Scoperte, invenzioni e loro storie...

asiul

New member
Ho aperto questo thread leggendo un bellissimo post del solito e ineguagliabile Zefiro. :ad: :mrgreen:

Mi piacerebbe inserire in questo spazio le storie delle invenzioni e dei loro scopritori che hanno cambiato il mondo o più semplicemente modificato la nostra quotidianità.

Storie come questa che vi riporto:

la palla e la pozzanghera...

Uno degli aspetti che tipicamente caratterizzano i geni, oppure persone che geni non sono, ma che in alcuni frangenti sono capaci di geniali impennate della mente, è la capacità di guardare in modo diverso pezzi di realtà usuali, quotidiani e normalissimi, ovvero, di guardarli aprendosi a lampi di connessioni con altro assolutamente inconsueti e non ovvi.

Come storiellina del giorno oggi raccontiamo la vicenda di Laszlo e della sua personalissima guerra contro le macchie, che credo sia un buon esempio di queste singolarissime connessioni tra qualcosa e qualcos’altro di non immediata derivabilità di cui è capace la mente umana. Mostrandoci altresì quanto sia importante “saper guardare”.

Laszlo era un giornalista ed editore ungherese che aveva due problemi: primo, si trovava tremendamente scomodo a scrivere con le stilografiche specialmente quando doveva scrivere all’impiedi; secondo, era oltremodo seccato del tempo d’attesa necessario per far asciugare l’inchiostro allo scopo di evitare le macchie sulla pagina scritta che aveva evidentemente in orrore e lo irritavano parecchio.

Si narra che un bel dì, dopo un violento temporale, fosse uscito a passeggio crucciato come sempre, immaginiamo, dagli antipaticissimi effetti macchiaioli della stilo sul foglio dell’ultimo articolo che aveva scritto, quando si soffermò sopra pensiero a guardare dei bambini che giocavano a palla in strada complice il sole che aveva appena fatto capolino.

La palla calciata da un bimbo finì in una pozzanghera di pioggia e continuò la sua traiettoria lasciando in terra, rotolando, una scia fangosa, umida e bagnata. Fu qui che Laszlo ebbe all’improvviso l’idea di riempire un tubicino di inchiostro che alimentasse per gravità e con continuità una piccola sfera posta alla sua estremità.

Laszlo di cognome faceva Biro, ed è così che nacque, secondo quando da lui stesso raccontato, la penna a sfera, detta appunto “penna biro”.
 
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Nerst

enjoy member
La nitroglicerina

Lo scopritore della nitroglicerina fu Ascanio Sobrero, che nel 1847 in Italia ripeté l'esperimento della sintesi di nitrocellulosa (che era stato effettuato nel 1845 dal chimico tedesco Christian Friedrich Schönbein), con la variante dell'aggiunta della glicerina.
Sobrero mise due gocce in una provetta e la riscaldò, ma la piccola esplosione che ne scaturì durante l'esperimento danneggiò il laboratorio, così decise di interrompere gli esperimenti e non volle più saperne. In seguito questa mistura prese il nome di nitroglicerina, altrimenti detta trinitrina.

Sobrero, per esibire agli altri scienziati la consistenza della nitroglicerina, ne poneva una goccia su di un'incudine e la batteva con un martello, mostrando che questo, per lo scoppio, veniva lanciato via.

Nel 1867, Alfred Nobel scoperto che la nitroglicerina miscelata con la farina fossile avrebbe trasformato il liquido in una pasta che poteva essere plasmata in canne di dimensioni e forma idonea per l'inserimento nei fori di perforazione. Nel 1867 ha brevettato il materiale sotto il nome di dinamite.

Ma come al solito alcune menti hanno sfruttato tale scoperta per vili fini, di fatto la nitroglicerina è stata utilizzata in usi bellici, nelle cave, per demolizioni, e altro di consimile.

Oggi la nitroglicerina trova impiego in medicina come antianginoso. Possiede attività vasodilatante a livello venoso (basse concentrazioni) e a livello arterioso (elevate concentrazioni).

Ascanio Sobrero
http://www.earmi.it/varie/img/sobrero.gif
Alfred Nobel
http://www.cuore-sano.it/public/new/local/cache-vignettes/L122xH150/nobel-4e882.jpg
 

asiul

New member
Lampo di genio...

