Haddon, Mark - Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Evy

Member SuperNova
Bello...
Non so se ha fatto solo a me l'effetto che la mamma non sapeva tanto bene gestire il figlio, forse aveva paur,non so.
Ho visto più amorevole il padre,che ci perdeva tempo,gli cucinava quello che voleva.
Il fatto diaver superato le sue paure,e i suoi limiti, di andare a Londra, forse gli ha fatto superare il colore marrone che non gli piaceva, tanto da fare l'orto...credo.
è un libro che conto di comprare al più presto.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Bellissimo. Non dev’essere stato facile per l’autore calarsi nei panni di un ragazzino autistico, quindi tanto di cappello perché la resa finale è di grande effetto. L’incipit, per me che amo i cani, è stato un po’ destabilizzante ma superato quello, il libro scorre via che è un piacere. E’ una storia di speranza a partire da una condizione dolorosa che affligge non solo chi ne è affetto ma anche coloro che gli stanno attorno. L’autismo cambia inesorabilmente le cose, eppure l’autore ce lo mostra attraverso gli occhi di questo ragazzino speciale, il cui sogno di superare il test di matematica è la metafora di un moto dell’anima più profondo: quello di essere accettato per come è. Libro straordinario.
 

Kira990

New member
Finito oggi il libro è devo dire che il sentimento predominante è la tristezza. Tristezza per questa famiglia che non è riuscita a sopravvivere, probabilmente a causa della malattia del figlio o magari anche per altro, chi lo sa. Tristezza per il rapporto incrinato con il padre. Per le scelte discutibili di entrambi i genitori e per i loro litigi di fronte a Christopher pur sapendo come lui reagisce..
Non so che dire dei genitori, anche perché trovarsi in una situazione del genere chissà come si reagisce, potrei far meglio ma anche peggio... Non si può giudicare. Ho invece trovato più fastidioso il comportamento del poliziotto sul treno: doveva sapere di aver davanti un bambino speciale e si è comportato trattandolo come un fastidio anziché una persona, (vedi la scena del bagno sul treno ad esempio).
Invece mi è piaciuto molto capire come ragiona Christopher, in modo lineare e razionale. Tutto molto logico senza bisogno di dire bugie. Leggevo e mi immaginavo Christopher con la faccia di Sheldon di The Big Bang Theory, non so se qualcuno vede questo telefilm ma io ci ho pensato quasi subito ;)
Giudizio generale sul libro direi positivo anche se non eccezionale come pensavo dai commenti letti in precedenza.
 

Spilla

Well-known member
Letto molti anni fa, ne conservo un ottimo ricordo, tanto che ogni tanto penso di rileggerlo.
Partendo dal presupposto che è impossibile entrare davvero nel modo di pensare di persone in difficoltà, credo che l'autore abbia fatto un tentativo delicato e attento, che ho apprezzato. Se poi qualche incongruenza resta, si puo perdonare :wink:
È comunque una piacevole lettura, con l'indubbio pregio di spingere a riflettere sulla realtà di persone che non comunicano in modo "comune".
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Questo è uno di quei libri su cui nutri grandi aspettative per lungo tempo, crogiolandoti nell'attesa di leggerli, salvo poi, a lettura finita, restarne delusa più di quanto sarebbe consentito. Non so bene cosa mi aspettassi dal libro di Mark Haddon, famoso e super consigliato ovunque, ciò che so è che mi aspettavo qualcosa in più, specialmente sul piano emotivo. E' un libro discreto che racconta l'evoluzione di un ragazzo, Christopher Boone, affetto da sindrome di Asperger, che una notte scopre che il cane della vicina è stato ucciso con un forcone e da quel momento il suo unico obiettivo, il suo chiodo fisso diventa scoprire chi l'ha ucciso. Per una casualità imponderabile, però, scoprire chi ha ucciso il cane per Christopher significherà scoprire cose della sua vita e della sua famiglia che gli erano state nascoste e che genereranno in lui un sovvertimento degli equilibri e un turbamento tali da indurlo a fare quanto di più lontano e intollerabile vi sia per un giovane con la sua malattia: partire. Partire da solo, senza un programma, continuamente a contatto con altre persone, con un numero di informazioni superiore a quanto possa sopportare, costretto a continue decisioni, per Christopher è fonte di una tensione mai provata prima, ma la paura e la voglia di chiudere il cerchio sono un deterrente più che accettabile per questo viaggio basato sull'incertezza. Inutile dire che il finale – l'unica cosa che salverei senza remore – è un'importante lezione di fiducia negli altri, autostima e crescita nel perseguire i propri obiettivi. Ho trovato originali sia la storia sia il modo in cui Haddon – per bocca del ragazzo – l'ha raccontata; tuttavia il tutto non mi ha emozionato quanto avrei supposto… perciò non posso dare un giudizio completamente positivo su questo libro che, peraltro, non si presenta come una lettura di immediata comprensione: il linguaggio e il punto di vista di Christopher, sebbene abbiano il grande pregio di essere molto realistici e di non indorare la pillola, rendono più complessa l'empatizzazione con il personaggio principale, empatizzazione che risulta evidente in Haddon, ma che non necessariamente si trasmette al lettore digiuno della vicenda e delle sue implicazioni. Il risultato è un generale spaesamento che si protrae per troppa parte del romanzo. Originale, sì, ma non del tutto convincente, almeno per me.
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
u

