Eugenides, Jeffrey - Middlesex

juzz

New member
Già l'inizio di questa recensione non è facile: "il protagonista è..." oppure "la protagonista è..." ? Tagliamo la testa al toro...
Calliope è una specie di ermafrodito che ha vissuto i primi anni della sua vita da bambina ed ha poi preso coscienza della sua mascolinità. Questo è il filo conduttore della storia ma non è tutto qui. C'è l'epopea di una famiglia di origini greche che emigra negli Stati Uniti, ci sono due geni misteriosi il cui destino era di incontrarsi, dopo molti anni e molti eventi in Calliope Stephanides. E c'è, inoltre, un pezzo di storia degli Stati Uniti. La trama è una parabola perfetta, i personaggi sono dipinti alla perfezione. Bellissimo romanzo.
 
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zolla

New member
concordo bel romanzo...a me era piaciuto molto anche il giardino delle vergini suicide
 

Sibyl_Vane

Fairy Member
Vedo sempre questo romanzo quando passo in libreria :) però, fino ad ora, non ne sono mai stata troppo attratta... lo vedo bene però come un libro da regalare, quindi mi fa piacere mi diciate che vi è piaciuto ;)
 

elena

aunt member
Finito ieri sera......mi è piaciuto moltissimo!!!! Una storia (o dramma) personale che si inserisce nella grande storia......in Asia minore prima e in America poi......un salto nel passato per ricostruire e cercare di dare una spiegazione a questa rara forma di "eccentricità biologica"......ma senza eccessive drammatizzazioni .....anzi l'io narrante (che è lo stesso ermafrodito) descrive le singolari vicende della sua famiglia con un tono ironico e divertente.
 

Lilith

The Rocker Member
ho sentito parlare molto bene di questo libro, e vedo che anche qui i lettori sono soddisfatti :D se mi capiterà lo leggero ;)
 

Blueberry

Chocoholic Libridinosa
Finito or ora. Bello, moltissimo. Piaciuto proprio, una storia davvero singolare e originale, narrata dal protagonista in un arco di tempo, alternando il presente al passato. Sono proprio soddisfatta.
 

alisa

Amelia Member
Anche a me è piaciuto moltissimo!
Sarà che sono un'appassionata di saghe familiari... cmq la trama è molto originale!
 

Akiko

New member
a me invece non ha convinto.
Mi aspettavo qualcosa di più originale...:boh:
 

Rasella

New member
Ho preso questo libro quasi per caso e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Una scrittura coinvolgente e molto scorrevole......e poi io adoro i libri con le saghe familiari e questa è veramente particolare!!:)
 

amneris

New member
L'ho letto questa estate. Dopo un inizio un po' lento (non so, forse mi aspettavo subito la storia della protagonista), mi ha preso moltissimo.
 

white89

InLove Member
Concordo con juzz ed elena, ottimo romanzo, originale ed intelligente...mi ha fatto riflettere sul mio personale concetto di normalità...
Consigliato, scorre veloce e si legge che è un piacere!
 

Holly Golightly

New member
Mi sono innamorata di Eugenides XD
Ecco come deve essere scritto un libro. Un po' lungo, e un po' faticoso all'inizio (la seconda metà, invece, per me è stata leggerissima). Per il resto, mi sembra una grandissima lezione di stile. Bellissimo incrocio fra la narrativa attuale e i moduli della tragedia greca. Non vedo l'ora di leggere altro :D
 

velmez

Active member
Bellissimo, scrittura mgistralmente scorrevole, argomenti mai banali, intuizioni interessanti. Consigliatissimo!
 

malafi

Well-known member
Sono contrastato nel giudicare questo libro che ho finito ieri sera.

Da un lato è la classica saga familiare, che dipinge anche un periodo storico e la condizione degli emigrati greci nella città dei motori (Detroit) tra le due guerre.
Ben scritta, anche se non sempre scorrevole.

Poi il romanzo subisce un'accelerazione improvvisa - sia dal punto di vista del ritmo che dal punto di vista emozionale - quando l'io narrante comincia a raccontare veramente di sè (attorno a metà libro, dopo 300 pagine).

