Letteratura quale testimonianza

lillo

Remember
Ho seguito la discussione sul libro “il diario di Anna Frank” e mi sono posto la domanda se la letteratura debba avere solo e sempre un valore artistico oppure vi siano scritti (non opere) che pur non riconoscendoli come arte abbiano un valore diverso, di testimonianza.
Posto due esempi, secondo me significativi, di letteratura quale testimonianza: il primo è il canto del popolo yiddish messo a morte ed un esempio delle lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana.




Canto del popolo yiddish messo a morte di Itzak Katzenelson
Dietro il vetro della finestra ho visto i picchiatori, Dio.
Scrutavo i picchiatori e scrutavo i battuti,
mi torcevo le mani per l'infamia, infamia e derisione atroce,
massacravano yidn, i miei yidn per mezzo di altri yidn.”


Lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana
Franco Balbis di anni 32 - uffìciale in Servizio Permanente Effettivo - nato a Torino il 16 ottobre 1911 - Capitano di Artiglieria in Servizio di Stato Maggiore, combattente a Ain El Gazala, El Alamein ed in Croazia, decorato di Medaglia d'Argento, di Medaglia di Bronzo e di Croce di Guerra di 1a Classe - all'indomani dell'8 settembre 1943 entra nel movimento clandestino di Torino - è designato a far parte del 1° Comitato Militare Regionale Piemontese con compiti organizzativi e di collegamento -. Arrestato il 31 marzo I944, da elementi della Federazione dei Fasci Repubblicani di Torino, mentre partecipa ad una riunione del CMRP nella sacrestia di San Giovanni in Torino -. Processato nei giorni 2-3 aprile 1944, insieme ai membri del CMRP, dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato -. Fucilato il 5 aprile 1944 al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino, da plotone di militi della GNR, con Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Bracciní, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano e Giuseppe Perotti -. Medaglia d'Oro e Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Torino, 5 aprile 1944
La Divina Provvidenza non ha concesso che io offrissi all'Italia sui campi d'Africa quella vita che ho dedicato alla Patria il giorno in cui vestii per la prima volta il grigioverde. Iddio mi permette oggi di dare l'olocausto supremo di tutto me stesso all'Italia nostra ed io ne sono lieto, orgoglioso e felice! Possa il mio sangue servire per ricostruire l'unità italiana e per riportare la nostra Terra ad essere onorata e stimata nel mondo intero. Lascio nello strazio e nella tragedia dell'ora presente i miei Genitori, da cui ho imparato come si vive, si combatte e si muore; li raccomando alla bontà di tutti quelli che in terra mi hanno voluto bene. Desidero che vengano annualmente celebrate, in una chiesa delle colline torinesi due messe: una il 4 dicembre anniversario della battaglia di Ain el Gazala; l'altra il 9 novembre, anniversario della battaglia di El Alamein; e siano dedicate e celebrate per tutti i miei Compagni d'armi, che in terra d'Africa hanno dato la vita per la nostra indimenticabile Italia. Prego i miei di non voler portare il lutto per la mia morte; quando si è dato un figlio alla Patria, comunque esso venga offerto, non lo si deve ricordare col segno della sventura. Con la coscienza sicura d'aver sempre voluto servire il mio Paese con lealtà e con onore, mi presento davanti al plotone d'esecuzione col cuore assolutamente tranquillo e a testa alta.
Possa il mio grido di "Viva l'Italia libera" sovrastare e smorzare il crepítio dei moschetti che mi daranno la morte; per il bene e per l'avvenire della nostra Patria e della nostra Bandiera, per le quali muoio felice!
Franco Balbis
 

Dory

Reef Member
Concordo assolutamente con te lillo.

Alcuni ritengono che le opere non d'arte non siano degne di essere prese in considerazione, che il bello risiede rigorosamente nelle opere d'arte. Ma le opere non d'arte possono avere ugualmente il loro valore e la loro importanza, e anche la loro bellezza.
Guarda caso proprio la settimana scorsa leggevo un libro sul grande Marcel Duchamp che nella sua vita artistica ha esplorato proprio questo concetto della funzione della "non-arte", sviluppando poi quello di arte concettuale, "non retinica", come la chiamava lui.

