Questa è la prima volta che leggo un libro che possiede due caratteristiche insieme: conosco lo scrittore e il libro è autobiografico.
L'onestà disarmante, talvolta spiazzante con cui Germano si esprime - e non solo per quanto riguarda il gioco - e il coraggio con cui si espone allo sguardo altrui sono ammirevoli e non da tutti. Il linguaggio è chiaro, fluido, leggero; l'ironia accompagna costantemente il racconto degli avvenimenti, anche di quelli più dolorosi, inframmezzati da episodi divertenti.
Ben scritto e fortemente introspettivo, l'immedesimazione è immediata. L'autore parla di sé con indulgenza, ma allo stesso tempo senza mai assolvere se stesso e comunque senza ipocrisia moralista, l'adrenalina dei momenti di azzardo più intenso sembra schizzar fuori dalle pagine, l'ansia si percepisce come fosse propria e il pensiero costante nel leggere il racconto è che chiunque potrebbe cascarci in qualsiasi momento, trattandosi anche di una dipendenza più subdola rispetto a quelle classiche (alcool, droga etc.) ma che comunque presenta caratteristiche simili per quanto riguarda la psicologia dell'individuo interessato.
E' bello pensare che una persona che, appena si alzava la mattina, andava ad accendere il PC per giocare, adesso magari lo accende per collegarsi a Forumlibri
Lo dico sinceramente, bravo Germano