti è molto credibile nell'impersonare il pretore duro e puro, la regia di Germi è talvolta spietata nel descrivere un mondo ipocrita, vigliacco e primitivo. Direi un film da conoscere, molto importante.
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