E quasi impercettibilmente mi trasformo. Mi trasformo
in una piccola stazione ferroviaria di provincia.
Di solito è sera. I treni arrivano e ripartono, non
troppi, solo alcuni. Io sono un minuscolo capostazione
un po’ infreddolito, ho un grande cappotto e un
cappello con la visiera. Il mio compito è di far partire
puntuali i treni nella direzione giusta, con il loro carico
di compassione, di gentilezza amorevole, di gioia
e di equanimità.
Poi spengo le luci, chiudo il cancelletto della stazione
e torno a casa, con le mani allacciate dietro la
schiena, piano piano. Spesso c’è la neve. Sorrido.
Chandra Candiani da 'Questo immenso non sapere.' Einaudi