sergio Rufo

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  • Ciao Apart. Ho strappato conque minuti e ti ho rivolto tre domande nella stessa stanza: Conosciamoci meglio.
    Buona giornata
    Giusto perchè hai poco tempo a disposizione, ti ho fatto le tre fatidiche domande, nel gioco "Conosciamoci meglio". Vai a vedere! A presto.
    Ma certo! Sto raccogliendo tutte le vostre richieste per Natale, nè mancano ancora un po'. Presto avrete i vostri regali. Babbo Natale mi ha detto che sarà generoso con voi, quest'anno. :wink:
    Figurati, Sergio. Anzi, raccontami una barzelletta, o qualcosa di divertente. I discorsi troppo impegnati, non ci crederai, ma a me alla lunga stancano. :wink:
    Tante psicologie, ovvero tante scuole di psicologia, questo intendevo. Può esistere un altro tipo di società, tu mi chiedi? Certo che può esistere. Io ne sono convinto. E ho già alcune idee a riguardo. Altre derivazioni? Ne hai in mente alcune? Quali?
    da qui vedo il suo paesotto, e si sente il giustizialismo latente
    ce l'hanno nel sangue!! comunque bellissime campagne innevate
    Ci sono tante psicologie, tu probabilmente fai riferimento a una psicologia in particolare, ma non tutte sono così. E poi, se non sbaglio, era Freud a ricondurre tutte le nevrosi all'impossibilità di agire le proprie pulsioni. Parecchi studi hanno mostrato che non sempre è quella la causa. E poi come si può pensare a una società senza una moderazione sociale, come chiami tu? Non potremmo neanche più parlare di società, a questo punto, se tutti potessero sfogare i propri istinti.
    Per me è importante invece. Io mi aspetto anche un risvolto pratico da una persona che dice certe cose. Che tristezza sarebbe scoprire se uno che dice queste cose poi in realtà fa il contrario.
    Ma l'istinto, l'irrazionalità, è vero, ma non si può prescindere dal contesto sociale, dal fatto che viviamo in un mondo dove ci sono anche altre persone. Sulle castrazioni dell'istinto come causa della depressione e delle nevrosi ho dei dubbi. Cioè, non c'è ancora una spiegazione certa che possa dimostrare che sia causata da quello.
    Quando leggo un libro mi immagino poi l'uomo. Dei filosofi tendo un po' a diffidare: tante belle parole, ma poi nella vita arroganti e sbruffoni. Mi ricordano un po' i politici. Così era il mio professore di filosofia della persona umana. Chissà se questo Natoli mette in pratica quello che dice qui, in questo libro, tanto amabilmente. Lo spero.
    Fra le tante cose, la distinzione fra due tipi di felicità mi è piaciuta molto. Nonchè la descrizione della sensazione che si prova quando si è felici.
    Per farla breve, che la felicità è fatta di attimi, ma che c'è anche una felicità come qualcosa di edificabile, una felicità intesa come virtù architettonica. Si diventa felici quando si conduce una buona vita, quando la si valorizza in tutte le sue dimensioni. Quando tutto sembra sfuggire, quando non c'è nè un inizio nè una fine su cui poggiare, il raccoglimento di sè, la propria realizzazione, la cura del sè (come diceva Heidegger), quella è l'unica cosa che da stabilità alla nostra vita. Rimanendo sempre aperti al possibile, all'inatteso, alla vita, alle persone umane. Ricordandoci che siamo sempre persone situate. Ripeto, niente di nuovo, chiunque potrebbe rispondere che son cose che sapevamo già, che non c'era bisogno di Natoli per dircelo. Però le riflessioni che fa sono interessanti, e i riferimenti (attinge dai grandi filosofi, dalla religione, dalla poesia) altrettanto. L'ho trovato davvero un bel libro.
    E' un filosofo. Ha scritto un po' di libri, fra cui questo saggio sulla felicità e sulle stagioni dell'esistenza. Non c'è nulla di nuovo, però è spiegato molto bene. E ti da una chiave per capire cos'è la felicità e come poterci arrivare.
    Un libro di Natoli. Lo conoscerai sicuramente, immagino. Tu? Allora sei tu o non sei tu in quella foto? :wink:
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