La signora Judson, donna molto tranquilla e di poche pretese :)paura:); si lagnava continuamente con il suo maritino…: “Uffa, sono stufa di rovinarmi le dita coi gancetti del busto e di spezzarmi le unghie coi bottoncini degli stivaletti; tu che passi il tempo ad inventare cose stupidissime come freni per locomotive, perché non progetti invece qualcosa di veramente utile per chiudere scarpe e guepiére, eh?”.

E come tutti i consorti, per non dover sentire ancora le lamentele della adorabile mogliettina , il signor Whitcomb Judson, l’ingegnere Judson!... nel 1896 ( più propriamente a Chicago un 29 agosto) brevettò la “chiusura di sicurezza separabile“.
Doppia catena metallica con incorporati ganci e occhielli, chiudibili tramite lo scorrere di una levetta verso l’alto.

Ovviamente il primo modello non era molto comodo e spesso si inceppava, ma durò abbastanza , fino a quando, forse anche in questo caso per le amorevoli richieste di un’altra moglie :)mrgreen:), un certo Gideon Sundback, nel 1906 la modificò sostituendo ganci ed occhielli con dentini metallici a file alternate e flessibili.

Questa magnifica invenzione, venne impiegata per la chiusura delle divise e attrezzature militari (1917) ed in seguito per chiudere le sovrascarpe ( opera della fabbrica B.F.Goodrich Co.).
Noi tutti la conosciamo come Zip, ma questo nome lo si deve al sarto newyorkese R.Ewing che la usò per chiudere un suo modello di giacca a vento, dandole (alla lampo) il soprannome di “zipper”.

Il vero successo fu raggiunto nel 1920, quando il prossimo re Edoardo VIII, allora ancora principe di Galles, chiese ai sarti di cucire la lampo sui suoi pantaloni. Fu così che i famosi Savile Row produssero il primo modello di pantalone con zip.

Noi donne, invece dobbiamo ringraziare il sarto parigino Lanvin per aver utilizzato la zip nei suoi vestiti e gonne.:ad:

Da allora molteplici forono gli usi della lampo…

Borse per il tabacco (1925) e perfino in Medicina, dove sembra che un chirurgo del Maryland , Harlan Stone, la usasse per richiudere i suoi pazienti al fine di aprirli e richiuderli dopo ogni intervento, ma in questo ultimo caso nessuno visse abbastanza da poterci narrare il suo entusiasmo per la bella trovata del nuovo dottor “Hyde”…:OO

Ci furono anche opinioni contrarie a tale invenzione…

Una, quella del famoso scrittore Huxley che nel 1932 vedeva nella zip una metafora del mondo artificiale di quella “ sessualità facile e meccanizzata“.

Stessa considerazione ebbero i moralisti considerandola oggetto feticista-erotico.:sbav:

Medici ne denunciarono la pericolosità. Molti dei loro pazienti restarono vittime di raccapriccianti incidenti. Vi lascio immaginare quali parti restarono intrappolate tra i dentini delle chiusure.
Non vi siete chiesti come mai ci fossero delle strisce di tessuto a separare le parti intime dalla lampo?:mrgreen:

Con l’avvento della plastica, molti incidenti si risolsero.

[dal web]
 
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Shoofly

Señora Memebr
Il mascara

La vera origine del mascara è difficile da definire, perché è in corso una piccola diatriba sulla paternità del prodotto.
Il nome Mascara pare tragga origine dall’omonima città dell’Algeria, famosa per le ciglia straordinariamente lunghe delle sue abitanti.



<< La nascita del mascara ha un sapore sentimentale. A differenza di altri prodotti, il mascara non è stato inventato per finalità commerciali, bensì per una motivazione di stampo emotivo.

Era il 1913 quando il chimico Thomas L. Williams si dedicò alla ricerca di un artificio per valorizzare lo sguardo di sua sorella Mabel e aiutarla a riconquistare il fidanzato. :mrgreen:

Il suo impegno portò ad una gelatina composta da polvere di carbone kohl e vaselina da spalmare sulle ciglia con l’ausilio delle dita o di un pennello improvvisato; non era contenuto in un tubetto, ma organizzato in pani sovrapposti da cui attingere la mistura.

Il risultato sorprendente e la soddisfazione della sorella lo spinsero a portare avanti la sperimentazione e ad iniziare una piccola vendita di casa in casa, di signora in signora, anche al fine di testarne le caratteristiche e migliorarne la qualità.

In breve fondò una compagnia a cui diede il nome di Maybelline, dalla crasi tra Mabel e vaselina, e avviò una rete di vendita presso i negozi e per corrispondenza destinata a riscuotere sempre maggior successo, fino ad arrivare ai nostri giorni sulla scia di un costante ed ampio successo.

