Gruppo Albatros: esperienze? Che cosa ne pensate?

newmoon80

Smiling member
Ciao a tutti!

Ieri mattina ho ricevuto una proposta editoriale dal Gruppo Albatros - Il filo. Sulle prime ero contenta, ma poi mi sono sentita sempre più sconfortata.
Questo editore richiede l'acquisto di 185 copie del proprio libro, offrendo da contratto tutta una serie di servizi molto allettanti (che in verità qualsiasi editore serio dovrebbe offrire), nonché la presenza a diverse fiere nazionali e internazionali. Vanta inoltre alcuni riconoscimenti anche importanti per la sua attività soprattutto con gli autori emergenti, e pare abbia una certa risonanza a livello mediatico.
Ho fatto qualche ricerca in internet, e sono piuttosto perplessa. L'opinione generale è nettamente divisa tra coloro che condannano il Gruppo Albatros, accusandolo di speculare suigli esordienti, e coloro che ne sono soddisfatti (ad esempio sul Rifugio degli Esordienti è stato valutato piuttosto bene dagli utenti che hanno avuto esperienze con questo editore).

Non so davvero che cosa pensare, vorrei farmi una mia opinione, ma per questo mi farebbe comodo avere almeno qualche esperienza diretta. Qualcuno di voi mi può aiutare? Che cosa pensate di questa faccenda?

Spero che questa discussione possa tornare utile anche a qualcun altro nelle mie stesse condizioni.

Grazie a chiunque voglia partecipare!
 

Elina

New member
Purtroppo esperienze da raccontare non ne ho ancora. Mio marito ha amndato un suo romanzo in seguito alla pubblicità televisiva, ma per ora non ha ricevuto grandi risposte.
Aspettiamo....:)
 

binypatata

New member
anche io

Anche a me è arrivata una proposta loro giorno 29 aprile, avevo mandato delle poesie per il concorso in scadenza il 5 marzo...e sono perplessa anch'io su cosa fare....
 

mame

The Fool on the Hill
Io ho pubblicato con loro. Cercherò di farla più breve possibile. Lavoro nell'editoria da tredici anni, conosco l'ambiente e so quante possibilità possa avere un esordiente. Senza troppi giri di parole, tanti esordienti che arrivano ai grossi editori hanno le spalle coperte: il babbo professore universitario, amicizie negli ambienti bene e via dicendo. Ci sono anche esordienti che pubblicano grazie alla fiducia dell'editore, a volte anche piccolo editore. Ma per i casi che conosco, l'editore ci ha messo molto del suo in termini di contributo alla scrittura (in parole povere: il testo è stato rimaneggiato). Detto tutto quanto sopra, c'è poco da farsi illusioni. Non siamo tutti grandi scrittori, non siamo tutti fortunati e non siamo tutti raccomandati. Perciò se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna. L'editore è stato molto corretto, non ci sono state sorprese di alcun tipo rispetto ai patti contrattuali. Si danno parecchio da fare in termini di pubblicità, concorsi e via dicendo, anche più di quanto io abbia il tempo di seguire. Sicuramente gli ho sfrantumato l'anima per le bozze che ho corretto duecento volte, ma questo dipende solo dal fatto che faccio il loro stesso mestiere, purtroppo per loro. Chi ha letto il libro lo ha trovato divertente e scritto bene. Non mi illudevo di fare alta letteratura, ma sono rimasta contenta. Di sicuro non si diventa ricchi, ma se qualcuno pensa di fare i soldi di un certo comico divenuto scrittore è meglio che sappia che ha avuto una quota di interessi abbastanza fuori della norma. Gli altri riescono tutt'al più a comprarsi l'abbonamento al tram da dieci corse dopo un anno di vendite. Illudersi oggi di diventare il novello Manzoni, poi, ricordato nei secoli a venire va bene solo per gli sciocchi. Meglio tenere i piedi per terra. Poi chissà. Ad maiora. Si campa una volta sola. Non si danneggia nessuno pubblicando il _proprio_ libro con i _proprii_ soldi. E non mi sento in colpa verso un mercato editoriale che sforna i varii Faletti, Moccia e Barbery facendoli passare per capolavori. Le cose di cui vergognarsi sono altre. Appiccicare il proprio nome alle cose scritte dagli altri, per esempio, e costruirsi un personaggio senza saper mettere due parole in croce. A tutti i livelli: dal professore universitario che mette la firma sui lavori dei dottorandi allo scrittore che usa il negro, da chi firma le traduzioni degli altri al meschino pseudointellettuale che scopiazza in rete per compensare frustrazioni da emerita nullità. Queste sono le sporcacciate, non certo farsi pubblicare un libro mettendoci la propria faccia.
 
