Kieślowski, Krzysztof - Il decalogo

Psico Tipa

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Si tratta di dieci lungometraggi brevi (circa un'ora), ognuno dei quali ispirati ai dieci comandamenti.
Di forte intensità, grande fotografia, ma decisamente troppo angoscianti!
 
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zolla

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uno dei massimi capolavori della fine del 900,purtroppo è la vita che è angosciante,almeno in certi frangenti,non il film che ne è specchio fedele
 

elisa

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Il Decalogo è una delle opere più complete che un regista possa produrre, sia dal punto di vista dell'estetica cinematografica con una direzione di attori molto naturalistica e una gestione della cinepresa essenziale, sia dal punto di vista dei contenuti, di estrema umanità, che riescono a ricondurre la visione laica del regista polacco all'interno di un unicum che sono i comandamenti.
Grandissima opera, della quale consiglio la visione a tutti.
 

LouD

blowfisher
visto solo la trilogia.. questi ce li ho da un pezzo ma ancora nada.. provvedo nei prossimi giorni.. :wink:
 

Nikki

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Votato solo 4, perché devo ammettere che il taglio "documentaristico" dei lungometraggi del regista polacco ne appesantisce il ritmo.
per il resto, l'attualità delle tematiche, la poesia dell'immagine, il realismo della fotografia, la scelta degli attori, la colonna sonora..tutto il resto, rende il decalogo un capolavoro! anche se preferisco la doppia vita di Veronica, che ora aggiungo.. :YY
 

elisa

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Decalogo 1 - Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio all'infuori di me

E' il primo episodio del Decalogo del grande regista polacco. Il protagonista, un professore universitario, vive con il figlio in un palazzone alla periferia di Varsavia. L'uomo è ateo e crede nella capacità delle macchine, come il computer, di dare tutte le risposte ai quesiti della vita. Il figlio si fa delle domande sulla vita e sulla morte ma la fede illuminista del padre nella scienza lo porterà ad un'eccessiva sicurezza e a mettere in conto che esiste l'imponderabile.
Kieslowski riesce con pochissimi mezzi a creare un cinema di riflessione conciso, lucido, coerente, senza mai cadere nella noia, nella verbosità nell'intellettualismo, anzi, riesce in meno di un'ora a trasformare un determinista convinto in un uomo divorato dai dubbi e che forse non può che riconoscere che il mondo è governato dal caso. L'attore è straordinario, una maschera di emozioni, come è straordinaria la fotografia, la sceneggiatura, la musica. Un episodio particolarmente ricco di stimoli di riflessioni ma anche di immagini che regalano emozioni.
 

elisa

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Decalogo 2 - Non nominare il nome di Dio invano

Il marito di Dorota, un valente alpinista, sta morendo in ospedale, lei è incinta del suo amante e chiede al medico che cura il marito se morirà o meno, da questo dipende la decisione se abortire o no.

Il secondo capitolo del Decalogo, qui è la certezza del dubbio, quella della donna e quella del medico, sono ad un bivio, la decisione dipende dall'altro, da quello che è il suo vissuto interiore che lo farà decidere per una risposta o per un'altra. Kieslwoski non ha bisogno di molti mezzi per creare un film che è un giallo dell'animo umano, che si interroga sulle grandi scelte che ogni persona si trova a fare e su che basi queste scelte verranno fatte. L'ambientazione è sempre quella dei casermoni di una periferia indifferente alle vicende umane, potrebbe trovarsi in qualsiasi parte del mondo, le persone che li popolano sono professionisti, artisti, gente colta e benestante, che non ha necessità se non quelle che gli detta la propria coscienza. Anche qui, come nel primo film c'è un "angelo", un personaggio reale, testimone muto dei nostri destini. Gli attori protagonisti hanno un'intensità recitativa fatta non solo di parole e di gesti, ma anche di sguardi e soprattutto di silenzi. E' un cinema bello come una sinfonia e profondo come una poesia. Ci si dimentica difficilmente di un cinema così.
 