Per mettere le mani su una delle confezioni a cui le donne moderne sono abituate, il gentil sesso ha dovuto attendere fino al 1957, quando un altro marchio di grido dell’attuale panorama cosmetico – Helena Rubinstein – introdusse sul mercato il tubetto con lo spazzolino.

Un immenso passo in avanti per il trucco, perché nella sua nuova veste il mascara non era più relegato all’utilizzo casalingo per via della laboriosa applicazione, bensì poteva essere portato in borsa e utilizzato in qualsiasi momento, con la massima praticità.>>

da: http://www.guidaconsumatore.com/bellezza/mascara.html



Diversa la versione sostenuta dalla casa cosmetica Rimmel che attribuisce l'invenzione al genio del profumiere francese Eugene Rimmel verso la metà dell'Ottocento.

Le donne, comunque, da secoli truccavano le ciglia anche senza un cosmetico dedicato, talvolta con sostanze tossiche come il deposito oleoso delle lampade che veniva miscelato con polvere finissima di carbone.
 

Zefiro

da sudovest
(...) Medici ne denunciarono la pericolosità. Molti dei loro pazienti restarono vittime di raccapriccianti incidenti. Vi lascio immaginare quali parti restarono intrappolate tra i dentini delle chiusure.Non vi siete chiesti come mai ci fossero delle strisce di tessuto a separare le parti intime dalla lampo?
(...)

O_O :paura:
 
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skitty

Cat Member
E' stata proprio una bella idea questa discussione, davvero informazioni interessanti... e anche divertenti! :)
 

Zefiro

da sudovest
regalo di nozze

(...)
La nascita del mascara ha un sapore sentimentale. A differenza di altri prodotti, il mascara non è stato inventato per finalità commerciali, bensì per una motivazione di stampo emotivo.
(...)

Le invenzioni dovute ad emozioni o più in generale a gesti d’affetto sono degne di nota.

Andando su "invezioni" più leggere direi che si può citare Daniel Negrete, grande creatore di cocktails attivo negli anni '30, che come regalo di matrimonio per sua cognata miscelò tequila (al 50%) con triple sec (25%) e succo di lime (25%), facendogliene dono il giorno delle nozze e battezzando questo alcoolicissimo mix da lui creato col nome di lei: Margarita.

Certo.. con tutta quella tequila lì dentro la botta in testa è notevole assai: immaginabili gli effetti. Mi son sempre chiesto se Negrete, data la circostanza, il regalo voleva farlo a sua cognata oppure a suo fratello al quale, comunque, certamente voleva molto bene :roll: :mrgreen:
 
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SALLY

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Il ferro da stiro elettrico nel 1882 pesava 7 chili

Il 6 giugno 1882 un inventore americano, Henry W. Seeley, depositò il brevetto di un oggetto domestico destinato a un successo clamoroso: il ferro da stiro elettrico. Dopo secoli di riscaldamento di vario tipo (ad acqua calda, a carbone, a gas, ad alcool), lo strumento domestico utilizzato per l' operazione forse più comune nel campo dei lavori casalinghi fece un decisivo salto di qualità, accelerato dalla nascita e dallo sviluppo della distribuzione dell' energia elettrica nelle case. L' invenzione di Seeley (nella foto, un modello dei primi del ' 900 affiancato da un ferro a gas) sfruttava la legge di Joule sul calore prodotto dalla corrente elettrica. L' intuizione di Seeley è la base su cui si sono sviluppati i moderni ferri da stiro. Il primo, datato appunto 1882, pesava ben sette chili.
 

skitty

Cat Member
Il ferro da stiro elettrico nel 1882 pesava 7 chili

Il 6 giugno 1882 un inventore americano, Henry W. Seeley, depositò il brevetto di un oggetto domestico destinato a un successo clamoroso: il ferro da stiro elettrico. Dopo secoli di riscaldamento di vario tipo (ad acqua calda, a carbone, a gas, ad alcool), lo strumento domestico utilizzato per l' operazione forse più comune nel campo dei lavori casalinghi fece un decisivo salto di qualità, accelerato dalla nascita e dallo sviluppo della distribuzione dell' energia elettrica nelle case. L' invenzione di Seeley (nella foto, un modello dei primi del ' 900 affiancato da un ferro a gas) sfruttava la legge di Joule sul calore prodotto dalla corrente elettrica. L' intuizione di Seeley è la base su cui si sono sviluppati i moderni ferri da stiro. Il primo, datato appunto 1882, pesava ben sette chili.

