Cossè, Laurence - La libreria del buon romanzo

malafi

Well-known member
Un'idea originale: due appassionati di letteratura aprono una libreria "diversa". Una libreria che ospita solo "buoni" libri. Libri scritti con l'anima. Libri scritti non per l'editore e per vendere tanto, ma per esprimere se stessi ed i propri sentimenti. Libri che siano costati fatica a chi li ha scritti. Non i libri promossi dagli editori che fanno vendere quello che vogliono, ma libri "dimenticati" dagli editori.
E chi può essere così presuntuoso da scegliere questi libri? Un comitato di scrittori: scrittori che non si conoscono tra di loro e le cui identità vengono tenute segrete al pubblico.
L'idea è vincente, ma suscita invidie e genera inimicizie e concorrenza sleale. Inimicizie che ben presto sfociano nell'intimidazione fisica.
E' un giallo, o meglio, lo sembra all'inizio, ma ben presto si capisce che la trama è solo la scusa per raccontare questa originalissima esperienza.

Che bel libro!
Mi sono quasi meravigliato di non averlo trovato già recensito.
L'idea non può non intrigare un appassionato di lettura: è stata inventata la libreria ideale, quella che vende solo buoni libri e dove il libraio è in grado di suggerirti sempre il libro giusto.
Al di là della storia, che in sè è anche avvincente, durante tutta la lettura ti accompagna un sentimento di ammirazione e compiacimento verso questi librai che hanno creato un gioiellino ed una profonda irritazione e senso di ingiustizia verso chi li osteggia.
E' un libro che ti fa sentire un "buon" lettore che ha finalmente trovato un "buon" libro.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
L'ho comprato da poco e,se riesco,inizio a leggerlo stasera.
L'unico dubbio è che non amo molto i gialli,però la trama mi ha attirata parecchio,quindi spero che non mi deluda e che sia davvero un "buon romanzo" :wink:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Alla fine la parte di giallo non è stata fastidiosa,anzi ha creato la curiosità necessaria per proseguire nella lettura,che scorre piacevolmente (tranne che per rari tratti in cui si blocca un po').
L'idea che ha fatto nascere questo romanzo,cioè quella di vendere in una libreria solo "buoni romanzi",secondo me,non è criticabile e assimilabile ad una censura preventiva,come succede invece nel corso della narrazione,da parte di chi si oppone a tale scelta.Il senso è legato a romanzi che siano stati scritti per il piacere di farlo e non solo per vendere parecchie copie.Ovviamente,attraverso il comitato che effettua la selezione,ci potrà essere il rischio di lasciare fuori alcuni buoni libri,che sono stati venduti parecchio e,nello stesso tempo,sono anche validi.
Ma in realtà chi non è favorevole,lo è solo perchè non sono presenti i propri libri e non credo si preoccupi più di tanto della libertà di scelta che un lettore dovrebbe trovare all'interno di una libreria.
Non so se sia già stata messa in pratica da qualche libraio,ma sarei curiosa di scoprirlo per rendermi conto se è davvero realizzabile.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Francesca,della quale avevo indovinato il destinatario del suo amore e ho apprezzato il ruolo di donna forte all'apparenza,ma fragile dentro.

<< Vogliamo libri scritti per noi che dubitiamo di tutto,che piangiamo per un niente,che sobbalziamo per ogni minimo rumore alle spalle.
Vogliamo libri che al loro autore siano costati molto,libri in cui si siano depositati i suoi anni di lavoro,il suo mal di schiena,i suoi punti morti,qualche volta il suo panico all'idea di perdersi,il suo scoraggiamento,il suo coraggio,la sua angoscia,la sua tenacia,il rischio che si è assunto di sbagliare.
Vogliamo libri splendidi che ci tuffino nello splendore del reale e lì ci tengano avvinti;libri che ci provino come l'amore sia all'opera nel mondo accanto al male e totalmente contro di lui,anche se talvolta non si capisce,e che lo sia sempre,tanto quanto il dolore lacererà sempre i nostri cuori.Vogliamo buoni romanzi.
Vogliamo libri che non ignorino niente della tragedia umana,niente delle meraviglie quotidiane,libri che ci facciano tornare l'aria nei polmoni >>
 

Kriss

blonde member
Appena terminato.
Scorrevole nella parte iniziale, ti fa sentire veramente i sentimenti e le paure provate dai protagonisti che intraprendono questa avventura: l’apertura di una nuova libreria, un po’ particolare, che vende solo “buoni romanzi”. I personaggi sono ben delineati e descritti, anch’io fra tutti ho parteggiato per Francesca la bellissima donna triste, ma… c’è un ma. Mi sembra che la storia, dopo un inizio intrigante anziché decollare cada in picchiata. In certe parti ho creduto fosse un navigatore satellitare su carta, continui riferimenti alle vie, che fanno angolo con altre vie, quartieri, arrondissement (siamo a Parigi), ammetto di aver accelerato un po’ la lettura saltando qualche periodo :D Non mi sento di consigliarlo. :??
 