"Si definisce arte concettuale qualunque espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse siano più importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa" [Definizione da wikipedia]

"La pittura non dovrebbe essere solamente retinica o visiva; dovrebbe aver a che fare con la materia grigia della nostra comprensione invece di essere puramente visiva [...] Per approccio retinico intendo il piacere estetico che dipende quasi esclusivamente dalla sensibilità della retina senza alcuna interpretazione ausiliaria." [Marcel Duchamp]

Lo stesso secondo me può essere esteso a tutte le arti.
Non solo ciò che è perfetto dal punto di vista sintattico-stilistico, se ci riferiamo ad esempio alla scrittura, è bello ed è arte; esiste arte anche laddove le idee e i concetti espressi sono talmente forti da rendere la struttura formale dell'opera poco significativa.
 
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isola74

Lonely member
Alcune lettere dei condannati a morte della Resistenza mi hanno fatto venire le lacrime agli occhi...

Sono d'accordo anch'io: il valore di uno scritto (in senso lato) può essere molteplice, e la testimonianza non è certo un valore inferiore, anzi....
 

skitty

Cat Member
Concordo in pieno!
Si può godere della bellezza di un concetto, o del contenuto di un pensiero, anche se la forma non è esteticamente e poeticamente perfetta! :)
 

SALLY

New member
Sono d'accordo anch'io,anche se un'opera di testimonianza non è esteticamente perfetta ha,però,il valore della memoria,và dritta al cuore,è una cosa diversa,ma non inferiore.
 

Mizar

Alfaheimr
Ho seguito la discussione sul libro “il diario di Anna Frank” e mi sono posto la domanda se la letteratura debba avere solo e sempre un valore artistico oppure vi siano scritti (non opere) che pur non riconoscendoli come arte abbiano un valore diverso, di testimonianza.

A mio parere la letteratura è sempre testimonianza.
Una testimonianza può essere letteratura.

esiste arte anche laddove le idee e i concetti espressi sono talmente forti da rendere la struttura formale dell'opera poco significativa.
Concordo :sbav:
 

asiul

New member
Lo stesso secondo me può essere esteso a tutte le arti.
Non solo ciò che è perfetto dal punto di vista sintattico-stilistico, se ci riferiamo ad esempio alla scrittura, è bello ed è arte; esiste arte anche laddove le idee e i concetti espressi sono talmente forti da rendere la struttura formale dell'opera poco significativa.

Sarà, ma non mi trovi d'accordo. Per me deve comunque avere una buona struttura formale o non provo alcun piacere... :?

Trovo vero il contrario.A volte la struttura formale è talmente bella da far diventare arte qualcosa di poco significativo.
 

Mizar

Alfaheimr
Sarà, ma non mi trovi d'accordo. Per me deve comunque avere una buona struttura formale o non provo alcun piacere... :?

Trovo vero il contrario.A volte la struttura formale è talmente bella da far diventare arte qualcosa di poco significativo.
E concordo anche qui.

E' una contraddizione in termini, tra l'altro. Se i concetti espressi sono talmente forti allora si parla non solo di concetti "puri" ..ma di concetti espressi, espressi pel tramite di una forma. Ed allora, la forma sarà sempre veicolo; e sarà sempre rilevante.
 

Dory

Reef Member
Rispondo a Luisa e Mizar.
Anch'io penso che sia vero anche il contrario, cioè che scritto meravigliosamente anche un concetto banale può essere arte.
Ma a me ha colpito molto tutta la ricerca di Duchamp che ha portato alla definizione di arte concettuale, mi riconosco molto in questo concetto d'arte e mi piace estendenderlo, come ho già detto, anche alla scrittura e alla musica.

