Realismo isterico e realismo magico

elisa

Motherator
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sto leggendo Le correzioni dell'americano Jonathan Franzen e girellando sul web scopro che "appartiene" al genere del "realismo isterico".

Su wikipedia c'è una definizione che riporto e riporto anche il link: (http://it.wikipedia.org/wiki/Realismo_isterico)

"Il realismo isterico, anche chiamato recherché postmodernism o massimalismo, è un genere letterario caratterizzato da lunghezza cronica, personaggi maniacali e frequenti digressioni su argomenti secondari rispetto alla storia.(...)
I candidati ad essere inclusi nel genere sono: Don DeLillo, Dave Eggers, Jonathan Franzen, Joyce Carol Oates, Richard Powers, Thomas Pynchon, Salman Rushdie, Robert Clark Young, Zadie Smith, David Foster Wallace e Tom Wolfe."

cosa ne dite di questa definizione riferita a quegli autori?
 
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mame

The Fool on the Hill
Io sto leggendo lo stesso libro, in inglese. A me non sembra che l'autore faccia digressioni. C'è al contrario un nucleo ben preciso di personaggi, dei quali di volta in volta si racconta la storia. L'unica digressione che ho trovato noiosissima è stata quella sulla donna della nave che racconta la storia della figlia torturata e uccisa e il modo in cui lei e suo marito avevano affrontato la cosa. Mi è sembrata tirata fuori dal nulla, senza grandissimo legame con il resto. Anche perché non suscita in Enid riflessioni che non si sarebbe potuto introdurre in altro modo. Ma confesso che a me tutta la parte su Enid e Alfred in nave non è piaciuta. Forse perché ho rivisto situazioni che ho già visto nella realtà, la moglie che deve prendersi cura del marito malato e lo fa con grandissima abnegazione. Entrambi anziani, entrambi quasi indifesi. Però confermo la mia idea: a me non sembra un romanzo pieno di digressioni. La struttura mi sembra molto compatta. Né mi sembrano maniacali i personaggi: sono persone come ne esistono tante, con storie come tante, trasformate in letteratura dall'autore.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Confesso di non aver letto molti degli scrittori citati :oops:
I personaggi di Rushdie sono effettivamente maniacali o quantomeno estremi; direi che l'espressione "realismo isterico", se ho ben compreso la definizione, si addice perfettamente al suo stile di scrittura, nel senso che trovo i suoi romanzi (o almeno i pochi che ho letto) piuttosto ridondanti, sebbene siano basati su sfondi storico-politici reali e raccontino storie relativamente verosimili. Questo, poi, è anche uno dei motivi per cui li apprezzo :D, le sue digressioni mi sembrano comunque sempre coerenti con il fulcro della storia e i personaggi mi rimangono impressi proprio perchè sempre sopra le righe.
Tempo fa ho letto anche Denti bianchi di Zadie Smith, a cui mi sembra che questa definizione si addica ugualmente, anche se parliamo di tutt'altro genere. Non ricordo bene la trama o i particolari della storia ma ricordo che, pur avendolo apprezzato perchè molto fantasioso e, anche qui, per la particolarità dei personaggi, in questo caso avevo trovato sgradevoli le digressioni, che spesso parevano volte ad ostentare la cultura dell'autrice in vari campi.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io trovo che Franzen corrisponda un po' al profilo dello scrittore "realista isterico" e lo dico in positivo, per il momento sono a poco più di pagina 200 e riscontro una lunghezza a dir poco geologica, disperando addirittura di vedere la fine nella nostra era, ma questa tortura è piacevole perchè "disgredisce" così tante volte che è sempre pieno di sorprese e di spunti di riflessione e poi è vero, i personaggi sono maniacali, a volte paranoidi, anche i bambini stessi sono pieni di fisime e fisse, ma sono veramente rappresentativi del genere umano che ci circonda. Insomma Franzen ci sta proprio in questa definizione.
Di DeLillo ho letto Rumore bianco e peccherei di buona memoria se mi ricordassi un accidente di cosa c'era scritto, della Oates ho letto un libriccino sottile, Stupro, che credo non faccia testo, di Rushdie quel capolavoro assoluto che è I figli della mezzanotte fa storia a sè, di Wallace ho letto Oblio, una raccolta di racconti che non sono, credo, assimilabili ai romanzi, degli altri scrittori non posso dire assolutamente niente.
 

Mizar

Alfaheimr
Credo Pynchon e Wallace siano maestri nell'arte del regerdire, citare, titolare, annotare, vorticare.
Le loro sono opere interessanti e spietate: occhio multiplo e multiforme su un mondo in topspin.
 

Dory

Reef Member
Spulciando tra i link messi da Elisa ho scoperto anche l'esitenza del realismo magico!! Incredibile!!

Ecco qui alcuni esempi:

Il termine è più spesso associato con il boom letterario dell'America Latina del XX secolo, segnato dalla pubblicazione del romanzo Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez nel 1967, che viene considerato il testo seminale del realismo magico insieme ai racconti di Jorge Luis Borges ma anche quelli di Dino Buzzati. Il realismo magico può essere rilevato nelle fiabe sovrannaturali di E.T.A. Hoffman, che sono collegate al tono terreno del giornalismo confessionale.