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newmoon80

Smiling member
Sono d'accordo col fatto di tenere i piedi per terra, so benissimo che non ci si arricchisce certo scrivendo, è una questione di soddisfazione personale e amor proprio. Ma proprio perché tengo i piedi per terra non posso permettermi di spendere quasi 3000 euro per vedere pubblicato il mio lavoro.

Ho molto riflettuto su tutta la questione, e sono giunta alla conclusione che ciò che mi preme è farmi leggere più che vedere il mio libro sugli scaffali; inoltre so benissimo di dover crescere ancora molto come scrittrice, la strada è lunga e ho bisogno di pareri sul mio lavoro. Soluzione: realizzerò un ebook del mio romanzo e lo renderò disponibile sul mio blog. Questo mi permetterà di raggiungere qualche lettore e di maturare un po'. Se poi scoprirò di essere abbastanza brava, tanto meglio, troverò un editore che non debba essere pagato. Internet è comunque un mezzo potentissimo.

Non condanno affatto il Gruppo Albatros, chiedere l'acquisto di alcune copie del libro è nel loro diritto così come è un mio diritto rifiutare l'offerta. Eppure ho letto di molte persone poco soddisfatte, forse perché meno coscienti di come si muove il mondo dell'editoria, non essendo del mestiere. E in fondo una domanda me la sono posta: con tutte le persone cui propongono la pubblicazione ogni due/tre mesi, e i tanti che accettano, come fanno a garantire il giusto servizio di promozione e marketing a tutti? Da qualche parte ho letto che stampano qualcosa come 900 titoli l'anno di scrittori sconosciuti. :?

Da parte mia, come si è già capito, non accetterò l'offerta. Con quei soldi preferisco offrire una bella vacanza alla mia famiglia! :wink:
 

gisa

New member
anch'io sto scrivendo un romanzo (è un sogno che ho da quando avevo 7 anni!). E' vero:non tutti possiamo essere grandi scrittori e l'importante è non restarci male quando un editore ci propina un gentile diniego. Se poi ci credi nel tuo sogno, non devi far altro che migliorarti. Ma ci devi credere veramente e non arrenderti (e per farlo ci vuole tanto coraggio!). Quando sento l'ombra dello sconforto che bussa, le apro, le sorrido e le risbatto la porta in faccia. Lo farò finchè ne avrò voglia, dopodichè, se mi stancherò getterò le armi felice di aver combattuto però! Io so che molti sconsigliano gli editori che fanno pagare una quota per pubblicarti e una volta ho letto una frase che mi ha convinta circa la sensatezza di questo consiglio:"un editore è come un imprenditore: se gli piace davvero il tuo libro, te lo pubblica rischiando, se invece ti chiede dei soldi in cambio non è serio perchè non crede in te, ma sptt non crede nel suo nome!" più o meno diceva questo! Io credo che sia vero: se uno ti chiede soldi significa che non è convinto che il tuo romanzo possa vendere, quindi meglio lasciar perdere!
 