Duchamp cerca di allontanarsi dalla pittura "retinica" cioè quella basata solo sulla perfezione dello stile formale, per cui è solo ciò che si vede con gli occhi che conta e fa arte, per sviluppare una forma espressiva che colpisca la mente, che vada al di là del puro piacere visivo. Questo è quello che cerco anch'io nella musica e nella letteratura, qualcosa che vada al di là della pura capacità compositiva e di scrittura.
I libri di testimonianza ne sono un esempio.

Certo è che, se le due cose si congiungono, lì ci troviamo di fronte a qualcosa di una bellezza incommensurabile. Pensiamo ad esempio ad una delle testimonianze più famose di una persona che per sua formazione non aveva nulla a che fare con la letteratura, che è riconosciuta come un capolavoro assoluto: Se questo è un uomo del grandissimo Primo Levi.
 

asiul

New member
E concordo anche qui.

E' una contraddizione in termini, tra l'altro. Se i concetti espressi sono talmente forti allora si parla non solo di concetti "puri" ..ma di concetti espressi, espressi pel tramite di una forma. Ed allora, la forma sarà sempre veicolo; e sarà sempre rilevante.

Infatti!Se non c'è forma di cosa stiamo parlando? Noi percepiamo tutto attraverso la sua forma e se quello che vediamo per noi ( anche se per me l'arte è una soltanto) è arte, ne stiamo apprezzando il contenuto attraverso la sua "forma".

Es. (così riapriamo un po' di polemica ché io son cattivella :cool:) la forma del Diario di Anna Frank non mi piace, ma il contenuto ha un significato rilevante. Beh!Per me in questo caso non siamo in presenza d'arte, ma solo di una testimonianza forte (meritevole, ma non artistica).
Mentre i Quaderni dal carcere di A. Gramsci, scritti benissimo, sono un'opera, anche, in parte, d'arte.
Sia chiaro che sto parlando di forma e non di contenuto.
 
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lillo

Remember
Infatti!Se non c'è forma di cosa stiamo parlando? Noi percepiamo tutto attraverso la sua forma e se quello che vediamo per noi ( anche se per me l'arte è una soltanto) è arte, ne stiamo apprezzando il contenuto attraverso la sua "forma".

Es. (così riapriamo un po' di polemica ché io son cattivella :cool:) la forma del Diario di Anna Frank non mi piace, ma il contenuto ha un significato rilevante. Beh!Per me in questo caso non siamo in presenza d'arte, ma solo di una testimonianza forte (meritevole, ma non artistica).
Mentre i Quaderni dal carcere di A. Gramsci, scritti benissimo, sono un'opera, anche, in parte, d'arte.
Sia chiaro che sto parlando di forma e non di contenuto.
Concordo con te, non ho mai parlato di arte postando i due esempi. In parte concordo anche sulla tua riflessione su I Quaderni del Carcere.
In parte in quanto personalmente ne apprezzo soprattutto il il contenuto.... ma questo è piuttosto un fatto di identità culturale e politica.
Vi chiedo: avete esempi di scritti da postare in cui il contenuto - la testimonianza - sia l'elemento principale, in grado di stimolare riflessioni e perchè no sentimenti?
 

Dory

Reef Member
Alcuni libri di testimonianza ne sono un esempio.
Ma anche alcuni libri non-di testimonianza lo sono.

Sì, sì, hai ragione, alcuni possono certamente esserlo altri no.
Come pure un libro scritto da un bambino può essere un'opera d'arte, perché no?

Aggiungo solo questo per rispondere a Luisa, altrimenti vado troppo OT perché mi sono resa conto che il mio discorso stava andando fuori dall'argomento della discussione e da ciò che intendeva Lillo.
Bestie senza patria sembra una testimonianza ma lo è solo in parte. L'autore è uno scrittore nigeriano laureato ad Harvard in letterature americane e inglesi. Il linguaggio utilizzato è un'inglese sgrammaticato proprio per dare realtà e corpo al racconto, e un'immensa umanità. Tutta la storia è il risultato di lunghe ricerche da lui condotte per la sua tesi di laurea.
Io trovo questo libro una vera opera d'arte proprio perché riesce a raggiungere delle vette di pura poesia utilizzando un linguaggio pieno di errori grammaticali e sintattici.
 
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