Amado, Jorge - Gabriella, garofano e cannella

white89

InLove Member
Un libro bellissimo, atmosfere coloratissime e così "meravigliosamente sudamericane" :wink: .
Gabriella è un grande personaggio ed io personalmente mi sono innamorata di Nacib! SPOILER (in bianco) (come amante ovvio! non come marito!) :mrgreen:
 
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velmez

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L'ho appena iniziato (sono più o meno a pag 130) e devo ammettere che mi sta piacendo un sacco!
E pensare che non conoscevo nemmeno Amado, è un libro che ho comprato seguendo l'entusiasmo che si stava difondendo nel forum, senza nemmeno leggerne la trama prima...
mi ricorda un po' le atmosfere oniriche e esotiche de Il cercatore d'oro di Le Clezio, ma, mentre Le Clezio l'ho trovato piuttosto pesantuccio, Amado è più narrativo, scorrevole, una sorta di Marquez più ordinato...
ripasserò per il commento finale!
 

velmez

Active member
Il libro mi è piaciuto molto!
i personaggi così ben descritti, il clima paesano, l'aria di rivoluzione, le zitelle pettegole, i colonnelli e le concubine, gli stuzzichini del bar di Nacib (mi ricordano le polpette di baccalà che ho mangiato a RioTUNZZZ).
Contemporaneamente apprezzo il tono meno "magico" rispetto a Marquez o all'Allende.
Nel complesso però è un po' troppo dolce, una favola senza troppi intoppi:
SPOILER
il colonnello Ramiro Bastos che muore di morte naturale, Gabriella innamorata di Nacib (non ho ancora capito perchè), Nacib che la riammette come cuoca e poi come amante, Malvina che riesce a farsi una vita propria seguendo i suoi sogni, Fagundas che riesce a scappare, il fazendeiros di Itabuna che non muore... è un po' tutto rosa e fiori...
Il personaggio che mi piace di più è l'amico Cartolaio, l'unico che aveva avvisato Naib che non avrebbe dovuto sposare Gabriella!

Comunque il mio giudizio rimane positivo, sarà per lo stile, per l'atmosfera, per i profumi e i colori che ispira...
voto 4/5
 

pigreco

Mathematician Member
Amado ha la capacità tipica dei sudamericani di trasportarti in mondi per noi lontani, caldi e solari. In più riesce a stuzzicare le capacità sensoriali del lettore; leggendo lo scrittore brasiliano si percepiscono gli odori della cucina e dei fiori, si riescono a gustare cibi succulenti, si sente musica al ritmo di samba e sembra di avere sotto le proprie mani quei corpi così attraenti e sodi. Insomma, un'esperienza meravigliosa soprattutto per chi durante la lettura si trova nella Pianura Padana in mezzo al freddo e alla nebbia. "Gabriella, garofano e cannella" pecca forse di semplicità; ho trovato "Dona Flor e i suoi due mariti" meglio congegnato e pur trattandosi di una trama assolutamente "leggera" l'ho trovato in qualche modo più profondo. Non c'è dubbio che la leggerezza sia una delle (volute) caratteristiche di Amado, che nonostante il suo stile semplice riesce a far passare le sue idee politiche e i suoi ideali sociali. Globalmente una lettura piacevole, molto piacevole, ma che alla fine dei conti lascia poco al lettore.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E che dire!
Avete già detto tutto :YYCome le altre volte, l'inconfondibile stile di Amado mi ha fatto trascorrere qualche settimana di buon umore e di vacanza nelle terre soleggiate di Bahia e di Ilhéus... ho sentito i sapori e i profumi di quella terra e delle prelibatezze cucinate da Gabriella e mi sono lasciata prendere dalla leggerezza e dalla vivacità del suo modo di scrivere.
La storia d'amore è narrata in maniera lieve e divertente, Nacib è adorabile e Gabriella fantastica nel suo godere di tutti (ma proprio tutti :mrgreen:) i piaceri della vita senza preoccuparsi delle conseguenze - "che buffo, Nacib è geloso!" - e come se nessuno al mondo potesse pensarla diversamente da lei (se riuscissimo a essere tutti così...che meraviglia!).
Ma il libro parla anche di un paese in evoluzione, un paese in cui qualcuno finalmente si ribella al fatto che un fazendeiro che becca la moglie con l'amante uccida entrambi senza pagarne le conseguenze, un paese in fase di fermento sociale e politico che fa da sfondo alle storie individuali. I personaggi di contorno, colonnelli, zitelle, concubine, studentesse ribelli, sono tratteggiati con arguzia e ironia, ognuno ha le sue caratteristiche ben definite che non mancano di far sorridere il lettore.
Bello come tutti i libri di Amado, per me comunque i romanzi sudamericani hanno un sapore ineguagliabile.
 