mame

The Fool on the Hill
anch'io sto scrivendo un romanzo (è un sogno che ho da quando avevo 7 anni!). E' vero:non tutti possiamo essere grandi scrittori e l'importante è non restarci male quando un editore ci propina un gentile diniego. Se poi ci credi nel tuo sogno, non devi far altro che migliorarti. Ma ci devi credere veramente e non arrenderti (e per farlo ci vuole tanto coraggio!). Quando sento l'ombra dello sconforto che bussa, le apro, le sorrido e le risbatto la porta in faccia. Lo farò finchè ne avrò voglia, dopodichè, se mi stancherò getterò le armi felice di aver combattuto però! Io so che molti sconsigliano gli editori che fanno pagare una quota per pubblicarti e una volta ho letto una frase che mi ha convinta circa la sensatezza di questo consiglio:"un editore è come un imprenditore: se gli piace davvero il tuo libro, te lo pubblica rischiando, se invece ti chiede dei soldi in cambio non è serio perchè non crede in te, ma sptt non crede nel suo nome!" più o meno diceva questo! Io credo che sia vero: se uno ti chiede soldi significa che non è convinto che il tuo romanzo possa vendere, quindi meglio lasciar perdere!

Guarda che anche i grossi editori chiedono finanziamenti, a volte. Non gliene importa più tanto del loro nome. Negli accordi c'è molto semplicemente il dovere di riservatezza. Come dici tu stessa, l'editore è un imprenditore, e oggi come oggi al novanta per cento vendono i libri come venderebbero le scarpe. Le barzellette di Totti ne sono l'esempio più evidente.
 

gisa

New member
Guarda che anche i grossi editori chiedono finanziamenti, a volte. Non gliene importa più tanto del loro nome. Negli accordi c'è molto semplicemente il dovere di riservatezza. Come dici tu stessa, l'editore è un imprenditore, e oggi come oggi al novanta per cento vendono i libri come venderebbero le scarpe. Le barzellette di Totti ne sono l'esempio più evidente.

io ancora non conosco il mondo dell'editoria quindi mi esprimo per sentito dire e dico come la penso. Non credo che io pagherei per farmi pubblicare e forse, così, non sarò mai pubblicata, chissà.. ma i 3000 euro che hanno chiesto a quella ragazza mi sembrano un'esagerazione, anzi una vera e propria speculazione da parte del gruppo Albatros. Ho capito che forse tu sei stata pubblicata e forse ti hanno chiesto un contributo che tu hai versato, ma era così alto?
 

mame

The Fool on the Hill
io ancora non conosco il mondo dell'editoria quindi mi esprimo per sentito dire e dico come la penso. Non credo che io pagherei per farmi pubblicare e forse, così, non sarò mai pubblicata, chissà.. ma i 3000 euro che hanno chiesto a quella ragazza mi sembrano un'esagerazione, anzi una vera e propria speculazione da parte del gruppo Albatros. Ho capito che forse tu sei stata pubblicata e forse ti hanno chiesto un contributo che tu hai versato, ma era così alto?

Il contributo è subordinato al numero di pagine. E' ovvio che se voglio farmi pubblicare un libro di 300 pagine il contributo sarà maggiore. Tieni presente che un piccolo editore che pubblica senza contributo intorno alle 2000/3000 copie, che sono più o meno il massimo che possa sperare un esordiente, con una buona qualità di carta e la copertina non rigida ma nemmeno scadente, dopo aver coperto tutte le spese accessorie guadagna intorno ai 20 centesimi a copia.

La discussione comunque era iniziata a proposito di Il Filo, e a me interessava soltanto sottolineare che a oggi l'editore è stato corretto e si è dato molto da fare in termini di visibilità e pubblicità. Oltre al fatto che, a differenza di molti, garantisce ristampe integralmente a proprie spese, mentre molti editori fanno pagare anche le ristampe.
 

eduard

New member
Anche io avevo ricevuto una proposta, anni fa, e non ho accettato.