:paura: Però!! Stiro e palestra in un solo colpo! :mrgreen:
 

SALLY

New member
La matita


Nel 1795 Nicholas Jacques Contè, uno scienziato francese, inventò il procedimento di mescolare la grafite con l’argilla, scoprendo così che era possibile ottenere mine più o meno dure a seconda della quantità di grafite e argilla e nel 1840 Lothar Faber realizza infine la prima matita esagonale con impresso su il marchio Faber.

Nasceva così in quell’anno la prima matita di marca al mondo.

Il successo fu enorme. Vennero aperte addirittura delle filiali della società Faber in molte importanti città tra cui Londra Parigi e New York facendo così diventare la Società Faber la migliore riserva di matite esistenti all’epoca. Grazie ai Faber si ottenne non solo una grande invenzione come la matita ma anche una legge che tutelasse il cosiddetto “Marchio di Fabbrica“!

Inizialmente le matite venivano lasciate in legno per mostrarne l’effettiva qualità, poi però, dal 1890, si cominciò a colorarle e molte delle aziende produttrici, prendendo esempio da Lothar Faber, cominciarono a imprimere sopra ciascuna il proprio marchio. In Cina, considerata patria della migliore grafite naturale, le matite venivano colorate di giallo poichè questo era il colore associato al rispetto e alla nobiltà.
 

Zefiro

da sudovest
le ferite di Josephine

Ancora a proposito di invenzioni nate per amore, la più nota è forse quella di Earle Dickson e risalente agli anni 20, anche per lo strepitoso successo industriale e di mercato che ha avuto.

Sua moglie Josephine si procurava in continuazione tagli e ferite in cucina e facendo i lavori domestici. Per questo motivo ricorreva sempre a vistose fasciature e bendaggi. C’era inoltre il problema di quando era sola in casa e lui non poteva aiutarla in caso di tagli in posizione scomoda per esser bendati autonomamente e con facilità, nonché il fatto che le bende coi movimenti tendevano a spostarsi e sciogliersi e bisognava riposizionarle di nuovo.

Pensò allora di preparare tanti piccoli bendaggi per lei, di varia misura, pronti all’uso e che restassero al loro posto applicando della garza al centro di rettangoli di nastro adesivo disinfettando il tutto con crinolina di modo che l’applicazione risultasse sterile e sicura: Dickson aveva inventato il cerotto.

Ho sempre trovato particolarmente tenera la storia di questa invenzione d’un oggetto di uso normalissimo e quotidiano. M’ha sempre fatto istintivamente pensare al cerotto come una specie di post-it per il corpo di lei con cui ogni volta ricordarle che lui si prendeva cura delle sue ferite. Che si prendeva cura di lei anche mentre era via. Se ci si pensa un attimo, in fondo, chi non vorrebbe esser capace d’inventare un qualcosa così per la persona cui si vuol bene?
 
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asiul

New member
La "scoperta" delle gambe...

La prima comparsa delle gambe non è data sapersi, ma certamente la loro pubblica "scoperta" fu merito della minigonna che vede il suo esordio negli anni '60.

La prima apparizione (1965), soddisfava il fabbisogno di libera espressione delle giovani donne.Ovviamente questa necessità di libera espressione fece scalpore, dacché mai prima d'allora le gambe erano state messe tanto in mostra!

Fu così che la mini suscitò lo sdegno di molti/e e venne considerata indecente.
La stessa Chanel riteneva il ginocchio poco attraente suggerendone la copertura con gonne lunghe.

Per fortuna che nessuna di queste voci venne ascoltata e le sottane delle donne divennero sempre più corte fino a scoprire le gambe, in certi casi a malepena coprivano gli slip. :mrgreen: Però basta mettere una calzamaglia pesante e tutto si risolve. :YY
Anzi sembra che proprio la necessità di accorciare sempre più la gonna abbia suggerito l'invenzione del collant senza cuciture.

Ma chi inventò per primo la gonna corta? Quant o Courrèges? Tutti e due, presentando quasi contemporaneamente un modello di minigonna.

Quant propose degli scamiciati con cintura sui finachi e gonne pieghettate o svasate appena sopra il ginocchio che diventò un vero must.

Mentre Courrèges propose linee più dure e spigolose da indossare con stivali e pataloni attillati.


