Calvino, Italo - Le città invisibili

Mi rifaccio a wikipedia:
Pubblicato nel 1972, Le città invisibili è un romanzo di Italo Calvino in cui l'autore ricorre alla tecnica della letteratura combinatoria.

Protagonista è Marco Polo che, alla corte di Kublai Khan, fornisce attraverso i suoi dispacci al Sovrano, le descrizioni delle città che vengono toccate dai suoi viaggi all'interno dello sterminato Impero: in queste narrazioni parla degli uomini che le hanno costruite, della forma della città, delle relazioni tra la gente che le popola e la forma architettonica delle città stesse. Queste città però esistono solo nella mente del viaggiatore veneziano: Marco Polo infatti le descrive ora nei più minuziosi dettagli, ora valutando l'insieme, ma sempre guardando dove tutti gli altri non guardano, verso dettagli che ad altri paiono invisibili. Le città di cui Marco Polo racconta sono intese come mondi conchiusi: le città invisibili infatti non entrano in relazione tra loro. Grazie al racconto è Marco Polo stesso che le "crea" mentre le racconta, così come per Calvino lo scrittore "crea" i mondi di cui tratta. Le città invisibili è infatti un romanzo metanarrativo, in quanto porta il lettore a riflettere sui meccanismi stessi della scrittura.

Numerosissimi gli spunti che il romanzo offre; anzitutto il rapporto che corre tra lo Straniero e la terra straniera in cui si trova: infatti sia Kublai Khan che Marco Polo sono estranei all'Impero cinese e ne percepiscono costantemente la diversità. Altro tema interessante è quello, doppio, della comunicazione e del linguaggio: Marco Polo ha infatti difficoltà, inizialmente, a parlare la lingua del Monarca e così si esprime a gesti e versi per descrivere le città visitate. Successivamente Marco Polo, imparata la lingua, si esprime in maniera più fluida, eppure sentirà la maggior difficoltà di esprimersi in un modo in qualche modo mediato e non più diretto. Altro punto di riflessione è il rapporto tra il Sovrano e l'idea di ordine che egli stesso cerca di realizzare sulle terre dei suoi domini: il Khan ora è terrorizzato dalla vastità del suo impero e dalla impossibilità di poter dettare un ordine, ora è rassicurato dall'equilibrio degli opposti che in esso si muovono. Infine, altro tema costante nel testo, è il rapporto tra Marco Polo e il Gran Khan, che sottintende la dialettica contemporanea tra media e fruitore: il Khan ascoltando i racconti di Marco, pur amando il modo col quale Marco Polo racconta, non sa se credere o meno alle sue parole, e non sa fino a che punto la sottigliezza del suo Messo sfoci nella pura invenzione.




L'ho finito in questo istante e mi è piaciuto tanto....grande Calvino!!!!
 
Ultima modifica di un moderatore:

ayla

+Dreamer+ Member
L'ho letto un pò di tempo fa e anche se le dimensioni traggono in inganno è un libro tutt'altro che leggero ed è anche complesso...anzi come dici tu dà molte riflessioni..una città che mi aveva colpito molto è Eusapia(se nn mi sbaglio)...
 
Ultima modifica di un moderatore:
se ti riferisci alla città con la necropoli sotto si, è quella.
Anche a me è piaciuta ma devo dire che in realtà il suo modo di scrivere e di descrivere me le ha fatte godere tutte.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Ho letto questo libro per la prima volta mentre studiavo per un esame. Ne sono rimasta affascinata al punto che oggi, ogni volta che visito una nuova città, sfoglio il libro e cerco di associarla ad una delle cittàinvisibili. E' un gioco simpatico e divertente.

Il libro viene sempre consigliato agli studenti di architettura, perchè esprime in modi diversi e sempre nuovi il concetto di "città contemporanea". :wink:
 
Ultima modifica di un moderatore:

siasiqueneau

New member
Credo sia il mio libro preferito...

Cloe è la migliore, la più casta e la più lussuriosa.
Grande.

(Figo Kosuth a mettere al neon la frase di Marco Polo "non c'è arco senza pietre", lungo i murazzi del po a Turìn).
 
Ultima modifica di un moderatore:

Elena.90

Curly member
Godibilissimo e pieno di un leggiadro lirismo.

Anche io, come Ryoko, ogni volta che visito una città nuova, ripenso a questo libro e mi domando "Come la descriverebbe Calvino??"

Mio padre è architetto e ha viaggiato molto... Quale potrebbe essere il suo libro preferito, se non "le Città invisibili"?
 
Ultima modifica di un moderatore:

Bag End

Tolkien Society Member
E' un libro molto più complesso di quanto non pensassi. Non l'ho letto con l'attenzione dovuta e quindi non me la sento di dare un giudizio.
Non credo di poter dire che sia uno dei miei preferiti di Calvino, e me ne rammarico, ma dipende probabilmente dal fatto che l'ho letto distrattamente, ahimè :W
 

raffa17

Stephen King Fan Member
Lo sto leggendo al momento, non male, ma non uno dei miei preferiti ^^
 

klosy

Cicciofila Member
Anche a me è piaciuta ma devo dire che in realtà il suo modo di scrivere e di descrivere me le ha fatte godere tutte.

