lettore marcovaldo
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Dalla steppa siberiana all’asfalto di Parigi e Berlino, fra amori facili e amori impossibili: il romanzo del disincanto e dello smarrimento nell’aria di Weimar. «Io so soltanto che non è stata, come si dice, la ‘inquietudine’ a spingermi, ma al contrario – una assoluta quiete. Non ho nulla da perdere. Non sono né coraggioso né curioso di avventure. Un vento mi spinge, e non temo di andare a fondo» (Joseph Roth).
Il protagonista del romanzo, giovane ufficiale dell'esercito austriaco, durante la prima guerra mondiale, viene catturato dai russi.
Da quel momento la sua storia personale entra in un vortice imprevisto. Prigioniero, poi soldato tra i rivoluzionari e alla fine nuovamente sulla
via di casa. Il mondo che si era lasciato alle spalle in parte è mutato e in parte non è mutato abbastanza.
Piuttosto interessante e retta da un certo ritmo la prima parte del racconto. La seconda mi sembra che scenda di tono.
In qualche direi che cambia quasi di stile. Rispecchia forse le difficoltà e il crescente senso di distacco del protagonista.
Ho letto altre cose di Joseh Roth e anche questa mi è piaciuta.