Questo è uno di quei libri su cui nutri grandi aspettative per lungo tempo, crogiolandoti nell'attesa di leggerli, salvo poi, a lettura finita, restarne delusa più di quanto sarebbe consentito. Non so bene cosa mi aspettassi dal libro di Mark Haddon, famoso e super consigliato ovunque, ciò che so è che mi aspettavo qualcosa in più, specialmente sul piano emotivo. E' un libro discreto che racconta l'evoluzione di un ragazzo, Christopher Boone, affetto da sindrome di Asperger, che una notte scopre che il cane della vicina è stato ucciso con un forcone e da quel momento il suo unico obiettivo, il suo chiodo fisso diventa scoprire chi l'ha ucciso. Per una casualità imponderabile, però, scoprire chi ha ucciso il cane per Christopher significherà scoprire cose della sua vita e della sua famiglia che gli erano state nascoste e che genereranno in lui un sovvertimento degli equilibri e un turbamento tali da indurlo a fare quanto di più lontano e intollerabile vi sia per un giovane con la sua malattia: partire. Partire da solo, senza un programma, continuamente a contatto con altre persone, con un numero di informazioni superiore a quanto possa sopportare, costretto a continue decisioni, per Christopher è fonte di una tensione mai provata prima, ma la paura e la voglia di chiudere il cerchio sono un deterrente più che accettabile per questo viaggio basato sull'incertezza. Inutile dire che il finale – l'unica cosa che salverei senza remore – è un'importante lezione di fiducia negli altri, autostima e crescita nel perseguire i propri obiettivi. Ho trovato originali sia la storia sia il modo in cui Haddon – per bocca del ragazzo – l'ha raccontata; tuttavia il tutto non mi ha emozionato quanto avrei supposto… perciò non posso dare un giudizio completamente positivo su questo libro che, peraltro, non si presenta come una lettura di immediata comprensione: il linguaggio e il punto di vista di Christopher, sebbene abbiano il grande pregio di essere molto realistici e di non indorare la pillola, rendono più complessa l'empatizzazione con il personaggio principale, empatizzazione che risulta evidente in Haddon, ma che non necessariamente si trasmette al lettore digiuno della vicenda e delle sue implicazioni. Il risultato è un generale spaesamento che si protrae per troppa parte del romanzo. Originale, sì, ma non del tutto convincente, almeno per me.