Nabokov, Vladimir - Lolita

isola74

Lonely member
Commento preso dal MINIGruppo

Avevo forse troppe aspettative per questo libro, quindi mi è piaciuto a metà..
alcune pagine troppo descrittive (durante l'anno di fuga) le ho trovate molto noiose, ma il tormento interiore del protagonista appare autenticamente drammatico. E' vero che è un pedofilo, ma è consapevole della gravità della loro relazione e sa bene che avrà conseguenze indelebili per Lolita, eppure è convinto di amarla...
Lolita mi è stata cordialmente antipatica per tutto il libro, anche se ovviamente è facile giudicare dall'esterno e dire che avrebbe potuto scappare e denunciarlo... è pur sempre una bambina di 12 anni sola al mondo... un piccolo dubbio quindi mi resterà: ha approfittato della situazione finchè le ha fatto comodo (del resto non era una verginella impaurita) o ha subìto fin quando ha finalmente preso consapevolezza del tutto??
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
un piccolo dubbio quindi mi resterà: ha approfittato della situazione finchè le ha fatto comodo (del resto non era una verginella impaurita) o ha subìto fin quando ha finalmente preso consapevolezza del tutto??

Bella domanda.

Io credo che inizialmente volesse approfittare della situazione, poi con il tempo l'ha subita in modo...perverso...osceno.
 

velmez

Active member
Bella domanda.

Io credo che inizialmente volesse approfittare della situazione, poi con il tempo l'ha subita in modo...perverso...osceno.

scusate ma state parlando di una bambina? anche se avesse avuto intenzione di approfittare della situazione, una bambina di 13 anni non ha la maturità per prendere una decisione del genere, è sicuramente condizionata!
In realtà Lolita ha iniziato a subire violenze già dato il carattere della madre... le sue decisioni sono già il prodotto di una violenza pregressa, come lo può essere la mancanza di amore da parte di una madre!
 

Jessamine

Well-known member
E soprattutto, un conto è una ragazzina di tredici anni che ha una qualche esperienza sessuale con un coetaneo, dove c'è inespserienza, curiosità e poca consapevolezza da entrambe le parti, ben diversa è la situazione di un uomo adulto che va con una ragazzina spaventata, che non ha mai ricevuto affetto e che ora si ritrova completamente sola al mondo.
Più che approfittare della situazione, secondo me si è soltanto aggrappata all'unica persona che le dava attenzioni, senza la consapevolezza di quanto significasse davvero e della portata che una situazione del genere avrebbe assunto.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Stiamo parlando di finzione letteraria e secondo me nei libri va sospeso il giudizio moralei, soprattutto se gli eventi raccontati sono immaginari e metaforici.

Così come ad esempio in alcuni libri esistono vampiri attraenti, in altri possono esistere ragazzine disinibite che approfittano di situazioni che nella realtà sarebbero aberranti. A nessuno, credo, verrebbe in mente di parlare di un libro di vampiri dicendo che non va bene succhiare il sangue del prossimo. Perchè esiste un accordo reciproco, tra autore e lettore, di "sospensione della morale", a meno che i fatti narrati non siano tratti da una storia vera.

Se Lolita fosse una storia vera i miei commenti sarebbero totalmente su un altro piano, su quello morale appunto.

Io credo che sia vero ciò che dice Velmez a proposito del fatto che Lolita sia una vittima della sua condizione ambientale, ma penso, anche, che la metafora racchiusa nel libro voglia disegnarci Lolita come una ragazzina che si aggrappa alle condizioni di ossessione e peccato che lei stessa ha creato.

