Costner, Kevin - Balla coi lupi

Lucripeta

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La trama :Balla coi lupi - Wikipedia

Secondo me è un film STUPENDO. Una storia bellissima, uno scenario suggestivo, degli attori grandiosi...
E' da vedere almeno una volta in tutta tranquillità per goderselo appieno.

Io ho trovato il film profondissimo; la rinascita dell'uomo civilizzato che si trova a riscoprire nuovi valori e nuovi orizzonti.
Lo scenario, tra le valli e i monti, le notti al focolare nel fortino prima e della tribù dopo, l'amicizia di due calzini.
 
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brunilde

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La trama :http://it.wikipedia.org/wiki/Balla_coi_lupi

Secondo me è un film STUPENDO. Una storia bellissima, uno scenario suggestivo, degli attori grandiosi...
E' da vedere almeno una volta in tutta tranquillità per goderselo appieno.

Io ho trovato il film profondissimo; la rinascita dell'uomo civilizzato che si trova a riscoprire nuovi valori e nuovi orizzonti.
Lo scenario, tra le valli e i monti, le notti al focolare nel fortino prima e della tribù dopo, l'amicizia di due calzini.

Straquoto.:)
 

Masetto

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<< Esordio nella regia di Costner che sa coniugare le attrattive di un cinema popolare d’azione con la semplicità di un racconto epico che lascia spazio ai sentimenti, ai conflitti psicologici, agli intermezzi umoristici. Si schiera dalla parte giusta senza manicheismo; coinvolge e commuove senza demagogia; suggerisce il sogno (l’utopia) e dà conto del dolore, di quel retaggio di odio e di colpa che fecero delle guerre indiane “il più disperato degli inferni”. >> Dal Morandini

<< […] Il film di Costner non è certo il primo western dalla parte degli indiani, come spera di farci credere il tag line, la frase di lancio del battage pubblicitario che lo accompagna. Ma è certo il solo western liberal di questi ultimi vent’anni, durante i quali il western ha sofferto di autoreferenzialismo e di citazionismo, ad affrontare il mito del West, oggetto di tanto revisionismo annunciato, con una passione e un realismo che vanno tuttavia in direzione della leggenda anziché della demistificazione. […]
Anche Kevin Costner racconta di che lacrime e di che sangue grondi il mito della frontiera - nel caso specifico, di quella sua porzione che si identifica con le grandi pianure del South Dakota nel 1860. Ma lo racconta con tanta innocente semplicità (o con tanta controllata furbizia), con tanto calore romantico, incarnando un personaggio così abilmente costruito per piacere, da costringere il pubblico ad accettarlo. >> Irene Bignardi



P.S.: Il regista è Costner, non Michael Blake: quest'ultimo è l'autore del libro da cui è stato tratto il film.
 

darida

Well-known member
<< Esordio nella regia di Costner che sa coniugare le attrattive di un cinema popolare d’azione con la semplicità di un racconto epico che lascia spazio ai sentimenti, ai conflitti psicologici, agli intermezzi umoristici. Si schiera dalla parte giusta senza manicheismo; coinvolge e commuove senza demagogia; suggerisce il sogno (l’utopia) e dà conto del dolore, di quel retaggio di odio e di colpa che fecero delle guerre indiane “il più disperato degli inferni”. >> Dal Morandini

<< […] Il film di Costner non è certo il primo western dalla parte degli indiani, come spera di farci credere il tag line, la frase di lancio del battage pubblicitario che lo accompagna. Ma è certo il solo western liberal di questi ultimi vent’anni, durante i quali il western ha sofferto di autoreferenzialismo e di citazionismo, ad affrontare il mito del West, oggetto di tanto revisionismo annunciato, con una passione e un realismo che vanno tuttavia in direzione della leggenda anziché della demistificazione. […]
Anche Kevin Costner racconta di che lacrime e di che sangue grondi il mito della frontiera - nel caso specifico, di quella sua porzione che si identifica con le grandi pianure del South Dakota nel 1860. Ma lo racconta con tanta innocente semplicità (o con tanta controllata furbizia), con tanto calore romantico, incarnando un personaggio così abilmente costruito per piacere, da costringere il pubblico ad accettarlo. >> Irene Bignardi



P.S.: Il regista è Costner, non Michael Blake: quest'ultimo è l'autore del libro da cui è stato tratto il film.

Qualche volta mi piacerebbe leggere cosa ne pensi tu Masetto, davvero, sarebbe un piacere :D
Chiedo troppo? :wink:
 

Masetto

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Qualche volta mi piacerebbe leggere cosa ne pensi tu Masetto, davvero, sarebbe un piacere :D
Chiedo troppo? :wink:
Posto queste recensioni perchè rispecchiano da vicino il mio parere. Dicono il mio pensiero meglio di come saprei fare io stesso :)
Ne posterei anche sui libri, se trovassi così tante recensioni anche di quelli.
 

darida

Well-known member
Posto queste recensioni perchè rispecchiano da vicino il mio parere. Dicono il mio pensiero meglio di come saprei fare io stesso :)
Ne posterei anche sui libri, se trovassi così tante recensioni anche di quelli.

Grazie, e scusa, non volevo essere rompina :mrgreen: anche se rimango convinta di perdermi qualcosa a non leggere del tuo, ma tant'e' :D mi adeguo
 

Masetto

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non volevo essere rompina :mrgreen:
Ma va la', figurati :)

Non ti perdi granché a non leggere del mio, non temere. Anzi, semmai ci si perde qualcosa a non leggere le recensioni dei critici di cinema. Non solo perché spesso sono interessanti ed acute, ma anche perché molti di loro scrivono bene; in particolare hanno un vocabolario ampio e preciso.
Per esempio per indicare come i personaggi di Balla coi lupi non sono nettamente divisi tra buoni e cattivi il Morandini scrive che il film è “senza manicheismo”, mentre per dire del peso che le guerre indiane hanno avuto e ancora hanno nella storia americana adopera “retaggio”. Sono parole precise e non banali. A me, benché la pensassi come lui, non erano venute in mente :) .
Senza dimenticare la capacità di sintesi, la cultura, l'ironia, l'assoluta mancanza di pedanteria di cui sovente questi tizi danno prova, dallo scanzonatissimo Disegni all'onnivoro Mereghetti. Ma basta, che mi piace questo “genere” si era già capito :)
 
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