Insomma: mi pare che la prima parte e la seconda parte del libro siano incollate, ma non integrate. E' pur vero che le motivazioni biologiche della condizione di Calliope affondano le radici nella storia, ma ho trovato che la lunghissima descrizione dagli anni'20 agli anni '70 non sia per nulla funzionale alla seconda parte del libro.
Di conseguenza, pur bella anche la prima parte, rimane un esercizio fine a se stesso.
3/5
 

Arabic girl

New member
Ciao. Io ho finito di leggerlo da poco e sono rimasta estasiata! Al di là del tema trattato, che è particolare e non va a genio a tutti, ciò che mi ha colpito è stata la costruzione del testo.E ' un libro lungo ma molto molto scorrevole con una struttura straordinaria. Eugenides rappresenta l'esempio di un autore relativamente giovane ma con la capacità di uno con un'esperienza decennale. Lo consiglio davvero a tutti. Ora ho preso in libreria "Le vergini suicide" e spero di iniziarlo quanto prima, poi spero di riuscire a vedere il film, perchè (offtopic) io amo Sophia Coppola!
 

Brandy Alexander

New member
Ciao. Io ho finito di leggerlo da poco e sono rimasta estasiata! Al di là del tema trattato, che è particolare e non va a genio a tutti, ciò che mi ha colpito è stata la costruzione del testo.E ' un libro lungo ma molto molto scorrevole con una struttura straordinaria. Eugenides rappresenta l'esempio di un autore relativamente giovane ma con la capacità di uno con un'esperienza decennale. Lo consiglio davvero a tutti. Ora ho preso in libreria "Le vergini suicide" e spero di iniziarlo quanto prima, poi spero di riuscire a vedere il film, perchè (offtopic) io amo Sophia Coppola!


ah, grazie, bel commento sentito, che intendi per costruzione del testo... forse ho capito cosa vuoi dire ma, non avendo letto il libro, potrei sbagliarmi...
Sophia Coppola, non credo in questo caso sia fuori tema, come mai ti colpisce e ti appassiona? Se ho capito bene non stai parlando soltanto de "Il giardino delle vergini suicide" ma anche di altri suoi film... Comunque Middlesex lo consideri il migliore di Eugenides..?
 

HalInc

New member
Finito poco tempo fà, gran bel libro anche se non posso nascondere che, in alcune parti , la lettura sia stata leggermente faticosa.
Se vi aspettate di trovarvi la storia di Calliope dalla prima all'ultima pagina, non è così, anzi, diciamo che la sua storia è piuttosto una conseguenza di molte scelte familiari partendo dalla situazione greca degli anni 20 passando per la detroit del proibizionismo, della grande depressione e delle lotte razziali.
Tutti i personaggi sono molto ben psicologicamente delineati, personalmente è piaciuto più di tutto il profilo del/la protagonista.
Libro che mi sento di consigliare.
 

