Beckett, Samuel - Aspettando Godot

white89

InLove Member
Senza dubbio un'opera interessante, io l'ho letto in lingua francese (la prima stesura) e anche se me la cavo abbastanza bene può essere che mi sia sfuggita qualche sfumatura..ma in ogni modo si tratta di un testo semplice in quanto i dialoghi sono formati spesso da battute brevi.
Ovviamente bisogna leggerlo nell'ottica del teatro dell'assurdo sennò si rischia di rimanere delusi....
Io l'ho apprezzato molto, certe scene sono esilaranti, alcune battute acutissime!
E poi il senso di attesa che percorre tutto il libro, attesa come tentativo di colmare una vita vuota e ripetitiva, i personaggi uniti profondamente (ma quasi per obbligo, come se fosse l'unica certezza) in questa attesa....insomma, non mancano certo spunti di riflessione al termine della lettura!

Estragon: Allons-nous-en.
Vladimir: On ne peut pas.
Estragon: Pourquoi?
Vladimir: On attend Godot.
Estragon: C’est vrai.
 

Dallolio

New member
Graditissima l'idea (quindi se ne leggo un sunto lo trovo geniale) ma da leggere è terribile... forse rappresentato è un'altra cosa e mi farebbe un'impressione indimenticabile; l'obiettivo dell'assurdo è centrato, tuttavia non collima con la mia idea di letteratura nella quale deve comunque rimanere l'inizio, il mezzo e il fine (come sostiene aristotele nella sua poetica)
3/10.
 
che classico meraviglioso Dallolio.
l'avro' visto a teatro in almeno 5 allestimenti in questi ultimi vent'anni.
è sempre splendido.fa bene alla salute!!!Credo anche(se non mi sbaglio) Carmelo Bene ne avesse fatto uno.
T.
 

asiul

New member
che classico meraviglioso Dallolio.
l'avro' visto a teatro in almeno 5 allestimenti in questi ultimi vent'anni.
è sempre splendido.fa bene alla salute!!!Credo anche(se non mi sbaglio) Carmelo Bene ne avesse fatto uno.
T.

Ne sei sicuro? Dovrò rivedere, perché proprio non mi risulta. :?
 

Aindreas

New member
L'ho letto qualche settimana fa... Carino... anche se sinceramente mi aspettavo qualcosa di più... Secondo me l'opera teatrale è tutta un'altra cosa
 

Sheireen

New member
adoro Becket e aspettando Godot è l'opera che preferisco in assoluto;il teatro dell'assurdo è senza dubbio per gli amanti del genere ma se cominci a leggerlo non puoi più farne a meno!
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
Un'opera interessantissima, a tratti divertente e spesso riflessiva, interamente circondata da un alone di irrealtà ed irrazionalità che può ben descrivere la nostra società nell'attesa di qualcosa di illusorio all'orizzonte che migliorerà la qualità della vita.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Si può dire talmente "tutto" (e il contrario di tutto!) su questa brevissima e rivoluzionaria opera teatrale, che credo la cosa migliore sia non dire nulla, e lasciare parlare il suo autore. O piuttosto i suoi personaggi. O piuttosto noi stessi, mentre la stiamo leggendo o assistendo alla sua messa in scena.
Già, perchè, arrivati alla fine, non si capisce più chi si debba ascoltare, da che parte venga il messaggio, se esista poi un messaggio, se l'assurdità di Aspettando Godot sia così "totale" - direi che siamo di fronte all'opera dell'assurdo per antonomasia - da annullare qualsiasi frutto di un ragionamento che sia stato faticosamente conquistato...
Per non parlare, poi, della pretesa di capire in cosa consista quell'attesa continuamente rimandata, della natura (simbolica?) di Godot, del suo significato... No, decisamente - per quanto sia contorta di mio - ci rinuncio a priori e affermo solo che, come qualsiasi opera che, oltre ad essere meritatamente celebre, è anche talmente breve da poter essere letta (assimilata no... sennò che gusto ci sarebbe?) in uno, massimo due giorni, l'unica cosa da fare è affrontarla di persona. E magari scervellarsi a sua volta per venirne a capo.
 
Ultima modifica:

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
spoiler

Premetto che non ho ancora letto le vostre precedenti recensioni e che non sono amante dei testi teatrali (preferisco, avendone la possibilità, vederli rappresentati) ma questa brillante opera mi ha saputa coinvolgere totalmente e l'ho trovata molto attuale.
Poi i personaggi principali sono solo 4 (il quinto, Godot, viene solo nominato, non avremo mai l'onore di conoscerlo) quindi non c'è pericolo di cadere in confusione durante i loro strampalati (solo all'apparenza) dialoghi.
Ringrazio Carlo Fruttero che nella prefazione alla mia edizione è stato molto esauriente e mi ha permesso di comprendere meglio alcuni dei possibili significati che si nascondono dietro questa attesa infinita.
Innanzitutto lui precisa che si tratta di una commedia, ma che non è così spensierata come può sembrare, è più la dimostrazione di una commedia. I due protagonisti poi possono rappresentare a turno tutti noi, il rapporto genitore-figlio, quello di coppia, quello tra amici, fratelli, colleghi... chiunque ci si può ritrovare.
E Godot stesso può essere inteso in molteplici modi, come l'alter ego di Dio, del Fato, del Tempo, della Storia, dell'Altro, della Felicità...
Pozzo e Lucky invece sono rispettivamente il capitalista e il proletariato sfruttato (su questo non c'è quasi dubbio).
Avevo questo libricino a casa da parecchi anni (anzi, ne ho addirittura due copie, regalatemi da un paio di club del libro di cui sono ancora socia) ma non sentivo mai la voglia di leggerlo, ora devo ringraziare la sfida letteraria in corso (ed ovviamente chi l'ha proposta :wink:) per avermi permesso di immergermi nel mondo assurdo e per questo forse così vicino a me :mrgreen: di Didi e Gogo (Vladimiro ed Estragone, ma io ormai li sento come amici, quindi li chiamo con i loro nomignoli).

Citazioni:

Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chi sa dove, smette. Non diciamo troppo male, perciò, della nostra epoca; non è più disgraziata delle precedenti. Ma non diciamone neanche troppo bene. Non parliamone affatto.


Il seguente dialogo è valido per le relazioni di lunga durata come la mia (quasi 22 anni :paura:) nei momenti di crisi :wink:
Mi domando se non sarebbe stato meglio restare soli, ciascuno per conto suo. Non eravamo fatti per seguire la stessa strada.
Possiamo sempre lasciarci se credi.
Ormai non vale più la pena.


Sono fatto così. O dimentico subito, o non dimentico mai.
:mrgreen:

Il tempo è lungo e ci spinge a popolarlo di movimenti, che, come dire, che possono a prima vista sembrare ragionevoli, ma ai quali noi siamo abituati. Tu mi dirai che è per impedire alla nostra ragione di colare a picco. D'accordo. Ma non sta già forse vagolando nella notte assoluta dei grandi abissi, è questo che mi chiedo talvolta.
 
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