Athana Lindia

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Un'idea originale: due appassionati di letteratura aprono una libreria "diversa". Una libreria che ospita solo "buoni" libri. Libri scritti con l'anima. Libri scritti non per l'editore e per vendere tanto, ma per esprimere se stessi ed i propri sentimenti. Libri che siano costati fatica a chi li ha scritti. Non i libri promossi dagli editori che fanno vendere quello che vogliono, ma libri "dimenticati" dagli editori.
E chi può essere così presuntuoso da scegliere questi libri? Un comitato di scrittori: scrittori che non si conoscono tra di loro e le cui identità vengono tenute segrete al pubblico.
L'idea è vincente, ma suscita invidie e genera inimicizie e concorrenza sleale. Inimicizie che ben presto sfociano nell'intimidazione fisica.
E' un giallo, o meglio, lo sembra all'inizio, ma ben presto si capisce che la trama è solo la scusa per raccontare questa originalissima esperienza.

da quel che leggo, potrebbe piacermi. messo in wishlist.
 

Bacci

New member
"La libreria del buon romanzo". La trama di questo libro di Laurence Cossé è riassumibile in poche parole: due appassionati di letteratura decidono di aprire una libreria dove si vendono solo capolavri letterari, o comunque libri scritti bene, senza considerare nel catalogo alcun prodotto commerciale di quelli che vanno per la maggiore. Non a tutti questa idea farà piacere, e troveranno molti ostacoli sulla loro strada. Lo spunto è interessante, ma non basta e purtroppo lascia l'amaro in bocca. Le 400 pagine del romanzo offrono uno spaccato poco accattivante del microcosmo che ruota intorno a questa libreria parigina, i personaggi sono macchiette piuttosto bidimensionali, ogni volta che raccontano il loro passato non si riesce a prendere sul serio le loro esperienze che invece vorrebbero essere drammatiche. Ci sono molti temi appena sfiorati: le critiche ai gusti pecorecci del pubblico, al commercio librario e ai suoi meccanismi poco meritocrarici ma solo legati allo spettacolo e al marketing, credo siano state rese nel modo più soft possibile, e non lasciano alcun segno. Poi c'è l'intreccio giallo, costruito sulle minacce ricevute dai componenti del gruppo "del buon romanzo", che non appassiona e scoppia come una bolla di sapone, senza alcuna suspense e leggero come l'aria. I personaggi sono solo dei nomi indistinguibili e intercambiabili, quelli meno citati alla loro riapparsa dopo cento pagine non sono nulla se non un nome e un cognome scritti su carta. le loro peculiarità descritte nel libro non lasciano il segno. C'è anche una storia d'amore (più una celata), che definirei inutile e stucchevole, per il modo in cui si svolge, per gli sviluppi, e non per ultimo per la scelta discutibile di nascondere l'identita della voce narrante fino alla fine, ma senza che se ne capisca in alcun modo l'utilità. L'ultimo aspetto, che anche poteva essere interessante - quello del parlare dei buoni romanzi, all'interno del libro - viene banalizzato e si traduce talvolta in una semplice lista di libri meritevoli secondo l'autrice, in contrapposizione ad altri da evitare (per lo più citando a casaccio nomi di scrittori molto famosi, come per andare in controtendenza rispetto alle masse), senza alcun approfondimento.
In sintesì, l'idea di base mi pare tuttora molto stimolante, ma sviluppata in modo non adeguato, tanto che credo di poter dire che anche mettendo tutta la propria passione per la lettura per qualche ora al servizio di questo libro, speranzosi di essere accolti in un mondo costruito intorno a ciò che ci appassiona, si verrà ricambiati proprio in minima parte da un presunto amore per la buona letteratura, di cui si parla nel libro fino allo sfinimento, ma che a conti fatti non c'è.
 