elisa

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Decalogo 3 - Ricordati di santificare le feste

Il terzo episodio del Decalogo si svolge tutto alla vigilia di Natale che Janusz festeggiarlo con la sua famiglia quando Ewa, una donna con cui aveva avuto una relazione tre anni prima, lo cerca per chiedergli se la aiuta a trovare il marito che a causa di una telefonata, che lei sospetta abbia fatto lui, non è più tornato a casa dal mattino.
Janusz ed Ewa cercano l'uomo fino alle 7 del mattino in una Varsavia deserta ed innevata, spiegandosi quello che è successo da quando la relazione è stata interrotta sempre a causa di una telefonata e Janusz scoprirà un po' alla volta un'altra verità.

La salvezza la si può trovare solo nella relazione con gli altri, in questo episodio cupo e quasi dissonante il regista ci porta dentro l'amarezza e la solitudine di una donna che cerca qualcosa che la ancori ancora alla vita e che forse trova nella disponibilità ma anche nel distacco del suo ex amante. Varsavia diventa un teatro vuoto, quasi abbandonato, a cui rimangono le luminarie e gli alberi addobbati, dove per tutta la notte si svolge una ricerca interiore attraverso la reale ricerca di un uomo che forse non si può trovare. E' un labirinto quello che in cui Ewa trascina Janusz che alla fine ritrova la via di uscita e pone fine ad una ricerca apparentemente solo infruttuosa. Come sempre attori straordinari e misurati e un altro episodio bello e significativo.
 

elisa

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Decalogo 4 - Onora il padre e la madre

La vera protagonista di questo episodio è una lettera. Anka vive con il padre dopo che la madre è morta che lei aveva solo cinque giorni. Lui non si è mai risposato e spesso si assenta per viaggi di lavoro. La ragazza non sopporta queste partenze e proprio in una di esse troverà una busta indirizzata a lei dal padre in fondo ad un cassetto.

Il film gioca tutto sul contenuto della lettera che coinvolge padre e figlia in una rilettura del loro rapporto, li porta a dover affrontare i sentimenti più profondi e reali che li legano.
Un episodio complesso dal punto di vista della sceneggiatura perché perché giocato tutto sulla profondità delle emozioni e di quello che sentono nella loro coscienza i due protagonisti. Nel rapporto padre e figlia esiste un non detto che in questo film viene affrontato con lucidità e coerenza del progetto che il regista polacco sta portando avanti. Un'altra sua grande prova. Anche qui si vede "l'angelo muto" che compare con un kayak issato sulle spalle che sembra quasi abbia le ali e che compare in due momenti importanti del film. Anche l'acqua è rappresentata dalla presenza del lago e il paesaggio è sempre quello del quartiere di palazzoni periferico, nella stagione fredda, come se nulla potesse svelarsi in presenza del sole.
 

elisa

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Decalogo 5 - Non uccidere

Uno dei punti più alti della cinematografia del regista polacco, uno dei pochi registi capaci di affrontare temi così importanti e delicati come l'omicidio e la pena di morte con un'onesta mentale e una capacità di approfondimento etico unici nel panorama cinematografico mondiale. Con grande lucidità e chiarezza narra la storia di un giovane delinquente che uccide un uomo per rapina in modo crudele. Il giovane avvocato che lo difende non riesce a risparmiargli la pena di morte. Resterà accanto a lui negli ultimi momenti di vita e ne ascolterà gli ultimi pensieri.
La riflessione sull'omicidio da parte del regista porta ad equiparare l'omicidio commesso dal singolo delinquente a quello commesso dallo stato nei suoi confronti che resta solo un'inutile vendetta senza senso. La crudeltà e la freddezza in cui i due omicidi avvengono è la stessa e solo il calore e la comprensione del giovane avvocato porteranno un po' di luce nello squallore confermando qualora ce ne fosse ancora bisogno l'assurdità e la crudeltà della pena di morte. Il film è girato in un inusitato colore virato principalmente al giallo che rende ancor più estraneante la vicenda, quasi fosse irreale o fosse una parte di un sogno che via via si trasforma in incubo. Un ulteriore capolavoro del regista.
 

