Hesse, Hermann

(Neige)

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Idolo. Letto tutto in questi mesi. E prima avevo la vergogna di non conoscerlo affatto...
 
M

maredentro78

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Anche per me Hesse è stato il primo autore che abbia mai letto,anch'io intorno ai 16-17 anni,primo romanzo "Narciso e Boccadoro"poi "Il lupo della steppa",Siddharta(meno amato degli altri,sarò impopolare ma sono gusti),Il coraggio di ogni giorno,Demian,Il viandante,Favola d'amore,La natura ci parla,La nevrosi si può vincere,Sull'amore,le stagioni della vita.E' sicuramente l'autore nel quale più mi riconosco in assoluto fin'ora.Per me era un grande scrittore.
 

marko32

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Narciso e Boccadoro

Vissuto in un'atmosfera dominata dall'ascetismo protestante e dal rigore moralistico, subì l'influenza della madre e del nonno, decisivi e importanti per la sua formazione. Dopo gli studi interrotti di teologia, divenne scrittore e si trasferì in Svizzera; qui, dopo la tragica esperienza della prima guerra mondiale, che gli provocò un forte collasso nervoso, si stabilì definitivamente a Montagnola, dove morì nel 1962.
Relazione libro - Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro
 

Cla1985

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Il primo libro che ho letto anni fa di Hesse è stato Siddartha e devo dire che purtroppo mi ha lasciata piuttosto indifferente.. forse erano troppe le mie aspettative ma non mi ha 'colpita' come pensavo o speravo, è comunque uno di quei libri che mi sono ripromessa di rileggere e chissà che non cambi idea..
L'altro libro che ho letto e che invece mi è piaciuto molto fin dalle prime pagine è stato 'Il lupo della steppa'.. Di 'Narciso e Boccadoro' mi hanno detto che è un po' noiosetto (anche se le parole esatte erano altre, io ho edulcorato:mrgreen:) qualcuno che me ne parla bene, così mi decido a leggerlo? :)
 

Apart

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Io ho letto Siddharta e Il lupo della steppa, dunque posso dire la mia opinione soltanto su questi due libri.

In questa parte di Hesse emerge la necessità di una ricerca. Il punto di partenza è una presa di coscienza di una condizione di sofferenza, di disagio, di spaesamento, di infelicità da parte del protagonista. Da questo si sviluppa un percorso - è una sorta di ritorno nel gioco ne Il lupo della steppa, è una sorta di uscita dal giro in Siddharta - che lo porta a rinnovarsi, e poi a liberarsi.

Ne Il lupo della steppa c'è una costante contrapposizione fra anima e corpo, fra natura e uomo. Una contrapposizione che viene compresa e poi superata attraverso la maturazione di un nuovo modo di pensare: l'Io non è più un'unità, Harry ne comprende le mille sfaccettature. A tenerle unite è un ordine creativo (e non più un'identità o personalità), una capacità di tenere le redini del gioco della vita, in grado di ridere di questo e di rinnovarsi continuamente.

In Siddharta c'è una la liberazione totale dell'Io. Siddharta nel suo percorso di formazione prova a vincere l'Io attraverso l’autoimposizione, nell'esperienza ascetica fra i Samsana, e poi attraverso l'abbandono totale alla passione, nell'incontro con Kamala. Ma è soltanto alla fine che Siddharta, forte delle esperienze passate, imparerà a lasciarsi andare con consapevolezza al flusso della vita, ad accogliere il suo Io, senza frustralo come, all’opposto, senza diventarne schiavo. Ecco come la dimenticanza dell'Io porta inevitabilmente alla liberazione.

Ho provato a sintetizzare i messaggi di fondo dei due libri di Hesse, consapevole che il mio rimane sempre un punto di vista riduttivo: un po’ per le difficoltà di comprensione del testo, un po’ perché i due libri in questione si prestano a molte interpretazioni. Non sempre è facile leggere i suoi libri. La scrittura è lenta, non ci sono trame avvincenti, lo scrittore è spesso riflessivo e criptico. Dietro i racconti delle sue vicende si nascondono innumerevoli significati. Lo stesso autore ne Il lupo della steppa avverte la possibilità di un fraintendimento della sua opera.

Ad ogni modo nei suoi libri vi ho trovato sempre qualcosa di grande, di eccezionale. Hesse è capace di spunti interessanti, geniali, ad ogni nuova lettura dei suoi testi si colgono ulteriori significati.

