stellonzola

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  • magnificamente grazie!
    Oddio, giornate al solito frenetiche assai. Che dire? Aiuta a tenersi in forma :wink:
    buona serata a te :)
    Zefiro
    ti rimando alla mia pagina per la risposta. Cavoli non ho ancora capito bene come funzionano i messaggi privati su questo forum. Scusa
    ehi stellonzola, vieni a votare nell'artistic forum? naturalmente io sono qui per perorare la mia "irriverenza"...:YY ciao!
    Premetto che i due romanzi li ho letti un pò di tempo fà ed inoltre a distanza l'uno dall'altro quindi di mio non ho notato questa analogia. Avendomela fatta tu notare e pensandoci un pò ritengo cmq la somiglianza minima. In " Uomini che odiano le donne " il protagonista viene assunto si per scrivere la storia della famiglia, ma fin dall'inizio il capofamiglia gli dichiara che il suo vero compito è scoprire che fine abbia fatto la nipote. Nel libro di Coe il libro serve soprattutto ad indivduare l'influenza che la famiglia Winshaw ha auto sulla storia dell'inghilterra ed in parte sulla vita del protagonista.
    Ciao Stellonzola.
    Non credo proprio che tu debba avere nessun timore.
    Un conto e' sbagliarsi su una questione oggettiva, due piu' due fa quattro, un conto " sentire" in nodo diverso.
    In questo ultimo caso il timore maggiore e' ben altro: adeguarsi al pensiero comune per comodita' e per paura di rsiultare impopolare o cinico.
    Ma non e' proprio cosi': innanzitutto perche' il " pensiero unico" quasi sempre e' accettato senza il benche' minimo senso critico; in secondo luogo perche' , quasi sempre, la retorica la fa da padrona e noi detestiamo i retori; in ultimo, se non ti bastasse, guarda caso tutti i piu' grandi moralisti della storia sono stati dei grandi cinici.
    Ti sei mai chiesta cosa significhi cinico? bene, significa vedere il mondo cosi' com'e' e non come si vorrebbe che fosse.
    E questo da fastidio, urta orecchie delicate ma a questo punto il problema, se ci pensi bene, non sara' mai tuo, ma dei visionari.

    Ad ognuno il proprio universo. ( o recinto)

    Ciao, sergio
    Anche qui va bene fa un caldo insopportabile 37-38 gradi in casa ,un forno ci vediamo ciao:D
    grazie, che carina! certo che abbiamo molte cose in comune, ho notato anche io, Guccini in primis, i Modena non li conosco e ho imparato ad apprezzarli qua con Minerva6. Come moderatrice non riesco proprio a leggere e seguire tutti i post, ma i tuoi spesso sono molto approfonditi e arricchiscono questo forum.
    ciao stellonzola!!! anch'io come avrai letto sto affrontando proust! sto per cominciare il terzo libro, i guermantes, e più che un libro mi sembra una esperienza di vita...:)
    poi vedo che stai leggendo un libro che io ho amato molto, e che tralatro mi ha fatto scoprire questo forum! l'anno della morte di ricardo reis. A che punto sei? ti piace saramago?
    Le anomalie si vedono, non si fa finta di niente. E' il concetto di normalità che ormai è superato da tempo. Il concetto di normalità è il prodotto di test psicologici che hanno mostrato tutti i loro limiti e i loro errori. Il termine si utilizza ancora nel linguaggio comune, ma per gli addetti ai lavori (alcuni), e per gli accademici (alcuni), è ormai un termine desueto. Si guarda agli altri come persone umane, ognuno con le sue specificità (dunque difficoltà, problemi, non funzionamenti, ecc.), non più come anormali o normali. Non credo che si voglia fingere che non ci siano problemi. E' che ci si pone in un'ottica diversa. La forma mentis è cambiata, per fortuna.
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