Jessamine

Well-known member
È il terzo romanzo di Eugenides che leggo, e devo dire che trovo questo autore molto interessante. Ha uno stile pulito, preciso, che non si incaglia in virtuosismi ostentati ma al tempo stesso è estremamente piacevole e permette di immergersi totalmente nelle vicende narrate. Insomma, padroneggia decisamente bene la penna, sceglie soggetti particolari, trame interessanti, che permettono di aprire finestre su interi mondi che vanno oltre le sole vicende dei suoi protagonisti. Eppure, nonostante tutti questi elementi più che positivi che lo fanno apparire ai miei occhi un autore decisamente interessante da "tenere d'occhio", ogni volta che lo leggo mi sembra ci sia qualche elemento che stoni. O meglio, è come se le varie parti del romanzo fatichino a diventare un tutto unitario, lasciandomi con un senso di disgregazione. Presi singolarmente, tutti gli elementi dei suoi romanzi sembrano funzionare, sono ben scritti, interessanti, hanno un senso ed una ragion d'essere, ma ad uno sguardo più ampio, guardando alla totalità dell'opera fatico a cogliere un'immagine unitaria, mi sembra di vedere sempre soltanto tanti elementi distinti appoggiati uno in fila all'altro, senza che vi sia alcuna connessione tra di loro.
Paradossalmente, proprio in questo romanzo dalla struttura così circolare, dove tutto sembra ripetersi e convergere verso un unico scopo, questa poca coesione delle parti mi sembra più evidente. "Middlesex" narra la storia di Cal, nato Calliope, e del viaggio che un raro gene recessivo ha dovuto intraprendere per incontrare un suo gemello proprio nel corpo di Cal-liope, trasformandolo in un ermafrodito (a quanto capito, fra l'altro, questo termine dal punto di vista scientifico è scorretto, eppure nel romanzo viene continuamente utilizzato). A narrare le vicende è prorpio il quarantenne Cal, che subito dichiara di essere nato due volte: la prima come bambina, la seconda, a quindici anni, ragazzo. L'interesse e la curiosità per la sua vicenda dunque si accendono subito, eppure bisognerà aspettare all'incirca trecento pagine per poter leggere di queste vicende: tutto infatti ha inizio negli anni venti in Turchia, con le vicende di Lefty e Desdemona in uno sperduto villaggio in cui i matrimoni fra consanguinei erano assai frequenti, per trasformarsi in una bella saga familiare. Una saga familiare che si intreccia a importanti momenti storici, all'incendio di Smirne del 1922, alle fughe per mare per poter emigrare in America, alla Detroit delle fabbriche e alla Depressione; e poi una nuova generazione, la Grande Guerra, le rivolte dei neri, gli anni Sessanta e quelli Settanta. Pagine che scorrono con un'estrema facilità, che appassionano e incuriosiscono, ma che, nonostante si sappia essere preambolo necessario e imprescindibile alla storia di Cal, appaiono totalmente slegate da quest'ultima. Infatti, quando finalmente Calliope inizia ad agire in prima persona come personaggio, il romanzo rimane altrettanto piacevole, eppure tutto, nell'atmosfera della narrazione, sembra essere radicalmente cambiato. È un'altra storia. Un'altra bella, interessantissima storia, ma che, nonostante tutti gli elementi comuni, sembra avere poco a che fare con le pagine precedenti.
Sia chiaro, questo libro mi è piaciuto veramente molto, è solo che sono quasi dispiaciuta per questa mancanza di coesione, perché se il passaggio fosse stato meno netto credo che "Middlesex" sarebbe entrato a far parte del novero dei "miei" libri, quelli che mi emozionano al di là di tutto. Non è così, purtroppo, ma rimane comunque un "signor" libro, che mi resterà impresso per aver unito la scienza ai moduli e i topoi della tragedia classica. C'è un ritmo, una fatalità che percorre questo romanzo che arriva direttamente dalla classicità, ma lo fa in maniera molto discreta, senza apparire forzata, e si combina perfettamente a temi importanti ed estremamente interessanti come la parte che il condizionamento sociale può giocare nell'identificazione di genere. La moira, un destino ineluttabile a cui l'essere umano non può sottrarsi che al tempo stesso trova una spiegazione negli eventi passati che lo hanno costruito. Una spiegazione che tuttavia risponde a domande sulle cause materiali di un tale destino, non certo a quelle finali. Insomma, la dimostrazione che l'antichità classica non é affatto qualcosa di stantio e confinato ad una biblioteca frequentata solo da persone che vivono fuori dal mondo, ma può e deve intrecciarsi alla modernità, illuminarne dei tratti e al tempo stesso lasciarsi illuminare da essa.
 

qweedy

Well-known member
« Sono nato due volte: bambina, la prima, un giorno di gennaio del 1960, in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell'agosto del 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan »
(Callie, Middlesex)

A me è piaciuto molto, veramente originale l'argomento. C'è una corposa parte storica che accompagna le vicende della famiglia, che iniziano a Bitinio, un piccolo villaggio greco situato in Turchia, dove i fratelli Eleutherios, soprannominato "Lefty", e Desdemona Stephanides s'innamorano. I due scelgono di emigrare negli Stati Uniti d'America a causa della guerra del 1922 fra greci e turchi. Lasciatosi alle spalle il loro villaggio d'origine, i due fratelli si sposano sulla nave che li porterà in America.
Dalla Turchia del crollo dell'Impero Ottomano all'America del proibizionismo, dai conflitti razziali alla controcultura, dal Vietnam al Watergate, un viaggio travagliato nel cuore di un passato che nasconde i segreti del destino, un gene misterioso che attraversa come una colpa tre generazioni della famiglia Stephanides.
 
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