D'Avenia, Alessandro - Bianca come il latte, rossa come il sangue

Quando ero adolescente, anche a me piaceva Leopardi, poi si cresce e si preferisce Pascoli e Manzoni, ma è stato bello tornare a quel periodo.
D’Avenia scrive davvero bene, invidia nei suoi confronti. La storia si svolge in 200 giorni, un anno scolastico. I professori una razza in via d’estinzione, che gli studenti sperano si estingua al più presto. Ma l’autore sfugge a una facile critica dei problemi della scuola. Leo è un adolescente come tanti, motorino, lettore, rimorchio il sabato, partite di calcetto, la scuola non è una sua priorità. Poi si innamora di Beatrice e le prospettive cambiano. Quando colei che a lui solo par donna si ammala, inizia la crescita dell’adolescente.
Davvero un bel libro.
L’ho comprato perché mi piaceva moltissimo la copertina. Adoro i capelli rossi. Mi è piaciuto il titolo. E sebbene l’argomento adolescenti non mi interessa in questo periodo, due elementi su tre erano per l’acquisto e perciò l’ho comprato. Davvero un bel libro, non rimpiango i quindici euro spesi.
Avercelo avuto un insegnante di latino come D’Avenia, a quest’ora leggerei Tacito senza vocabolario.
 

willowstar

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Ho letto il libro durante l'estate dopo aver letto "Qualcuno con cui correre" di Grossman.
Non se se è stato per il confronto, ma devo dire che questo libro mi è sembrato decisamente banale e puerile.
Non mi è piaciuto l'espediente narrativo dell'uso della prima persona, come se a raccontare fosse il protagonista; se non sei un adolescente devi essere un grande per poterne cogliere la freschezza, la rabbia e quant'altro. Se non sei un grande, come non lo è D'Avenia, tutto diventa un po' falsato. Da subito si ha la sensazione che chi scrive sia un adulto che finge di essere un adolescente e in realtà questa è la cosa che mi ha irritato di più: l'uso di un linguaggio pseudo-giovanile che in realtà non lo è. Ci sono alcune pagine "vere" come quando Leo in ospedale fugge davanti a Beatrice addormentata che sembra una bambina, ma sono poche. Libro letto in pochi giorni e dimenticato ancora più in fretta.
 

DoppiaB

W I LIBRI !
Davvero un bel libro!
Scritto in maniera semplice e senza tante pretese.
Mi ha colpito soprattutto il modo in cui "tira in ballo" Dio, senza paternalismi o catechesi varie, ma in un modo che definirei ancora una volta semplice.
Libro dedicato anche a chi, come me, adolescente no lo è più ma ha ancora tante domande per la testa e tanti perchè.


Avercelo avuto un insegnante di latino come D’Avenia, a quest’ora leggerei Tacito senza vocabolario.

Magari avessi avuto un insegnate come D'Avenia !!!
Ma non perchè anch'io a quest'ora leggerei Tacito senza vocabolario ma perchè, guardando la foto in sovracoperta bè... insomma...niente male il Prof! :D:wink:
 
quello che penso..

Sono sbalordita dal successo avuto da questo libro. Trovo che D'Avenia sia un Moccia appena un pò più evoluto. Speriamo serva almeno ad avvicinare qualcuno alla lettura.
 

mariannafaria

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Bello ma più adatto agli young adults

Mi è piaciuto Bianca come il Latte rossa come il sangue ma francamente mi aspettavo qualcosa di più, l'ho trovato un po' giovanilistico anche se ho apprezzato veramente tanto lo stile di questo scrittore, che tra l'altro è anche un bravo insegnante pare (sarà lui il professore che viene ritratto nel libro???)
 

amneris

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Si fa leggere, è scorrevole, e in alcune parti è ben scritto e commuove.
Ma non mi ha convinta del tutto, forse il linguaggio, forse alcuni flussi di coscienza del protagonista un po' forzati nel voler essere originali a tutti i costi, nonchè degli espedienti narrativi piuttosto banali...!
Sicuramente migliora andando avanti, ma ripeto che il risultato finale mi ha convinta fino ad un certo punto.
Detto questo, sicuramente fa riflettere perchè tratta argomenti dolorosi e intensi: la malattia, la morte, l'amore. E non nascondo che in alcuni punti mi sono dovuta fermare a pensarci su. Che per un romanzo non è poco.
 

anna_twe

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ridere e piangere con Leo

Bello. Consigliato. Un libro per i ragazzi ma anche per gli adulti che hanno dimenticato cosa significa essere adolescenti. non condivido il giudizio di chi lo paragona a Moccia. Mi piace lo stile immediato, scrivere per immagini.
Spero di leggere presto il prossimo.

"l'amore non esiste per renderci felici, ma per dimostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore"
 

Lirael

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A me personalmente è piaciuto molto.

