Di un ultimo tributo a Levi-Strauss

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
l’accademico transalpino aveva consacrato la sua vita allo studio dei popoli "primitivi"
Francia: è morto Claude Levi-Strauss
Il grande antropologo ed etnologo francese è scomparso a Parigi all'età di 100 anni

Claude Levi-Strauss (Afp)
PARIGI (FRANCIA) - Lutto nel mondo della cultura francese. Il grande antropologo ed etnologo Claude Levi-Strauss è morto nella notte fra sabato e domenica a Parigi all'età di 100 anni. La notizia però è stata diffusa solo oggi dall'«Ecole des hautes etudes en sciences sociales».

CHI ERA - Divenuto noto al grande pubblico per la sua opera «Tristi Tropici», l’accademico francese aveva consacrato la sua vita allo studio dei popoli "primitivi", ai simboli e alle strutture di gruppo. Sul piano teorico era considerato in antropologia il massimo teorico dello strutturalismo, corrente di pensiero che sostiene che tutti gli aspetti culturali di una società siano riconducibili a strutture fondamentali.

LA VITA - Nato a Bruxelles, ma da genitori francesi, nel 1908, Levi-Strauss avrebbe compiuto 101 anni il 28 novembre. Levi-Strauss studia legge e filosofia alla Sorbona di Parigi non concludendo gli studi in legge, ma laureandosi in filosofia nel 1931. Inizia ad insegnare in un liceo di provincia condividendo questa sua esperienza con il grande filosofo francese Maurice Merleau-Ponty e con la scrittrice Simone de Beauvoir. Le sue posizioni filosofiche sono molto critiche nei confronti delle tendenze idealiste e spiritualistiche della filosofia francese del periodo fra le due guerre, soprattutto perchè egli riconosce in se stesso un'esigenza di concretezza che lo porta verso direzioni completamente nuove. Scopre presto nelle scienze umane, in particolare nella sociologia e nell'etnologia, la possibilità di costruire un discorso più concreto e innovatore sull'uomo. Decisivo l'incontro con Paul Rivet, che conosce in occasione dell'esposizione di Jacques Soustelle al Museo Etnografico, e con Marcel Mauss del quale fu allievo. Rimane affascinato dal forte senso del concreto che scaturisce dall'insegnamento di Mauss e dal metodo che egli utilizza per spiegare e analizzare i riti e i miti primitivi. Nel 1935 viene offerto a Lèvi-Strauss di andare ad insegnare sociologia a San Paolo in Brasile, dove una missione culturale francese aveva avuto l'incarico di fondare l'università. Questa sarà l'occasione per conoscere un mondo completamente diverso da quello europeo ma soprattutto per entrare in contatto con le popolazioni indie del Brasile che diventeranno l'oggetto delle sue ricerche sul campo.
Tornato in Francia nel 1939 viene mobilitato allo scoppio della seconda guerra mondiale ma nel 1941, subito dopo l'armistizio, a causa delle persecuzioni contro gli ebrei, è costretto a fuggire e riesce ad imbarcarsi per gli Stati Uniti. A New York conosce e inizia a frequentare molti altri intellettuali emigrati e ad insegnare presso «La Nuova Scuola per le Ricerche Sociali». Insieme a Jacques Maritain, Henri Focillon e Roman Jakobson, è considerato uno dei fondatori dell'École Libre des Hautes Études, una specie di università-in-esilio per accademici francesi. Gli anni trascorsi a New York sono per Lèvi-Strauss molto importanti per la sua formazione. La sua relazione con il linguista Jakobson gli è d'aiuto per mettere a punto il suo metodo di indagine strutturalista. (Jakobson e Lèvi-Strauss sono infatti considerati le figure centrali dello strutturalismo). Lèvi-Strauss è anche considerato, insieme a Franz Boas, uno degli esponenti maggiori della antropologia americana. Insegna questa disciplina presso la Columbia University a New York e il suo lavoro gli fa ottenere un titolo che gli servirà per essere accettato con facilità negli Stati Uniti. Nel 1948 Lèvi-Strauss ritorna a Parigi e in quell'anno consegue il suo dottorato alla Sorbona con una tesi maggiore e una minore, come era tradizione in Francia, dal titolo «La famiglia e la vita sociale degli Indiani Nambikwara» (The Family and Social Life of the Nambikwara Indians) e le «Le strutture elementari della parentela» ( The Elementary Structures of Kinship).