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Des Esseintes

Balivo di Averoigne
"La libreria del buon romanzo". La trama di questo libro di Laurence Cossé è riassumibile in poche parole: due appassionati di letteratura decidono di aprire una libreria dove si vendono solo capolavri letterari, o comunque libri scritti bene, senza considerare nel catalogo alcun prodotto commerciale di quelli che vanno per la maggiore. Non a tutti questa idea farà piacere, e troveranno molti ostacoli sulla loro strada. Lo spunto è interessante, ma non basta e purtroppo lascia l'amaro in bocca. Le 400 pagine del romanzo offrono uno spaccato poco accattivante del microcosmo che ruota intorno a questa libreria parigina, i personaggi sono macchiette piuttosto bidimensionali, ogni volta che raccontano il loro passato non si riesce a prendere sul serio le loro esperienze che invece vorrebbero essere drammatiche. Ci sono molti temi appena sfiorati: le critiche ai gusti pecorecci del pubblico, al commercio librario e ai suoi meccanismi poco meritocrarici ma solo legati allo spettacolo e al marketing, credo siano state rese nel modo più soft possibile, e non lasciano alcun segno. Poi c'è l'intreccio giallo, costruito sulle minacce ricevute dai componenti del gruppo "del buon romanzo", che non appassiona e scoppia come una bolla di sapone, senza alcuna suspense e leggero come l'aria. I personaggi sono solo dei nomi indistinguibili e intercambiabili, quelli meno citati alla loro riapparsa dopo cento pagine non sono nulla se non un nome e un cognome scritti su carta. le loro peculiarità descritte nel libro non lasciano il segno. C'è anche una storia d'amore (più una celata), che definirei inutile e stucchevole, per il modo in cui si svolge, per gli sviluppi, e non per ultimo per la scelta discutibile della scelta di nascondere l'identita della voce narrante fino alla fine, ma senza che se ne capisca in alcun modo l'utilità. L'ultimo aspetto, che anche poteva essere interessante - quello del parlare dei buoni romanzi, all'interno del libro - viene banalizzato e si traduce talvolta in una semplice lista di libri meritevoli secondo l'autrice, in contrapposizione ad altri da evitare (per lo più citando a casaccio nomi di scrittori molto famosi, come per andare in controtendenza rispetto alle masse), senza alcun approfondimento.
In sintesì, l'idea di base mi pare tuttora molto stimolante, ma sviluppata in modo non adeguato, tanto che credo di poter dire che anche mettendo tutta la propria passione per la lettura per qualche ora al servizio di questo libro, speranzosi di essere accolti in un mondo costruito intorno a ciò che ci appassiona, si verrà ricambiati proprio in minima parte da un presunto amore per la buona letteratura, di cui si parla nel libro fino allo sfinimento, ma che a conti fatti non c'è.

Ecco, quello che NON avrei voluto leggere!!! Mi pare di capire che latiti proprio sugli aspetti che io pensavo preminenti!!! :(
Già un'altra persona, di cui mi fido molto, m'ha detto la stessa identica cosa! :(
Mi sa che ho sbagliato l'acquisto! Di questi contemporanei c'è poco da fidarsi, poche storie... Poi ci viene somministrata pure una storia d'amore :(
Onestamente già il fatto che fosse un autore francese, per di più donna, non mi faceva stare tranquillo.. :mrgreen:
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Guarda sono rimaso molto deluso anche io per gli stessi motivi... :-(

Avevo saggiato il romanzo leggendo brani a caso e ne ho trovato uno che mi aveva fatto pensare male; ho il libro davanti, è quello in cui si ragiona su cosa mettere sui tavoli, dove andrebbero collocate le novità che loro non hanno. Decidono di metterci i loro libri favoriti. Finito il discorso diretto, il periodo successivo fa così:

"Van trasmise le ordinazioni agli editori. Arrivarono i libri. Ogni pacco faceva a Francesca l'effetto di un regalo. I sei mesi che precedevano l'apertura della libreria, ecc..".

Ma come, chiunque di noi, amante dei libri, sa, che il momento più emozionante, quando arriva un pacco da IBS, Amazon o eBay, è il momento in cui si apre, in cui ci viene rivelato il tesoro tanto agognato!!!! :D

E questa che fa? gli dedica 2 righe! Dico 2!!!! Ma il famoso "Show, don't tell" questa non lo conosce? Dovrebbe essere il punto focale del romanzo e sull'apertura dei pacchi avrebbe dovuto imbastire un capitolo intero!!!! :) Questa si chiama poca comprensione del materiale che si sta trattando! :(

(e questo è anche il motivo per cui non ho ancora avuto il coraggio di iniziarlo) :)
 

Bacci

New member
Avevo saggiato il romanzo leggendo brani a caso e ne ho trovato uno che mi aveva fatto pensare male; ho il libro davanti, è quello in cui si ragiona su cosa mettere sui tavoli, dove andrebbero collocate le novità che loro non hanno. Decidono di metterci i loro libri favoriti. Finito il discorso diretto, il periodo successivo fa così:

"Van trasmise le ordinazioni agli editori. Arrivarono i libri. Ogni pacco faceva a Francesca l'effetto di un regalo. I sei mesi che precedevano l'apertura della libreria, ecc..".

Ma come, chiunque di noi, amante dei libri, sa, che il momento più emozionante, quando arriva un pacco da IBS, Amazon o eBay, è il momento in cui si apre, in cui ci viene rivelato il tesoro tanto agognato!!!! :D

E questa che fa? gli dedica 2 righe! Dico 2!!!! Ma il famoso "Show, don't tell" questa non lo conosce? Dovrebbe essere il punto focale del romanzo e sull'apertura dei pacchi avrebbe dovuto imbastire un capitolo intero!!!! :) Questa si chiama poca comprensione del materiale che si sta trattando! :(

(e questo è anche il motivo per cui non ho ancora avuto il coraggio di iniziarlo) :)

Già... senza contare i criteri di selezione per i libri che avrebbero dovuto scegliere di vendere... Sembrava parlassero di mattoni o di pentole, giuro. E qui l'effetto è ancora peggiore perché a questi criteri dedica pagine e pagine...
 
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