Forse perché rileggendolo mi è sembrato di avere di nuovo 16 anni. Io a 16 anni mi sentivo esattamente così.
Non condivido l'opinione di quelli che dicono che D'Avenia è un nuovo Moccia. Secondo me ha del potenziale: vorrei ricordare che questo è solo il suo primo libro. Concludo dicendo che secondo me conosce molto bene quello che passa per il cervello degli adolescenti, deve essere davvero un bravo professore :)
 

Martymiky

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A me è piaciuto nel complesso. La storia di questo adolescente coinvolge parecchio e credo aderisca perfettamente alla realtà di tutti i giorni. Così come per l'inserimento dell'argomento malattia; un topos, ormai, ricorrente nelle società odierne. :wink:
 

Rossi

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Mi aspettavo molto da questo libro perché mi era stato consigliato da più persone. Non nego che la lettura è scorrevole e sicuramente lo stile dello scrittore è molto semplice,ma ho trovato, comunque, il libro un po' banale. Non mi è piaciuto ed ha deluso le mie aspettative. L'ho trovato più ''emozionante'' solo in alcuni punti...tutto il resto: piatto.
 

Edel

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Libro carino e scorrevolissimo, d'Avenia secondo me ha saputo immedesimarsi perfettamente nei panni del sedicenne
Se sia un nuovo Moccia... non so, visto che di Moccia non ho mai letto niente...però a me questo libro è piaciuto molto :)
 

Rò.gda

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avevo previsto la fine già dopo le prime 50 pagine...
però è molto carino... il modo in cui è stato scritto il libro mi ricorda il mio modo di pensare (un po' come quello di ogni persona), senza un'apparente cura della forma :)
l'ho già consigliato ad un amico :D
 

malafi

Well-known member
da un lato do un giudizio positivo per questo libro, dall'altro ne do uno negativo.

Positivo: toccante, intenso, ben scritto senza apparire un esercizio di scrittura come "Cose che nessuno sa". Temi che rischiano facilmente di scadere nel banale (amore, morte, rapporto con Dio) sono invece trattati bene e non lasciano senso di stucchevole.
Il fatto che la fine fosse scontata non è da vedere in modo negativo: la realtà stessa spesso segue filoni scontati, dunque non vedo perchè un romanzo debba nascondere sempre e comunque intrecci improbabili.

negativo: forse non lo doveva scrivere in prima persona, come fosse uscito dalla penna di un 16enne. Mi sembra che in generale vi sia troppa intensità di pensiero per un 16enne che, per tanti versi, è invece un 16enne fino in fondo.
Abbastanza scontata e prevedibile invece la fugura del prof Sognatore.

Complessivamente, l'ho letto volentieri.
 

Lauretta

Moderator
Mi è piaciuta molto la modalità narrativa e di scrittura.
un po' meno i contenuti...
bel libro e una bella idea...ma troppo veloce, D'Avenia poteva soffermarsi di più sui dettagli e sui particolari...forse voleva proprio questo..che il libro fosse sfuggente, come la vita dei personaggi...

finale scontato già dopo le prime 40 pagine...

comunque dai...tre stelline le diamo!!! ;)
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Visto che cci sono e che ho avuto la sfortuna :D
Purtroppo debbo constatare che si continuano a sfornare romanzi come questo i quali, ahimè, continuano a vendere..
Libro sciocco, banale, insulso, scritto in maniera elementare e che non porta da nessuna parte. Il grave è che lo si voglia far passare per "grande" nutrimento per i giovani adolescenti che si approcciano alla lettura; se questa dev'essere la partenza, davvero, che non leggano; poichè il seguito sarà come il finale del romanzo, scontato: Volo, Nothomb, Murgia ed i soliti, purtroppo, noti :(
Tra l'altro a causa di questo libro ho avuto un "simpatico" bisticcio con una commessa alla Fnac :)
Notizia fresca fresca: è in cantiere un film tratto dal romanzo, tra i protagonisti Luca Argentero (interpreterà il professore?) :)

VOTO 4
 

Vangoggha

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Libro semplice, senza pretese, leggero, velocissimo da leggere.
Non per forza un libro deve essere l'insieme di grandi paroloni, di grandi concetti o di chissa' quale morale! Ben vengano anche i libri semplici , servono da intervallo tra un
Dostoevsky e un Coehlo.
Ho trovato questo libro carino. Si, l'aggettivo che mi sento di dare a questo racconto e' proprio " carino ".
Sono tornata ragazzina leggendolo, ancora non ho ben capito se mi sono sentita più Leo, Silvia o Beatrice, e a dire il vero mi mancano ancora 30 pagine per finirlo ma il finale e' facilmente prevedibile ed è come se l'avessi gia' finito :D
 

Lollina

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L’autore applica alla perfezione la formula del romanzo di formazione, compreso il ruolo di guida di Beatrice, lontana emula di quella amata da Dante. Ben scritto, evita la trappola del giovanilismo e dello scimmiottamento piacione del linguaggio dei ragazzi. Forse per questo (o per i pochi anni trascorsi dalla sua pubblicazione) risulta già un po’ datato (chi usa più gli SMS? E poi il T9, chi si ricorda più cos’era?), così che mi chiedo se eserciti un appeal maggiore sugli adolescenti o sui professori che cercano di svecchiare le proprie letture … A proposito, ho trovato insopportabile la figura del Sognatore, il supplente di filosofia volenteroso e velleitario che invita i suoi alunni ad inseguire i loro sogni raccontando apologhi che Vecchioni va propinando ai concerti da vent’anni … Debolezza scusabile, ma quella del professore “maestro di vita” sospetto che sia più una proiezione nostra che un bisogno dei ragazzi, che a sognare sono bravissimi da soli!
 
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