Nei suoi scritti si avverte l’onnipresenza di un aspetto trascendentale, inesauribile. Leggere Hesse significa rinnovarsi, edificarsi. E poi c’è la bellezza della costante ricerca interiore, mai dimentica del valore dell’esperienza e dell’altro, in cui trovano compimento e fusione saggezza occidentale e saggezza orientale.
 
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Apart

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Scrive Hesse, ne Il lupo della steppa:

La serietà, caro mio, è una nota del tempo: nasce, te lo voglio confidare, dal sopravvalutare il tempo. Anch'io una volta stimavo troppo il tempo e desideravo però di arrivare a cent'anni. Ma nell'eternità, vedi, il tempo non esiste; l'eternità è solo un attimo, quanto basta per uno scherzo.

E poi:

E non è detto che la tua vita diventi insulsa e superficiale quando sai che la tua battaglia sarà vana. E' molto più superficiale, Harry, se combatti per un ideale e credi di doverlo anche raggiungere. Gli ideali esistono forse per essere raggiunti? Viviamo forse noi uomini per abolire la morte? No, viviamo per temerla e poi amarla e appunto per amor suo questo nostro po' di vita arde talvolta di luce così bella per qualche istante.

Poi ancora:

Io non parlo mai di musica. Del resto che cosa avrei dovuto rispondere alle sue parole così sagge e giuste? Lei aveva perfettamente ragione in tutto ciò che diceva. Ma, vede, io sono musicante, non sono un erudito, e credo che in musica aver ragione non conti proprio nulla. Nella musica non si tratta di aver ragione, di aver buon gusto e cultura e che so io.
 

Apart

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E infine, sempre ne Il lupo della steppa, questo pezzo straordinario sulla schizofrenia. Tenete conto che è stato scritto nel 1927.

Voi conoscete già l'errato e funesto concetto, secondo il quale l'uomo sarebbe un'unità durevole. Sapete anche che l'uomo è composto di una gran quantità di anime, di moltissime persone. La scissione dell'unità apparente in queste numerose figure è considerata pazzia: per questo la scienza ha coniato il nome schizofrenia. La scienza è nel giusto in quanto naturalmente non si può aver ragione di una pluralità senza una guida, senza un certo ordine o aggruppamento. Ha torto invece credendo che sia possibile soltanto un determinato ordine delle numerose sottopersone, ordine che dovrebbe essere stabilito una volta per sempre ed essere un legame per tutta la vita. Da questo errore della scienza derivano parecchie conseguenze spiacevoli; l'unico valore sta in questo, che i maestri e gli educatori statali vedono la loro opera semplificata e si risparmiano di pensare e di sperimentare. In seguito a quell'errore si considerano normali, anzi preziosi per la società, molti uomini che sono inguaribilmente pazzi, e viceversa si prendono per matti molti altri che sono geni. Perciò noi completiamo la insufficiente psicologia della scienza mediante quel concetto che chiamiamo arte costruttiva. A colui che abbia visto la scissione del proprio io facciamo vedere che può ricomporre i pezzi in qualunque momento e nell'ordine che più gli piace, raggiungendo in tal modo una varietà infinita nel gioco della vita. Come il poeta con un pugno di personaggi crea un dramma, così noi con le figure del nostro io sezionato costruiamo gruppi sempre nuovi con nuovi giochi, nuove tensioni, nuove situazioni.
 

aerialgiuls

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Hermann Hesse.
Uno degli scrittori più profondi, intelligenti, arguti e interessanti che abbia avuto il piacere di leggere. Di lui ho apprezzato vivamente Demian e Siddharta, ma mi sono piaciuti molto anche Narciso e Boccadoro e Peter Camenzind.
Tutti i suoi romanzi hanno un profondo significato, accarezza gentilmente qualunque genere di argomento, dall'amicizia, all'amore, alla ricerca di Dio e all'accettazione per se stessi.
Lo stimo vivamente e credo sia un vero e proprio talento della letteratura tedesca.
 
P

ParallelMind

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Ho letto la storia di vita di questo autore e mi ha colpito molto.
Una storia travagliata con mille sfumature,ultimamente delle sue opere mi stavo dedicando alla lettura di Knulp
 

Bregaz

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Hermann Hesse mi fa impazzire!
Di lui ho letto Siddharta, che ha a dir poco cambiato la mia vita e di vedere la maggior parte delle cose. L'ho trovato scorrevolissimo, quasi rilassante, e l'ho divorato in fretta, rileggendo anche due o tre volte le pagine che più mi emozionavano.
Ho letto anche "Una biblioteca della letteratura universale", non mi ha colpito come Siddharta, ma mi ha lasciato anche lui moooooooolto arricchito! :D
 

Il '56

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Mi sono sempre chiesto dove fosse il valore di Hesse, stentando a trovarlo nella sua prosa pesante. A mio giudizio rimane uno scrittore assai sopravvalutato.
 

