sergio Rufo
New member
Cartesio
A Descartes dedichiamo poche parole, perche' di piu' sarebbe un offesa al buon gusto.
Cartesio e' filosofo metodico, sitematico che fa della verita' e dell'evidenza una sorta di dogmatismo.
E come tutti i dogmatici ( di ogni specie e razza) arriva pian pianino all'assoluto: l'indubitabile, ovvero, il mostro.
Ma per arrivarci, questo contradditorio in se', usa il dubbio metodico: la realta' percepita e' sempre suscettibile di apparenza dato che i sensi puri non sono soggetti di infallibilita'.
Dunque il dubbio: dubitando ( con il pensiero) l'uomo puo' dunque concludere che esiste, dato che almeno, e' certo di dubitare. Originale, questo Cartesio.
Piu' in la' si spinse alle prove ontologiche: un assoluto lo doveva pur trovare e dato che l'anelito verso un Dio s'impadroni' anche di questo animo povero, decise che Dio assunto come modello di perfezione massima, dovesse necessariamente contemplare anche il requisito dell'esistenza.
Come potrebbe , infatti, un essere perfetto non esistere in se'?
E in piu', come potremmo noi, pensare Dio e il relativo concetto di perfezione se tale idea non fosse innata?
Quindi il pensiero stesso pone l'esistenza non solo probabile ma addirittura sicura.
Ma Kant, qualche tempo dopo, si mise a ridere di questo principio, e detto in parole spicciole si chiese come fosse possibile un'assurdita' simile; ovvero, si disse che se noi pensiamo a un sacco di monete talleri in qualche luogo, non e' detto che per questo ci sia veramente e anche se ci fosse, non basterebbe pensarlo per aumentare la quantita' di denaro nel sacco stesso.
Dunque se noi pensiamo Dio, questo non significa affatto che dio stesso sia perfetto o esistente.
Ah! Cartesio! nonostante tutto, noi molto abbiamo imparato da te e per questo ti siamo felicemente riconoscenti.
Tra le tante cose, una su tutte: abbiamo imparato a " dubitare con metodo" e da questa arte abbiamo tratto una conclusione "perfetta", un assoluto, un "definitivo": siamo sicuri della tua insanita' mentale.
A Descartes dedichiamo poche parole, perche' di piu' sarebbe un offesa al buon gusto.
Cartesio e' filosofo metodico, sitematico che fa della verita' e dell'evidenza una sorta di dogmatismo.
E come tutti i dogmatici ( di ogni specie e razza) arriva pian pianino all'assoluto: l'indubitabile, ovvero, il mostro.
Ma per arrivarci, questo contradditorio in se', usa il dubbio metodico: la realta' percepita e' sempre suscettibile di apparenza dato che i sensi puri non sono soggetti di infallibilita'.
Dunque il dubbio: dubitando ( con il pensiero) l'uomo puo' dunque concludere che esiste, dato che almeno, e' certo di dubitare. Originale, questo Cartesio.
Piu' in la' si spinse alle prove ontologiche: un assoluto lo doveva pur trovare e dato che l'anelito verso un Dio s'impadroni' anche di questo animo povero, decise che Dio assunto come modello di perfezione massima, dovesse necessariamente contemplare anche il requisito dell'esistenza.
Come potrebbe , infatti, un essere perfetto non esistere in se'?
E in piu', come potremmo noi, pensare Dio e il relativo concetto di perfezione se tale idea non fosse innata?
Quindi il pensiero stesso pone l'esistenza non solo probabile ma addirittura sicura.
Ma Kant, qualche tempo dopo, si mise a ridere di questo principio, e detto in parole spicciole si chiese come fosse possibile un'assurdita' simile; ovvero, si disse che se noi pensiamo a un sacco di monete talleri in qualche luogo, non e' detto che per questo ci sia veramente e anche se ci fosse, non basterebbe pensarlo per aumentare la quantita' di denaro nel sacco stesso.
Dunque se noi pensiamo Dio, questo non significa affatto che dio stesso sia perfetto o esistente.
Ah! Cartesio! nonostante tutto, noi molto abbiamo imparato da te e per questo ti siamo felicemente riconoscenti.
Tra le tante cose, una su tutte: abbiamo imparato a " dubitare con metodo" e da questa arte abbiamo tratto una conclusione "perfetta", un assoluto, un "definitivo": siamo sicuri della tua insanita' mentale.