elisa

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Decalogo 6 - Non commettere atti impuri

Forse l'episodio più struggente di tutto il Decalogo che vede confrontarsi l'amore puro e sincero a quello cinico e disilluso. La forza del primo sta nel suo credere ciecamente nell'altro, vivere per lui, pensare unicamente a lui, è un'energia motrice che rende felici anche non ricambiati. Il non amore invece rende le persone provocanti ma crudeli, capaci di ferire profondamente tanto da rendere disperato chi li ama. Ma l'energia dell'amore trasforma tutto e nel caso di questo film inverte i ruoli. Bellissimo episodio, incanta come gli altri per la capacità di lasciare un segno indelebile.
 

elisa

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Decalogo 7 - Non rubare

Il settimo episodio che si ispira al settimo comandamento prende come esempio il non rubare gli affetti e l'identità delle persone, come in questo caso la madre della protagonista che fa registrare come sua la nipote che la figlia ha avuto a sedici anni. Questo "furto" viene riparato con la fuga di quelle che apparentemente sono sorelle ma non troverà seguito, perché nessuno aiuta questa giovane donna alla ricerca di affermare la sua maternità negata e nascosta.

Uno dei film più drammatici del Decalogo ambientato lontano dalla classica zona residenziale periferica a cui siamo abituati per addentrarsi nella natura come simbolo della ricerca di una verità che viene negata così come viene negata l'identità. Mentre il film va avanti ci si rende conto della difficoltà che si ha come spettatori a prendere parte al dramma che sta avvenendo, in una tensione che vorrebbe riportare tutto alla situazione idilliaca dell'inizio dove l'unico elemento perturbatore della quieta è la giovane donna che ha subito la crudele sottrazione della sua legittima maternità. Profondo come sempre nel penetrare l'etica dell'uomo, conferma la fama meritata di opera di grande valore.
 

elisa

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Decalogo 8 - Non dire falsa testimonianza

Una professoressa universitaria che insegna etica riceve la visita della sua traduttrice americana che partecipa alle sue lezioni dove racconta un episodio in cui una bambina ebrea di sei anni che poteva essere salvata nel 1943 tramite il battesimo, aveva ricevuto il rifiuto da parte di quelli che avrebbero dovuto farle da padrini adducendo il motivo che avrebbero dovuto mentire davanti a Dio.
La professoressa resta molto turbata perché quella donna che aveva rifiutato era lei e scopre quindi che la bambina si è salvata ed è proprio l'americana.

E' forse l'episodio più statico e filosofico di tutto il Decalogo, tutto giocato su una logica molto raffinata e sui diversi modi che hanno le persone quando si trovano davanti a situazioni difficili, come la scelta di salvare ed il beneficio di essere salvati che nel film sembra essere dettato dalla predestinazione. Si parla molto di etica e di religione con la consueta maestria del regista polacco che trasforma un argomento ostico in un'ora di piacevole anche se complessa visione. Come sempre, chapeau.
 

elisa

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Decalogo 9 - Non desiderare la donna d'altri

Roman è un cardiochirurgo che scopre di soffrire di impotenza irreversibile e quindi di non poter più fare l'amore con la moglie che sembra accettare il problema sottolineando come l'amore possa esistere anche senza il sesso. Roman però scopre che la moglie lo tradisce da tempo con uno studente di fisica e comincia a spiarli.