V

Valentina992

Guest
Avevo provato a leggere "Dona Flor e i suoi due mariti" dello stesso Amado ma l'avevo trovato prolisso e non bellissimo, come in molti l'avevano decantato. Ho voluto riprovare con "Gabriella, garofano e cannella" perchè affascinata dalla trama e dalla figura meravigliosa della protagonista. Questi due aspetti non hanno deluso le mie aspettative ma purtroppo la scrittura di Amado è troppo prolissa per i miei gusti e gli altri personaggi sono rappresentati come "macchiette". In compenso c'è da dire che la caratterizzazione del contesto brasiliano è davvero bella e fa sognare!
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
I libri di Jorge Amado sono proprio come le notti bahiane che riviviamo fra le sue righe: infinite, sfiancanti, esaltanti, con quella vena di malinconia e di perdita quando spunta il primo bagliore dell'alba ed è il momento di rientrare a casa. Proprio così sono i suoi libri: un bailamme di personaggi, luoghi, situazioni, odori, sapori, colori, suoni, una profusione di emozioni che travolge i sensi e sfianca il lettore che ne rimane invariabilmente intrappolato ed ammaliato. Anche Gabriella, garofano e cannella non fa eccezione: è un libro densissimo di vita, di storie, di sensualità che se all'inizio spiazza e disorienta, alla fine lascia piacevolmente sfiniti per il gran correre e il gran vivere e tristi per l'imminente e inevitabile ritorno alla realtà fuori dalle pagine. E la protagonista, la bellissima e fenomenale cuoca mulatta Gabriella è solo una parte di questa invasione dei sensi: protagonista indiscusso, come in tutti i romanzi di Amado, è il Brasile, la società brasiliana e in questo caso quella della regione del cacao e della città di Ilhéus nel 1925. Amado, da bravo descrittore dell'anima di una città, prende come centro del romanzo il bar Vesuvio, il più frequentato ad ogni ora del giorno e della notte, gestito dall'arabo Nacib. È qui, sotto lo sguardo vigile e l'orecchio attento del gestore, che confluiscono le due grandi storie raccontate in queste pagine: quella di una città che lottò per il progresso, per liberarsi dall'ipocrisia e dalle usanze violente e sanguinarie del governo dei fazendeiros (i colonnelli del cacao), e quella di una giovane donna, una bellissima, ingenua bambina nata per i fornelli e giunta in città come migrante dal deserto del Sertao, assunta come cuoca da un arabo bello e triste e portatrice di amore e gioia in chiunque la incontrasse. La città, ovviamente, è Ilhéus, l'arabo è proprio Nacib e la giovane cuoca è, l'avrete capito, la nostra Gabriella. Cosa dire di più senza far torto alla storia? Niente, è una storia da leggere, da scoprire, in cui immergersi senza pensare, da cui lasciarsi travolgere ed ammaliare, come una passione color della cannella, come una cucina dai sapori che stordiscono, come un profumo che intontisce, magari di garofano. Questo libro, inspiegabilmente, mi è piaciuto leggermente meno di Dona Flor e i suoi due mariti, il primo di Amado che lessi, che rimane il mio preferito e con cui pure ci sono molti punti in comune. Tuttavia lo consiglio davvero a chi ami quest'autore, il Brasile e la letteratura latinoamericana. Preparatevi, però, a lasciarvi travolgere senza opporre resistenza.
 
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