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skitty

Cat Member
L'aspirapolvere

Per la gioia di Zef :mrgreen: , ma anche la mia visto che sono un po' aspirapolvere-dipendente!



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L'aspirapolvere è stato inventato tra il 1865 e il 1876 negli Stati Uniti. Il primo apparecchio pare sia stato sviluppato da un inventore di Chicago. Molte fonti affermano che il primo brevetto fu rilasciato nel 1876 ad Anna e Melville Bissel per un apparecchio fissato su una carrozza trainata da cavalli :)paura:), con una pompa azionata manualmente ed un lungo tubo utilizzato per pulire i tappeti, si chiamava infatti "Bissell Carpet Sweeper".

I primi due aspirapolvere elettrici apparvero quasi contemporaneamente ma concepiti da due diversi inventori.

Intorno al 1901 Hubert Cecil Booth si meravigliò che per la pulizia dei treni venisse usato un apparecchio che soffiando aria allontanava la polvere e la sporcizia. Ideò un apparecchio più maneggevole e che era in grado di aspirare la polvere. Presentò la sua invenzione in Inghilterra ma la sua idea non riscosse successo.

L'altro inventore fu lo statunitense James Murray Spangler, un portinaio di Canton, Ohio. Utilizzando un ventilatore, una scatola e un cuscino costruì un aspirapolvere. Insieme alla forza aspirante il dispositivo utilizzava anche una spazzola rotante. Brevettò l'invenzione nel 1908 e vendette il brevetto alla società di suo cugino, la "Hoover Harness and Leather Goods Factory". Negli Stati Uniti Hoover è tuttora uno dei leader nella produzione di elettrodomestici.

In Inghilterra il termine Hoover è strettamente associato all'aspirapolvere tanto da divenirne sinonimo, nell'uso corrente "doing the hoovering" è la definizione usata per l'operazione di passaggio dell'aspirapolvere.

Per molti anni l'aspirapolvere rimase un articolo di lusso, dopo la seconda guerra mondiale la loro diffusione aumentò.
 

Shoofly

Señora Memebr
La panna (spray)

Nel 1931 Charlie Goetz, studente di chimica all'Università dell'Illinois, e il suo supervisore, G. Frederick Smith, stavano cercando di migliorare i metodi di sterilizzazione del latte per allungarne il tempo di conservazione.

Studiando gli effetti dell'anidride carbonica sotto pressione Goetz si accorse che da un piccolo foro su una tanica usciva schiuma di latte.

"Non sarebbe male - si disse - se potessimo farlo con la panna e ottenere panna montata istantanea, invece di lavorarla faticosamente a mano".

L'idea funzionò: bastava sciogliere CO2 sotto pressione nella panna liquida in un contenitore stagno, e aprendo il contenitore si formava la panna montata.
L'anidride carbonica sotto pressione si scioglie bene in acqua, ed è per questo che viene usata per gassare molte popolari bevande.
Quando la miscela è riportata a pressione atmosferica, si libera CO2, che forma le caratteristiche bollicine.

La panna da montare è un'emulsione di grasso (circa il 35 per cento) in acqua. Quando montiamo la panna le bollicine restano intrappolate e circondate da piccoli globuli di grasso. Sono queste bollicine che danno alla panna montata la sua cremosità.

Ma c'era un problema: la panna usciva dal contenitore già inacidita, per via dell'acido carbonico che la CO2 forma a contatto con l'acqua.
Pare sia stato un dentista locale a suggerire a Goetz di provare con il protossido d'azoto.

"Sei impazzito?", chiese Smith. "Vuoi forse anestetizzare tutti?".
Ma l'N2O era perfetto: insapore, di odore dolciastro, non infiammabile e solubile in acqua come la CO2. E, ancora meglio, solubile nei grassi della panna.

La scoperta di Goetz e soci fu ritenuta di scarso valore commerciale dall'Università dell'Illinois, che lasciò i diritti di sfruttamento agli scopritori.

I loro primi prodotti furono destinati alle gelaterie, ma la prima azienda a entrare nel mercato al dettaglio fu la Reddi-Wip di Aaron Lapin, che nel 1948 ideò un contenitore a perdere, con cui conquistò il mercato.

Il gas esilarante è usato ancora oggi nelle bombolette.
Malgrado i dubbi di Smith, la quantità di N2O è abbastanza bassa da non causare effetti collaterali


:mrgreen:


panna-2.jpg


da: Panna esilarante
 
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