Ishiguro, Kazuo - Il gigante sepolto

Shoshin

Goccia di blu
"...In caso i ricordi dovessero tornare e tra di essi anche quelli di quando ti ho delusa. O di brutte azioni che posso aver commesso in passato per cui guardandomi non dovessi più vedere l'uomo che vedi ora. Promettimi una cosa almeno. Prometti, principessa, che non dimenticherai quello che hai nel cuore per me in questo momento..."



Axl e Beatrice sono una vecchia coppia di sposi; vivono nella Britannia che respira ancora la pace instaurata dal grande re Artù, ormai morto da anni. Contribuiscono alla vita del loro villaggio e stanno insieme da talmente tanto tempo da non ricordare nemmeno come si sono conosciuti... né che fine abbia fatto il loro figlio, partito da tanto tempo. Le isole britanniche sono avvolte da una nebbia sottile che deruba tutti di ogni ricordo, anche dei più preziosi. Axl e Beatrice decidono quindi di mettersi in viaggio alla ricerca di loro figlio. Sanno che dovranno attraversare i villaggi sassoni e addentrarsi nei territori dove dimora il temibile drago-femmina Querig, ma sono determinati a ritrovarlo e a scoprire quale mistero si cela dietro quella nebbia insidiosa.

Kazuo Ishiguro nei suoi romanzi di grande forza emotiva ha svelato l’abisso al di là dell’apparente senso di connessione nel mondo.

Impossibile non riconoscere l'ossatura che compone questa storia.

Inoltrandosi in questo viaggio sembra di ritrovarsi nello schema del "viaggio dell'eroe" teorizzato da Joseph Campbell. Axl e Beatrice, grazie ad un incontro con una forestiera che li esorta ad andare a cercare il loro figlio oramai perduto, ricevono la chiamata all'avventura. Attraversano i territori a loro vicini e familiari e, varcata la soglia rappresentata dalla grande pianura, incontrano i personaggi che li accompagneranno nella ricerca dell'oggetto, ovvero il figlio, da tempo perduto e che la nebbia ha fatto loro dimenticare per lungo tempo. Vista l'ambientazione, la si potrebbe considerare quasi una classica ricerca del Graal.

A tal proposito, pare anche impossibile non notare i rimandi al genere cavalleresco e alla letteratura fantasy occidentale. Si viene proiettati in un mondo che ha dalla sua una base tolkeniana: il villaggio della vecchia coppia di sposi è scavato in caverne, anche se meno lussuose di quelle di casa Baggins e il drago Querig che dorme sotto una montagna si innalza come una pericolosa ombra sul loro viaggio. Il ciclo arturiano è un rimando costante: re Artù è appena morto, la sua corte dispersa, eppure la pace regge ancora, sebbene fragile. Compagno di viaggio della coppia è nientemeno che il glorioso Ser Galvano, ormai anziano e male in arnese come il destriero Orazio che a stento lo porta in groppa. Sebbene vecchio, lui è ancora al servizio del suo re e la sua missione è quella di sconfiggere il drago, anche se nessuno scommette sulla sua riuscita. Il sassone Winstan, anche se di origine sassone, è un novello Lancillotto dall'animo guerriero. I duelli e le schermaglie rievocano le cortesie e la cavalleria stricto sensu che possiamo ritrovare in Chrétien de Troyes e Malory.

Pare tutto semplice e perfettamente riconoscibile: modelli, snodi, parabole, personaggi. Eppure su tutto cala la nebbia che non è semplice elemento d'atmosfera; è la cortina che riveste e modifica tutto quello che pensiamo di aver intuito ed è mare primordiale da cui emerge e si inabissa ogni cosa. La nebbia mangia e lascia sfuggire pochi brandelli di ricordi dai quali si innalzano i gloriosi giorni di re Artù che paiono interessare anche il passato di Axl e Beatrice; Galvano esce dalla nebbia, quasi emergesse dalle leggende per riviverle e proteggerle; figure mortifere che a tratti ricordano le streghe del Macbeth fluttuano nelle nebbie del fiume. Questo sistema d'immagini nasconde un carico di dolore, senso di colpa e riscrittura della Storia tale da far interrogare anche i protagonisti sull'utilità o meno del cercare di dissolverla, quasi che la verità non rappresenti il bene supremo.