Quando li avevo chiamati, avevo chiesto perché avessero scelto il mio libro, cosa li avesse spinti, etc etc etc...
Vi dirò solamente che la ragazza con il forte accento romano che era dall'altro capo del telefono (non che abbia dei pregiudizi sull'accento romano, ma faceva molto centralinista) non sapeva chiaramente di cosa stesse parlando, ha dovuto cercare da qualche parte alcuni appunti presi da chissà chi, dicendomi invece che era stata lei stessa a contribuire alla lettura e alla selezione finale...

Quel che voglio dire è:
Se io faccio pagare un tot delle copie che stampo, a parte essermi già ripreso pienamente il prezzo delle stampe e quindi essere in positivo nel bilancio, di che altro dovrei preoccuparmi?

Mi sa di truffa.

Poi, magari, semplicemente io sono un malfidente.
 

mame

The Fool on the Hill
la ragazza con il forte accento romano che era dall'altro capo del telefono (non che abbia dei pregiudizi sull'accento romano, ma faceva molto centralinista)

Avrà avuto un forte accento romanesco perché la casa editrice si trova a Viterbo. Se ti avessero chiamato da Firenze avrebbe avuto un forte accento fiorentino. Se tutti quelli che hanno l'accento romanesco dovessero essere identificati come centralinisti, in tutto il Lazio non si farebbe altro lavoro. Mi sembra che un accento non sia il modo migliore per giudicare la competenza o il ruolo professionale di una persona.
 

asiul

New member
Vi dirò solamente che la ragazza con il forte accento romano che era dall'altro capo del telefono (non che abbia dei pregiudizi sull'accento romano, ma faceva molto centralinista) non sapeva chiaramente di cosa stesse parlando, (..)...

Questa è superba!:mrgreen:


Noooo..ma quali pregiudizi su accenti e accenti...tu hai, forse, ma solo lontanamente...appena, appena eh!...credo, ma senza averne la certezza assoluta....dei pregiudizi sulle centraliniste vero? :mrgreen:
 

Zefiro

da sudovest
GASP! Meno male che nei post l'accento non si sente. Il mio romanesco è ben più che evidente appena apro bocca. Sarei rovinato... :W
 

joetiziano

Autore/Curatore Editorial
Ho molto riflettuto su tutta la questione, e sono giunta alla conclusione che ciò che mi preme è farmi leggere più che vedere il mio libro sugli scaffali; inoltre so benissimo di dover crescere ancora molto come scrittrice, la strada è lunga e ho bisogno di pareri sul mio lavoro. Soluzione: realizzerò un ebook del mio romanzo e lo renderò disponibile sul mio blog. Questo mi permetterà di raggiungere qualche lettore e di maturare un po'. Se poi scoprirò di essere abbastanza brava, tanto meglio, troverò un editore che non debba essere pagato. Internet è comunque un mezzo potentissimo.
Ti consiglio però di registrare il tuo inedito alla SIAE, prima di metterlo integralmente in pasto a internet, che è sì un mezzo potentissimo ma, potrebbe regalare delle brutte sorprese!:mrgreen:
 

newmoon80

Smiling member
Ti consiglio però di registrare il tuo inedito alla SIAE, prima di metterlo integralmente in pasto a internet, che è sì un mezzo potentissimo ma, potrebbe regalare delle brutte sorprese!:mrgreen:

Ciao! Tranquillo, la questione SIAE/ISBN mi è piuttosto chiara... anche se a quanto pare esistono altri "mezzi" per proteggere il proprio lavoro senza dover pagare (ad es. spedirsi per raccomandata una copia del manoscritto senza poi aprire la busta). Comunque grazie della dritta! :wink:
 

Saretta

New member
E MENO MALE CHE NON SI PUO NASCONDERE IL NOSTRO ACCENTO.....:D quasi quasi mandero il cv per fare da centralinista ahahhahaha
 
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