Sono d'accordo.
In questo momento non sono in grado di dare un giudizio approfondito perchè ho letto questo libro alcuni anni fa.
Mi ricordo che non mi aveva colpito una città in particolare, ma la concatenazione fra tutte le città.
E' uno di quei libri che voglio rileggere perchè pensavo che fosse molto più semplice e immediato e non me lo sono goduto appieno.
Trovo però che sia uno dei più belli di Calvino. :)
 

klosy

Cicciofila Member
Ho letto questo libro per la prima volta mentre studiavo per un esame. Ne sono rimasta affascinata al punto che oggi, ogni volta che visito una nuova città, sfoglio il libro e cerco di associarla ad una delle città invisibili. E' un gioco simpatico e divertente.

Il libro viene sempre consigliato agli studenti di architettura, perchè esprime in modi diversi e sempre nuovi il concetto di "città contemporanea". :wink:

Anche io l'avevo letto mentre preparavo un esame, era un esamino per imparare le basi di Autocad. :)

...e allora votatelo sennò non entra in classificaaaaaaaa!!! :mrgreen:

fattooooo! :mrgreen:
 
Ultima modifica di un moderatore:

raffa17

Stephen King Fan Member
Finito! Bello anche se una cosa non mi è chiara. A descrivere le città è il famoso Marco Polo (Venezia, 15 settembre 1254 – Venezia, 29 gennaio 1324). Ho notato che compaiono particolari incongruenti con il periodo, ad esempio viene citato a pag 78 (edizione Oscar Mondadori) il termosifone, e spesso viene menzionato il telescopio (o la torre astronomica) che fu inventato, o almeno "puntato verso il cielo" per la prima volta nel Cinquecento da Galileo. In più ci sono altri particolari che al momento però non trovo sul libro e non mi va di rileggerlo tutto... Come si spiega??
 

Bag End

Tolkien Society Member
Finito! Bello anche se una cosa non mi è chiara. A descrivere le città è il famoso Marco Polo (Venezia, 15 settembre 1254 – Venezia, 29 gennaio 1324). Ho notato che compaiono particolari incongruenti con il periodo, ad esempio viene citato a pag 78 (edizione Oscar Mondadori) il termosifone, e spesso viene menzionato il telescopio (o la torre astronomica) che fu inventato, o almeno "puntato verso il cielo" per la prima volta nel Cinquecento da Galileo. In più ci sono altri particolari che al momento però non trovo sul libro e non mi va di rileggerlo tutto... Come si spiega??

Mi pare che se ne parli nell'introduzione :?... però non ricordo. Ultimamente una memoria colabrodo, mi pero i pezzi :OO
 

Dorylis

Fantastic Member
L' ho appena finito di leggere!
In questa raccolta di riflessioni Marco Polo passa in rassegna al Gran Khan le città da lui visitate (nella sua mente e pertanto invisibili). Le prime città incontrate non sono molto diverse da quelle conosciute nei viaggi di un qualsiasi visitatore...le utlime, invece, si fanno via, via più irrazionali. Ciò che le caratterizza è tutt'altro che l'architettura ma piuttosto i rapporti umani che si intessono con l'ambiente, riconoscibili via via in segni e forme diverse. Un libro etereo, onirico, "sottile" (come uno dei gruppi di città descritte) con una prosa magnifica ed eloquente, è il piacere stesso della letteratura poetica e sognante. Da leggere e gustare con calma, lasciandosi trasportare dalla fantasia.. 5/5

P.s. Eusapia.. Sconvolgente!
La mia preferita resterà Ersilia..

"A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono i fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bienco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate, restano solo i fili e i sostegni dei fili...
... Riedificano Ersilia altrove...
... Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma."
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Io trovo che sia un capolavoro, sarebbe tutto da sottolineare, sia per le tante citazioni che stimolano la riflessione, sia per la bellezza delle descrizioni, sia per la genialità delle tante possibilità in cui si può esprimere una città. Sono città invisibili e parlanti, un modo di guardare ai luoghi che abitiamo in modo diverso, partecipato, personale.
Cito l'ultima frase di Marco Polo, che ho già fatto mia:
"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
 

pigreco

Mathematician Member
Terminato ieri di leggere, un libro difficile, ben scritto e con significati molto profondi. Interessante come sempre l'introduzione dello stesso Calvino; spesso leggere argomentazioni che riguardano un libro fanno perdere il significato del libro stesso, tranne nel caso in cui sia lo stesso autore a raccontarne la genesi, le ragioni e le modalità di stesura che ne stanno dietro. Non sarà il libro che consiglierò a chi si vuole avvicinare a quello che forse rimarrà il più grande scrittore italiano del '900, però è certamente un romanzo da non perdere per gli appassionati.
 
Alto