- Ma siete proprio certa, mia buona signora, di volervi liberare di questa nebbia? Non è forse meglio che le cose rimangano nascoste alle nostre menti? (...) La nebbia copre tutti i ricordi, i brutti come i belli. Non è così, mia signora?_

Anche i rapporti d'amore saldi e teneri come quello di Axl e Beatrice potrebbero essere messi in discussione. Eppure Beatrice, vera forza trainante della ricerca, non ha dubbi

- Cosa c'è da temere, padre? Ciò che Axl e io sentiamo oggi nel cuore l'uno per l'altra conferma che il percorso intrapreso non contiene pericoli per noi, qualunque cosa si nasconda nella nebbia. È come un racconto a lieto fine: anche un bambino sa di non dover temere imprevisti e svolte precedenti. Axl e io vogliamo ricordare la nostra vita insieme, qualunque forma abbia assunto, perché ci è stata cara._

Kazuo Ishiguro, vincitore del Nobel per la letteratura di quest'anno, di origini giapponesi, ma naturalizzato britannico e già autore di romanzi quali Quel che resta del giorno e Non lasciarmi, con Il gigante sepolto esplora a fondo il genere cavalleresco e fantasy. Cogliendo a piene mani e con ottima interpretazione l'immaginario dai cicli bretoni e aggiungendo elementi del fantasy occidentale, crea un'opera di fortemente equilibrata, di grande empatia e commovente, per quanto non ecceda mai, a livello stilistico, nell'enfasi urlata e negli orpelli letterari. Quest'opera ha in sé l'eleganza e la semplicità che può avere una petite robe noir: questo romanzo ha linee pure e pulite e nessun merletto o balza in tulle potrebbe renderlo più perfetto di quanto già non sia.


Giulia Pretta

Ho trovato questa recensione nel web e mi sono detta che se fossi stata una scrittrice provetta avrei scritto queste cose e in questa forma.
Invece sono solo E.
shoshin per il forum e sto ancora pensando a come mettere ordine tra tutti i pensieri,i ricordi,i dolori che questo libro ha evocato nel mio cuore .
Ecco perché mi affido ad altre parole,ad altra voce per presentare Il gigante sepolto qui in questo angolo di forum.
Resto in disparte.

Il gigante è troppo grande e forte perché io sappia esorcizzarne la presenza.
Questo libro ha assolto un compito molto importante per me.
Lasciandomi da sola in un angolo di tempo di fronte ad un dolore che non è mai scomparso da dentro me.

Ma almeno la nebbia si dirada anche per me
Posso fare chiarezza.
Posso capire.
Posso piangere .
Posso liberarmi .
Ishiguro-Tra-le-nebbie-di-Avalon.jpg
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Non so se mi è piaciuto di più il commento analitico di Giulia Pretta o quello vibrante di @Shoshin. :)
Mi è venuto desiderio di leggere questo libro, anche perché l'autore è una garanzia.
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Non so se mi è piaciuto di più il commento analitico di Giulia Pretta o quello vibrante di @Shoshin. :)
Mi è venuto desiderio di leggerlo.
Anche a me è venuta voglia di leggerlo, soprattutto per quello vibrante di Shoshin (già mi aveva colpito sulla sfida letteraria).
Di questo autore non ho letto ancora nulla, non amo particolarmente gli asiatici però ho visto con piacere due film tratti dai suoi romanzi e poi è naturalizzato inglese 😉.
 