Mi ha colpito molto il tuo giudizioi ha fatto riflettere sul perchè io sia uno di quelli che si sono immersi nel libro ed immedesimanti con Mark.

Forse dipende da quanto ognuno di noi abbia qualche parte di se stesso che si avvicina all'Asperger. Personalmente ho molti tratti "strani" e pertanto ho trovato quasi naturale immedesimarmi in molti atteggiamenti di Mark. Ovviamente i suoi sono ad un livello tale da essere patologici ma la radice di molti suoi comportamenti la ritrovo in me. E così penso accada in tanti lettrici e lettori.

E diciamoci la verità, quanti di noi ancora oggi da adulti a volte si ritrova a camminare solo sulle piastrelle bianche quando c'è una texture a pavimento. Quante volte allunghiamo il passo per non mettere il piede a metà tra due piastrelle di colore diverso?
:D in piccolo siamo tutti un po' Mark
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Mi ha colpito molto il tuo giudizioi ha fatto riflettere sul perchè io sia uno di quelli che si sono immersi nel libro ed immedesimanti con Mark.

Forse dipende da quanto ognuno di noi abbia qualche parte di se stesso che si avvicina all'Asperger. Personalmente ho molti tratti "strani" e pertanto ho trovato quasi naturale immedesimarmi in molti atteggiamenti di Mark. Ovviamente i suoi sono ad un livello tale da essere patologici ma la radice di molti suoi comportamenti la ritrovo in me. E così penso accada in tanti lettrici e lettori.

E diciamoci la verità, quanti di noi ancora oggi da adulti a volte si ritrova a camminare solo sulle piastrelle bianche quando c'è una texture a pavimento. Quante volte allunghiamo il passo per non mettere il piede a metà tra due piastrelle di colore diverso?
:D in piccolo siamo tutti un po' Mark

Fabio, grazie al tuo commento ho riletto il mio e mi sono resa conto che probabilmente non ho sottolineato gli aspetti positivi, forse troppo colpita a caldo da quelli negativi.
Ti do completamente ragione, tanto più che io stessa sono parecchio "strana": mi ricordo le date di qualunque cosa, sono metodica, precisa al limite della paranoia, ho un costante bisogno di sicurezza e - non potendola pretendere dagli altri - programmo qualsiasi cosa, in più sono non vedente quindi ho una mania per l'ordine e divento "quasi" irrascibile se qualcuno tocca o sposta le mie cose (che devono essere tutte al loro posto)... e mille altre piccole cose. Dirò di più: ciò che non mi ha fatto "bocciare" questo libro è stato proprio l'interesse che i tratti dell'Asperger evidenziati dal protagonista mi hanno suscitato, infatti in futuro non escludo di approfondire la questione. Però per convincermi fino in fondo, un libro deve anche emozionarmi e questo, purtroppo, non ci è riuscito. La "negatività" che ho espresso - forse con toni accesi - è dovuta soprattutto a questo e, in modo complementare, allo stile dell'autore che invece di crearmi empatia mi ha messo ansia. Tutto qua.
 

qweedy

Well-known member
Mi è piaciuto tantissimo, mi sono davvero immedesimata nel modo di ragionare estremamente logico di Christopher. Bravo l'autore nel riuscire a farci capire come funziona la mente del ragazzino e ad illuminarci sulla sindrome di Asperger.

Voto 5/5
 

gamine2612

Together for ever
Ho comprato il libro d'occasione ,ne avevo sentito parlare quando uscì quindi l'ho comprato volentieri.
A mio giudizio è carino e mi ha interessato alquanto leggere della particolarità di Christopher, non sapevo fosse "Asperger".
Infatti chi soffre di autismo è molto meno dotato sebbene ci siano forme molto diverse.
Formidabile il cervello matematico di questo ragazzo, come peraltro pazzeschi siano certi suoi limiti.
Ho sorriso in certi passaggi.
Vale la pena di leggerlo.
 
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