Così come l'America degli anni '50, giovane e seducente, ma per certi versi estremamente maliziosa, "approfittava" della distruzione fisica della vecchia Europa, allo stesso modo Lolita gioca con il vecchio Humboldt.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
La recensione che ho postato sul mio blog:
E’ difficile recensire i classici, ma lo è ancor di più quando si tratta di un romanzo così controverso com’è “Lolita” e sul quale è stato detto di tutto e di più. La mia, perciò, non è una recensione, ma un’esortazione a leggere questo (a parer mio e di molti altri) capolavoro.
La storia narrata da Nabokov in questo libro sarà certamente nota ai più, tuttavia, per completezza, dirò che si tratta dell’amore perverso del professor Humbert Humbert per Lolita, ossia Dolores Haigts, una “ninfetta” di dodici anni, di molti anni più giovane di lui. Qualcuno, in modo sin troppo sbrigativo ed avventato, liquida questa storia come un “semplice” affair di pedofilia: non sono d’accordo, sebbene sia innegabile che Humbert è un pedofilo. “Lolita” narra del controverso, ma altrettanto innegabile fascino suscitato da un giovane e (per la maggior parte dei casi) indifeso corpo femminile esercita sull’uomo adulto e, altresì, l’arte tutta femminile della seduzione che, in forma di gioco, talvolta può diventare sfida e malizioso, astuto opportunismo.
Tralasciamo qui qualunque giudizio morale che meriterebbe una riflessione approfondita ed una discussione ampia ed articolata che tenga conto del periodo storico, delle implicazioni psicologiche e patologiche dei personaggi. Parliamo invece del romanzo, della finzione letteraria ordita da Nabokov: che dire? Trama, in fin dei conti, semplice, arricchita da minuziose descrizioni di luoghi e sensazioni; stile impeccabile, prosa coinvolgente e fluida, nonostante il linguaggio spesso desueto (parliamo comunque di un romanzo scritto più di cinquant’anni fa); l’introspezione tipica degli scrittori russi è presente, ma invece che appesantire il romanzo, gli conferisce quell’aura scintillante di non detto, che sta giusto dietro alle apparenze ed è, forse, ciò che ha permesso a questo romanzo di far parlare di sé anche dopo tanto tempo. Pregevole, poi, la capacità di Nabokov di farci parteggiare, senza alcun dubbio, per il “colpevole”, per quel Humbert, povero e dannato Humbert, sedotto e provocato dalla demoniaca ninfetta. Questo risultato è raggiunto non solo attraverso una spiccata antipatia della bella e tutt’altro che spaurita fanciulla, ma anche attraverso il tono confidenziale ed accorato con cui lo stesso Humbert si rivolge direttamente al lettore: non dimentichiamo che queste memorie sono state scritte dal professor Humbert nei due mesi di prigionia in attesa del giudizio per un delitto da lui commesso. E’ lo stesso protagonista, come afferma nelle ultime righe, a consegnare la sua storia al lettore perché Lolita, la sua Lolita, viva nella coscienza delle generazioni future.
Non so se sono riuscita a convincere gli ultimi indecisi, ma penso che questo libro debba essere letto ed analizzato, discusso ed anche criticato per molti anni ancora. Stupendo!
 

Tanny

Well-known member
Il libro è scritto in un modo magnifico e per questo si merita un 4, riguardo alla storia credo sia stato l'unico libro a riuscire a scatenare in me un profondo senso di odio nei confronti del protagonista e un incredibile repulsione nel leggere i suoi pensieri deviati. Zingaro qualche commento da diceva che per i libri occorrerebbe "sospendere" i commenti di natura morale e non posso che dargli ragione dato che si tratta soltanto un libro e una storia inventata; ma in questo caso non ci sono riuscito a leggerlo con un certo distacco e mi sono lasciato coinvolgere.
Con ciò non voglio dire che il libro non mi è piaciuto, anzi è scritto divinamente e la lettura mi ha rapito, l'unica cosa è che al posto di suscitare in me sentimenti positivi ha fatto l'esatto opposto.
 

harry.haller

New member
Finito di leggere ieri. Devo dire che, come prevedevo, Nabokov rimane un maestro indiscusso, una padronanza stilistica davvero rara. Davvero un ottimo romanzo, soprattutto nella caratterizzazione così inaspettatamente approfondita di HH e nell'esposizione delle vicende a 360 gradi, senza astio e senza preconcetti. Detto questo dei suoi lavori ho preferito "Il Dono", decisamente insuperabile: il periodo russo in generale mi pare personalmente preferibile a quello americano.
 