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MonicaSo

Well-known member
Libro bellissimo, pieno di atmosfere da mondo incantato. È un viaggio "circolare" perché alla fine si torna nello stesso punto da cui si era partiti. Non l'ho vissuto come una ricerca (dove sia il figlio lo si intuisce subito) bensì come un "accompagnamento".. ma il dubbio su chi sarebbe stato ad essere accompagnato alla meta finale mi è rimasto fino all'ultima pagina.
Conoscevo l'autore per "Quel che resta del giorno", che mi aveva un po' deluso paragonato al bellissimo film, ma qui l'ho rivalutato molto e penso leggerò altro.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Raramente, nei tanti libri che ho letto, mi è capitato di trovare tanta attenzione per il lettore, cura per i personaggi e le loro vicende ed efficacia delle metafore utilizzate per narrarle. Kazuo Ishiguro ci regala un fantasy intenso e alla portata di tutti, anche di chi il fantasy non lo ama: è un libro a tratti delicato ed onirico, a tratti ruvido e inquietante, esattamente com'è la vita di ciascuno di noi, fatta di momenti belli in cui tutto è gioia e luce e momenti tristi in cui tutto è freddo e buio. Ma l'amore, il perdono e la comprensione sono le armi che possono consentirci di superare quei momenti bui, meglio se insieme a qualcuno con cui condividiamo il dolore e l'asperità. Non è facile far incontrare delle vite e far sì che scorrano insieme in parallelo, senza forzature o recriminazioni: la forza di un'unione gioiosa e feconda sta proprio lì, nel saper perdonare le manchevolezze e perdonarsi a vicenda. Un fantasy da leggere, alla portata di tutti, che racconta una storia triste, ma felice insieme.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Inutile negarlo: come voi, ho deciso di leggere questo libro soprattutto grazie all’impressione molto forte che ho ricevuto dai commenti “emotivi" di Shoshin. É stata una scelta azzardata (della quale non mi sono pentita), perchè il fantasy non è un genere che amo: l’unico mio precedente è stato con La storia infinita, un libro che mi è piaciuto moltissimo e a cui non ho potuto non associare immediatamente questo. La nebbia che impedisce ai personaggi di questa storia di serbare ricordi del proprio passato, infatti, mi ha ricordato il “Nulla” che minacciava il regno di Fantàsia. In entrambi i casi avevo l’impressione che l’ambientazione fantasy non fosse fine a se stessa, ma celasse una metafora della vita: chi è quindi l’artefice dell’affievolimento dei ricordi che colpisce Axl e Beatrice? Chi riuscirà a sconfiggere questo nemico, come quella volta aveva fatto il valoroso Atreiu?
Se dovessi continuare a paragonare i due romanzi, direi che c’è un punto a sfavore di quello di Ishiguro: mentre nel capolavoro di Michael Ende tutto alla fine si incastra perfettamente, ogni elemento assume un significato metaforico oltre che narrativo, non altrettanto avviene qui. Resta un po’ di amaro in bocca perchè alcune trovate, che durante la lettura aumentano la suspence, creano delle aspettative che non sempre vengono soddisfatte. Troppe strade sono accennate senza essere percorse sino in fondo, e questo è un limite di questo romanzo. Ma forse anche l’unico.
Perchè in effetti, così come La storia infinita ci offriva una bellissima occasione di interrogarci sul valore della fantasia, così Il gigante sepolto ci spinge a fare altrettanto sul valore della memoria. Ed è un valore tutt’altro che scontato, perchè non è univoco: i ricordi sono preziosi, ma sono un’arma a doppio taglio. Ricordare significa serbare intatto un sentimento, ma i sentimenti non sono sempre positivi, per cui qualche volta dimenticare è un compromesso utile, un sacrificio a fin di bene. E siccome io amo particolarmente i libri che non dipingono tutto bianco o tutto nero e invece invitano a riflettere, ho trovato questo romanzo molto interessante: ammetto che persino io, a un certo punto della storia, ho finito per chiedermi “sei proprio sicura che uccidere il gigante sepolto sia la scelta più saggia?”. Fra l’altro, pur non essendo un’esperta del genere, so che i fantasy fanno una distizione abbastanza netta fra buoni e cattivi, mentre una certa "ambiguità" che attraversa questa storia e questi personaggi li rende più credibili, più umani.
In ogni caso si tratta di un bel libro, semplice, ma godibile. Di sicuro chiunque dovesse prenderlo in mano non se ne pentirà, anche se, come me, non è molto abituato ad avere a che fare con orchi e draghi.
 
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bouvard

Well-known member
Mi viene difficile fare un commento a questo libro. Forse dovrei partire dicendo che mi è piaciuto molto e che la difficoltà a recensirlo non dipende quindi da questo. Dipende forse dal fatto che ci sono molte cose che restano sospese, come se la “nebbia” avesse avvolto anche loro.

Ad essere sinceri ad un certo punto ho iniziato a temere il finale, sarebbe stato così facile scadere nel melenso e nello scontato ed invece è proprio il finale la parte che più ho apprezzato del libro.

E’ un fantasy diverso dai fantasy che ho letto finora, visto che ci sono orchi e draghi devo considerarlo per forza un fantasy, ma penso che sia riduttivo considerarlo solo un fantasy.​
 
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