Scrittori del Realismo magico

Isabel Allende
Sherman Alexie
Jorge Luis Borges
Francesca Lia Block
Massimo Bontempelli
Italo Calvino
Alejo Carpentier
Jonathan Carroll
Ana Castillo
Julio Cortázar
Laura Esquivel
William Faulkner
Carlos Fuentes
Günter Grass
Russell Hoban
Alice Hoffman
Hubert Lampo
Gabriel García Márquez
Toni Morrison
Haruki Murakami
João Guimarães Rosa
Juan Rulfo
Salman Rushdie
Graham Swift
D.M. Thomas
Bruno Stobbione
Nikolaj Vasil'evič Gogol'
Michail Afanas'evič Bulgakov
Viktor Olegovič Pelevin
Anatolij Kudrjavitskij
Franz Kafka
Gustav Meyrink
Leo Perutz
Milan Kundera
Louis de Bernières
 
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Dory

Reef Member
Scusami elisa se ho contaminato il tuo thread con quest'altra cosa, ma mi aveva colpito molto.
Se preferisci la tolgo e creo un altro thread. :ad:


PS_Ma Salman Rushdie è in tutti e due.. :?
 

Apart

New member
Degli scrittori che hai citato, Elisa, non ho mai letto nessuno. "Realismo isterico" mi sembra un concetto critico, poco propositivo. La spiegazione che tu hai qui riportato qui, tratta da wikipedia, circa il significato di questa corrente, non mi invoglierebbe di certo a leggere un romanzo che a questa appartiene. Diverso invece è il concetto di "Realismo magico", che trovo più attraente. Più di questo però non posso dire, dato che non sono informato sulle due correnti letterarie.
 

Sir

New member
Sono dell'idea che i cosiddetti "generi" debbano essere pochi e soprattutto ben definiti, con alcuni requisiti.
In base a una certa tendenza novecentesca la teoria letteraria (e non solo quella, vedere gli sfaceli in ambito musicale) si adopera a smontare e rimontare ogni cosa, ma quando i risultati sono, come in questo caso, definizioni di nessuna utilità per lo studioso così come per il lettore occasionale, mi sento di dire che sarebbe meglio tornare a concentrarsi sugli aspetti più importanti e meritevoli d'analisi di un'opera d'arte.

Tutt'altra storia vale per il realismo magico, non amo particolarmente il nome ma sicuramente ha una sua identità storica e la definizione ci aiuta nella riflessione.
 

mame

The Fool on the Hill
io trovo che Franzen corrisponda un po' al profilo dello scrittore "realista isterico" e lo dico in positivo, per il momento sono a poco più di pagina 200 e riscontro una lunghezza a dir poco geologica, disperando addirittura di vedere la fine nella nostra era, ma questa tortura è piacevole perchè "disgredisce" così tante volte che è sempre pieno di sorprese e di spunti di riflessione e poi è vero, i personaggi sono maniacali, a volte paranoidi, anche i bambini stessi sono pieni di fisime e fisse, ma sono veramente rappresentativi del genere umano che ci circonda. Insomma Franzen ci sta proprio in questa definizione.

Mi sono preoccupata leggendo questo messaggio. Perché a me questi personaggi sembrano "normali"? Mi spiego: normali nel senso che mi sembrano persone come tante. Mi sembra normale che una persona sia concentrata su qualcosa come se fosse una fissazione, ma non lo interpreto come maniacalità, bensì semplicemente come immaturità. La litigata tra marito e moglie per il Natale dai suoceri mi sembra cosa abbastanza comune, tra due persone che si impuntano sulle stupidaggini solo perché sono immature, ma non vedo follia in tutto questo. E come dicevo, mi sembra che l'unica digressione sia quella della donna della nave: sembra un po' una disquisizione sulla pena di morte e sui sentimenti delle persone coinvolte che l'autore voleva infilare a tutti i costi. Per il resto, vedo una struttura molto compatta.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Scusami elisa se ho contaminato il tuo thread con quest'altra cosa, ma mi aveva colpito molto.
Se preferisci la tolgo e creo un altro thread. :ad:


PS_Ma Salman Rushdie è in tutti e due.. :?

modifico io il titolo, c'è spazio per tutti i realismi qui :wink:
 

Mizar

Alfaheimr
Sono dell'idea che i cosiddetti "generi" debbano essere pochi e soprattutto ben definiti, con alcuni requisiti.
In base a una certa tendenza novecentesca la teoria letteraria (e non solo quella, vedere gli sfaceli in ambito musicale) si adopera a smontare e rimontare ogni cosa, ma quando i risultati sono, come in questo caso, definizioni di nessuna utilità per lo studioso così come per il lettore occasionale, mi sento di dire che sarebbe meglio tornare a concentrarsi sugli aspetti più importanti e meritevoli d'analisi di un'opera d'arte.

Tutt'altra storia vale per il realismo magico, non amo particolarmente il nome ma sicuramente ha una sua identità storica e la definizione ci aiuta nella riflessione.
Concordo in buona parte.
Alcuni degli autori appartenenti alla 'categoria' del realismo magico, a mio parere, non sono affatto realisti :mrgreen: Ci si figuri...

In fondo questi sono schemi e ben possono risultare odiosi.
Altro è la lettura delle opere; come Sir suggerisce, meglio considerare 'aspetti più importanti' - anche perché si parla di scrittori e di opere contemporanei. Ergo, non siamo ancora abbastanza distanti da scorgere confini e limiti oggettivi
 

Morris45

New member
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