Lark

Member
Mi è piaciuto davvero moltissimo, non immaginavo. L'ho letto perché ho avuto tra le mani "Leggere Lolita a Teheran" e mi son detto di dover prima leggere Lolita, ed è stata una rivelazione, mi ha dato veramente una scossa. Mi aveva già incuriosito quando la Arendt lo cita nel suo "La banalità del male" come il libro che viene proposto ad Eichmann e da questi rifiutato con disgusto dopo le prime pagine. Leggerò sicuramente gli altri libri di Nabokov, ed ormai sta diventando una regola che coi russi non si sbaglia mai (mi incuriosiscono in particolare Invito ad una decapitazione e Il dono).
Lo consiglio vivamente. Lo stile è bellissimo, anche nelle parti in cui la narrazione è più lenta ti tiene incollato - e scorre come una melodia, ha un'armonia tutta sua. La storia è veramente struggente, con H.H. che alla fine si rende più o meno conto di aver rovinato la vita della ragazzina che era convinto di amare, e ho provato una gran compassione e simpatia per Lolita, vittima di una solitudine senza scampo, perfetta nella caratterizzazione e negli atteggiamenti (fin da quando era con la madre, direi). Due personaggi fantastici.
Ho letto alcune delle recensioni e sinceramente anche riflettendoci non ci ho trovato metafore particolari, non penso volesse dire qualcosa di diverso da quel che ha detto. Lo consiglio vivamente!
 

MonicaSo

Well-known member
Ho letto questo libro, non immaginando quello che avrei trovato, pensavo veramente a qualcosa di diverso... ho impiegato molto tempo a "digerire" la storia.
Il protagonista è un pedofilo (non c'è un altro termine) e purtroppo non trovo, nelle parole di chi scrive, un chiaro allontanamento dai suoi pensieri e dalle sue azioni. Lolita è una bambina... poco più grande delle bambine con cui lavoro io a scuola... e i bambini si rispettano sempre.
Non vorrei più leggere libri così. Prendetemi per perbenista (o come si dice, non lo so) ma per essere un capolavoro ai miei occhi avrebbe dovuto essere raccontato in un altro modo.
Non boccio Nabokov, ovviamente, che scrive molto bene, ma non mi è piaciuto leggere il libro... un fastidio quasi fisico.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Questo è un libro che si è subito rivelato difficile per me. Il racconto è in prima persona, il protagonista della storia che prova a difendersi, raccontando le vicende che lo hanno portato al suo presente. Lo stile è molto scorrevole e spesso tinto di ironia, ma già dopo le prime pagine, e ancora di più una volta avvenuto l'incontro con Dolores (Lolita), diventa difficile restare immedesimati, o farlo "con la coscienza pulita". Sì, perché il libro ci fa immergere nel punto di vista di Humbert Humbert, mai in quello di Dolores, e questo ci fa sentire un forte distacco quando pensa o fa qualcosa che non approviamo.
Insomma, non è una lettura semplice, almeno per me. Humbert Humbert è pessimo in tutto: come marito, come padre, come amante, come amico. È un uomo che pensa solo a sé e lo fa senza troppi sensi di colpa, riuscendo a giustificare con pace della coscienza le sue azioni. Anche se all'inizio i suoi intenti non sono così "invasivi", man mano che lo conosciamo ci dimostra con le sue scelte che, anche se dall'inizio fosse andata secondo i suoi piani, Humbert Humbert non sarebbe riuscito a comportarsi bene.

L'edizione italiana (almeno quella che ho letto io, non so se ne esista qualcuna corredata di note) perde molti riferimenti, letterari e non, presenti nella versione originale. Questo, oltre ad arricchire il testo e la lettura, rende ancora più colpevole il protagonista, perché non si può dire che manchi di intelligenza.

Insomma, la scelta narrativa di Nabokov non è facile, nel romanzo non ci sono personaggi buoni e sin dall'inizio siamo confinati nel punto di vista del protagonista. Non ci sono descrizioni troppo pesanti da leggere, ma si intuiscono le conseguenze di quello che si legge, e non e facile digerirlo.

Di sicuro il libro ha il suo valore, come storia e come letteratura, e costrindegoci a vedere le cose dal punto di vista di H. H. ci costringe anche a pensare, forse ancora di più di quanto avremmo fatto leggendo la storia narrata in modo "oggettivo".

Il libro è diviso in due parti e ci sono alcune pagine davvero noiose, fini a sé stesse, ma non troppe da pregiudicare la lettura. È un libro che richiede pazienza e coraggio.