Zedka

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Mi sono sempre chiesto dove fosse il valore di Hesse, stentando a trovarlo nella sua prosa pesante. A mio giudizio rimane uno scrittore assai sopravvalutato.

Io credo che Hesse sia un autore difficile da apprezzare, nonostante tutti lo conoscano e tutti abbiano sempre in bocca "Siddharta" e "Narciso e Boccadoro"...due libri che mi hanno dato proprio l'orchite, un odio smisurato per TUTTI i presonaggi di entrambi i libri...veramente l'orticaria ad ogni pagina. Un buonismo a tratti snervante, un'innocenza eccessiva per qualunque realtà, a meno che non si abbiano 4 anni di vita al massimo.

Tuttavia, c'è l'Hesse de "Il lupo della Steppa" e "Storie di Knulp" che invece è di tutt'altra pasta. Nel primo agitato, malfermo, incompleto. Nel secondo, l'esatto opposto ma senza avere le peculiarità di "essere umano perfetto" come nei due libri citati prima. Non so quanto tu abbia letto di Hesse, ma forse dovresti andare oltre gli scritti più famosi e affacciarti a quelli più di nicchia.

Vorrei avventurarmi in Demian, ce l'ho in libreria da anni...ma siccome me ne hanno parlato bene,esattamente come gli altri due, temo non mi piacerà :p
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
A me come autore piace, per ora ho letto solo Siddharta, Emil Kolb e Il miglioratore del mondo, ma sto per aggiungerci Narciso e Boccadoro già letto alle medie ma di cui non ricordo un ciufolo (anzi, ricordo solo la netta sensazione di pesantezza e di noia mentre lo leggevo). La mia è una conoscenza limitata quindi, ma che va ampliata e approfondita assolutamente. Per ora il mio giudizio è positivissimo.
 

Ithildin

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Piaciuti tutto soprattutto il lupo.
Unica cosa Siddharta è gran poco storico rispetto alla figura vera, ma visti i tempi direi che a Herman possiamo perdonarlo :)
 

pitchblack

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Penso che sia uno scrittore superlativo. Il lupo della steppa mi ha lasciato un ottimo ricordo. Dopo la sua lettura a scuola mi chiamavano Der Wolf. E la mia tana era nota a tutti come la Wolfschanze.
 

Spilla

Well-known member
Ho nel mio bagaglio parecchie opere di questo autore: Il gioco delle perle di vetro, Demian, Il lupo della steppa, Siddartha, Klein e Wagner, tanti racconti.
Li ho amati tutti (un po' meno Siddartha, e solo a tratti Il lupo della steppa, a dire il vero).
Eppure non sarei in grado di scrivere commenti. So solo che Hesse mi prende con sé e mi trasporta, parla a qualcosa che dentro di me trova risonanza e smetto di chiedermi se il libro mi piaccia o no, se sia un capolavoro o meno. Semplicemente, nelle sue parole sento l'eco della mia parte più viva e nascosta. Tutto qua.
 

harry.haller

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presentazione

ciao a tutti!
io di hesse ho letto Il lupo della steppa,Narciso e Boccadoro,La cura e Siddharta.
Ovviamente il suo libro migliore,e mi sembra un parere ampiamente condiviso in questo topic,è il lupo della steppa.
E' un grandissimo libro,un bellissimo ritratto dell'animo umano,molto somigliante allo stile della generazione perduta,ma
ovviamente con le sue differenze,tipiche dello stile di Hesse.
Hesse riesce a indagare profondamente sull'animo umano descrivendone a pieno i suoi sentimenti e le sue sensazioni,cosa che secondo me nessun altro riesce a fare.
Narciso e Boccadoro è forse superiore a Il lupo della steppa sotto il punto di vista dello stile ma leggermente inferiore come romanzo,data la non altrettanto vastità di argomenti.
Siddharta è il suo libro più sopravvalutato è anche se è un buon romanzo non è ai livelli dei primi due.
La cura è un romanzetto da nulla ma ovviamente piacevole.
Raccomando profondamente i primi due a chi non li avesse ancora letti e ringrazio per l'attenzione.
haller
 
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