L'amore può esistere senza il sesso? Questo è il tema centrale del film che affronta anche la gelosia a volte in toni più melodrammatici del solito. E' un film che oscilla tra l'ironia di certe scene, vedi il quaderno gettato nell'immondizia o il tentato suicidio in bicicletta, a scene drammatiche sottolineate da una musica importante. Il regista polacco racconta a modo suo anche questo comandamento riuscendo a imprimere drammaticità e realismo in un racconto non facile.
 

elisa

Motherator
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Decalogo 10 - Non desiderare la roba d'altri

Il decalogo del grande regista polacco finisce con un episodio sorprendente. Quello di un anziano collezionista di francobolli che vive in miseria senza quasi aver contatti con i figli, che alla sua morte lascia un insospettato tesoro, una collezione di francobolli che ha una valutazione sul mercato altissima. I due figli, molto diversi tra di loro, si ritrovano all'inizio a non dare peso alla collezione per poi piano piano esserne tirati dentro, fino ad arrivare a scambiare un rene pur di entrare in possesso di un MErcurio rosa, un francobollo che non può essere acquistato ma solo scambiato.

Un altro tassello straordinario di quelle che sono le inclinazioni umane, in questo caso l'avidità di possedere, raccontata con piglio giallistico ma ironico. Il decalogo lascia sempre lo spettatore sbalordito di fronte alle domande che il regista pone dallo schermo. La Polonia e Varsavia diventano il paradigma di una società che va aldilà delle connotazioni politiche e sociali ed esprime un modo di essere universale.
 

qweedy

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Da vedere, seppur impegnativo.

Ogni episodio del Decalogo ha un cast differente, ma in tutti, con l'eccezione degli episodi 7 e 10, è presente la figura del "testimone silenzioso", un personaggio che non parla mai ma che assiste muto allo svolgimento delle vicende. Forse l'occhio di Dio? Forse la personificazione della coscienza? Forse un angelo? Il regista non ha mai rivelato il suo significato, né al pubblico né all'attore stesso.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Da vedere, seppur impegnativo.

Ogni episodio del Decalogo ha un cast differente, ma in tutti, con l'eccezione degli episodi 7 e 10, è presente la figura del "testimone silenzioso", un personaggio che non parla mai ma che assiste muto allo svolgimento delle vicende. Forse l'occhio di Dio? Forse la personificazione della coscienza? Forse un angelo? Il regista non ha mai rivelato il suo significato, né al pubblico né all'attore stesso.

Potrebbe essere anche il regista stesso, presente per tutto il film ma silenzioso e vigile durante la rappresentazione?
 

qweedy

Well-known member
Potrebbe essere anche il regista stesso, presente per tutto il film ma silenzioso e vigile durante la rappresentazione?

Certo, potrebbe.

Curioso anche che tutti gli episodi siano stigmatizzati da un liquido: acqua, latte, inchiostro, sangue... Non un liquido che purifica, ma un liquido che profana, che sporca.
Un film liquido, fatto di domande, non di risposte, con grande pietà per le debolezze umane. Non c'è condanna, secondo me, ma pietà e compassione per la miseria umana, tranne forse nel quinto episodio, sulla pena di morte: la vendetta è l'opposto della pietà: senza pietà c'è solo il male, e non possiamo che guardare il mondo attraverso un giallo e desolante squallore (come dal filtro giallo della fotografia, qui tutto appare sotto una luce diversa).

I dieci mediometraggi (ognuno dura 55 minuti) realizzati per la televisione polacca tra il 1988 e il 1989, sembrano ambientati nella Polonia del 1960, in bianco e nero, austeri, con pochi dialoghi e tanti primi piani che emergono dall'oscurità, spesso di notte prima dell'alba. Tanti sono i dettagli simbolici, ad esempio alla fine del primo episodio da una candela cola della cera: cadendo sulle gote di una madonna dipinta, quest'ultima sembra stia piangendo di compassione. Nel secondo episodio, una vespa arranca sulla parete interna di un bicchiere, lottando per sopravvivere, e rimandando al tenace attaccamento alla vita di un malato.
 
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