Voto: 3.5 stelle su 5, solo perché non avrei il coraggio di rileggerlo
 

Dory

Reef Member
Io non so proprio che fare con questo libro. Ogni anno spunta fuori in qualche articolo che leggo, o qualche discorso di scrittori che ammiro, tra gli esempi di alta letteratura e mi dico "allora, lo leggo o non lo leggo?". E poi non lo leggo mai. Forse prima della fine di quest'anno ci provo.
 

qweedy

Well-known member
Io non so proprio che fare con questo libro. Ogni anno spunta fuori in qualche articolo che leggo, o qualche discorso di scrittori che ammiro, tra gli esempi di alta letteratura e mi dico "allora, lo leggo o non lo leggo?". E poi non lo leggo mai. Forse prima della fine di quest'anno ci provo.
E' un libro abbastanza disturbante, vedere attraverso gli occhi di un pedofilo è un po' spiazzante e inconsueto, ostico e imbarazzante.
Se Nabokov riesce a far entrare il lettore nella mente di un pedofilo in modo così efficace, forse vuol dire che conosce bene l'argomento. L'analisi introspettiva così accurata richiede una profonda riflessione, la sua capacità di svelare ciò che si cela dietro le apparenze dell'uomo medio occidentale e nevrotizzato è troppo profonda per essergli totalmente estranea, a mio parere. Credo che il protagonista sia l'alter ego dell'autore, le pulsioni descritte appartengono a Nabokov. Mi stupisce che sia stato possibile pubblicare questo libro nel 1955.
 

MonicaSo

Well-known member
Io non so proprio che fare con questo libro. Ogni anno spunta fuori in qualche articolo che leggo, o qualche discorso di scrittori che ammiro, tra gli esempi di alta letteratura e mi dico "allora, lo leggo o non lo leggo?". E poi non lo leggo mai. Forse prima della fine di quest'anno ci provo.
Tutto quello che ha scritto qweedy è verissimo!
Io ti invito a provare a leggerlo, per averne un'idea tua personale... al massimo non lo finisci.
 

Dory

Reef Member
E' un libro abbastanza disturbante, vedere attraverso gli occhi di un pedofilo è un po' spiazzante e inconsueto, ostico e imbarazzante.
Se Nabokov riesce a far entrare il lettore nella mente di un pedofilo in modo così efficace, forse vuol dire che conosce bene l'argomento. L'analisi introspettiva così accurata richiede una profonda riflessione, la sua capacità di svelare ciò che si cela dietro le apparenze dell'uomo medio occidentale e nevrotizzato è troppo profonda per essergli totalmente estranea, a mio parere. Credo che il protagonista sia l'alter ego dell'autore, le pulsioni descritte appartengono a Nabokov. Mi stupisce che sia stato possibile pubblicare questo libro nel 1955.
Detta così però, non sembra quasi che più che leggere un libro su un pedofilo, starei leggendo un libro di un pedofilo? Ancora peggio 😥
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Detta così però, non sembra quasi che più che leggere un libro su un pedofilo, starei leggendo un libro di un pedofilo? Ancora peggio 😥
Il punto di vista è quello di una persona attratta da una minorenne ma non ci sono violenze "eccessive", almeno non fisiche (so che è un ossimoro). Voglio dire che la pesantezza è più dovuta al punto di vista, che difende ciò che sente come naturale, che non nelle azioni. In altre parole ciò che pesa di più sono le conseguenze di quello che viene detto, e ciò che è implicato, che non le cose davvero descritte.

Detto questo, penso che la reazione a questo libro sia una cosa molto personale, forse diversa di persona in persona, in base alla nostra sensibilità e al nostro vissuto. Io ad esempio all'inizio l'ho trovato difficile ma poi mi ci sono "abituato".

Cerca di non farti condizionare troppo ma sapendo questo, se lo inizi e dopo i primi capitoli senti che non fa per te, sai già il motivo e puoi abbandonare il libro senza sensi di colpa. O magari leggerlo a piccole dosi, tanto i personaggi sono pochi e non si fa fatica a ricordarseli. Se invece riesci ad andare avanti e arrivare alla fine, tanto meglio.
 

qweedy

Well-known member
Detta così però, non sembra quasi che più che leggere un libro su un pedofilo, starei leggendo un libro di un pedofilo? Ancora peggio 😥
Chi l'ha scritto ha saputo analizzare in profondità e trasmettere molto bene la psicologia del protagonista.
Comunque è solo la mia impressione.
 
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