«Le strutture elementari della parentela» viene pubblicato l'anno seguente e immediatamente considerato uno degli studi più importanti di antropologia sui rapporti di parentela fino a quel momento effettuati. Già Emile Durkein, aveva pubblicato un famoso studio, dal titolo «Forme elementari della vita religiosa», frutto di una analisi su come i popoli organizzano le loro famiglie esaminando le strutture logiche che vengono a formarsi nelle relazioni tra i vari componenti. Mentre, tra gli antropologi inglesi, Alfred Reginald Radcliffe-Brown sosteneva che la parentela era basata sulla discendenza da un comune antenato, Lèvi-Strauss sostiene che la parentela era basata sull'alleanza tra due famiglie che si viene a creare quando una donna proveniente da un gruppo sposa un uomo appartenente ad un altro gruppo. Tra gli anni 1940 e 1950 Lèvi-Strauss continua le sue pubblicazioni e ottiene sempre maggior successo. Al suo ritorno in Francia lavora come amministratore della CNRS, al Musèe de l'Homme e in seguito all'École Pratique des Hautes Études, alla sezione di «Religious Sciences», sezione precedentemente fondata da Marcel Mauss e rinominata «Comparativie Religion of Non-Literate Peoples». Nel 1955 pubblica «Tristi Tropici», essenzialmente un diario di viaggio nel quale annota le sue impressioni, frammiste a una serie di geniali considerazioni sul mondo primitivo amazzonico, che risalgono al periodo intorno al 1930 quando egli espatriò dalla Francia. Nel 1959 Lèvi-Strauss diventa titolare della cattedra di Antropologia sociale presso il Collège de France. Dopo qualche tempo pubblica «Structural Anthropology» che comprendeva una collezione dei suoi saggi con esempi e teorie strutturaliste. In quel periodo sviluppa un programma che comprende una serie di organizzazioni, come un Laboratory for Social Anthropology e un nuovo giornale, l'Homme, per poter pubblicare i risultati delle sue ricerche. Nel 1962 pubblica quello che per molti venne ritenuto il suo più importante lavoro, «Pensèe Sauvage». Nella prima parte del libro viene delineata la teoria della cultura della mente e nella seconda parte questo concetto si espande alla teoria del cambiamento sociale. Questa seconda parte del libro coinvolgerà Lèvi-Strauss in un acceso dibattito con Jean-Paul Sartre riguardo alla natura della libertà umana. Ormai diventato una celebrità, Lèvi-Strauss trascorre la seconda metà degli anni sessanta alla realizzazione di un grande progetto, i quattro volumi di studi dal titolo Mythologiques. In esso, Levi-Strauss analizza tutte le variazioni dei gruppi del Nord America e del Circolo Artico esaminando, con una metodologia tipicamente strutturalista, le relazioni di parentela tra i vari elementi.


Fonte: Corriere della sera

Poco da dire: un titano.
Addio, maestro.
 

isola74

Lonely member
Ho preparato la mia tesi utilizzando alcuni suoi testi, più di 10 anni fa, quindi difficilmente lo dimenticherò... :wink:
 

Vladimir

New member
Non c'è più uno dei padri del pensiero del 900. Il mondo è un po' più povero.
 

lillo

Remember
La sua vita ci da un grande insegnamento: deve essere grande lo sforzo necessario per comprendere modi di vivere e di pensare diversi dal nostro.
 
Alto